Voto: 5/10 Titolo originale: Flight Risk , uscita: 22-01-2025. Budget: $25,000,000. Regista: Mel Gibson.
Flight Risk – Trappola ad alta quota: la recensione del film di Mel Gibson
07/05/2025 recensione film Flight Risk - Trappola ad alta quota di Marco Tedesco
Un thriller aereo che manca di mordente e perde il tono disturbante tipico del cinema della star australiana

Ah, Mel Gibson. Il vecchio pazzo Mel. L’uomo che è passato dall’essere una delle star più grandi del cinema mondiale a una sorta di paria a causa del suo alcolismo, della sua misoginia, del suo antisemitismo e di molto altro ancora.
Sfortunatamente, Gibson è anche un regista realmente dotato, autore di film molto validi che tendono anche a indulgere in violenza, sadismo e umorismo disturbante. E più recentemente, l’attore-regista sembra piuttosto compiaciuto nel calarsi nel ruolo di ambasciatore “narc” per l’attuale amministrazione americana.
Tutto ciò premesso, molte persone scelgono di non guardare più nulla in cui Gibson sia coinvolto, e, come dimostra l’elenco qui sopra, hanno le loro ragioni. Ma altri ancora preferiscono tentare di apprezzarne i lavori, se non l’uomo e la mente che li hanno creati.
Dove si traccia davvero il confine? Per alcuni, il giudizio può diventare più facile se i film, semplicemente, iniziano a diventare noiosi.
Entra allora in scena Flight Risk – Trappola ad alta quota, l’ultima regia di Gibson, che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto essere un successo sicuro.
Un’agente dell’FBI (Michelle Dockery) scorta un testimone della mafia (Topher Grace) da una remota località dell’Alaska fino ad Anchorage su un piccolo aereo monomotore. Ma il pilota, Darryl (Mark Wahlberg), si rivela essere in realtà un sicario della mafia.
Un tipico film “tutto in una stanza” ambientato a bordo di un minuscolo velivolo, con un attore leggendario per il suo sguardo allucinato e un altro — dietro la macchina da presa — noto per la stessa energia da invasato, sembrerebbe a prima vista una ricetta gustosa, ma stranamente in Flight Risk non succede granché.
Si tratta piuttosto di un film a due, dato che il villain allegrotto e violento interpretato da Wahlberg passa la maggior parte del tempo o fingendosi un simpatico pilota o ammanettato e sedato sul sedile posteriore dell’aereo.
L’ambientazione ridotta non consente scene d’azione particolarmente esplosive — in realtà, non succede nulla di rilevante fino agli ultimi quindici minuti — e gran parte del film vede l’agente interpretato dalla Dockery alle prese con una radio o un telefono, cercando di far atterrare l’aereo in sicurezza o di capire quale dei suoi colleghi faccia il doppio gioco per conto dei cattivi.
Non è un’esperienza né avvincente né coinvolgente, nemmeno contando sulla determinazione della Dockery, che però offre un buon contrappunto alla verbosità nevrotica del personaggio di Topher Grace, scelto esattamente per quel tipo di ruolo. Solo Wahlberg — che da tempo non era coinvolto in nulla di vagamente interessante — riesce (alla fine) a lasciarsi andare, con una calotta pelata ridicola in testa e sibilando minacce.
Gibson, per la maggior parte del tempo, dirige con efficienza, sfruttando bene l’uso della macchina da presa per ridurre le distanze tra i personaggi all’interno dello spazio ristretto, attraverso cambi di fuoco e semplici campi e controcampi.
Ma tranne che in un paio di momenti isolati, Flight Risk non presenta né la brutalità visiva né il sadismo pervasivo che spesso caratterizzano il suo cinema.
L’unico elemento ancora presente è il suo umorismo infantile: Wahlberg continua a scherzare su gente che si caga addosso o a suggerire che potrebbe aggredire sessualmente il personaggio di Grace.
Con Gibson alla regia, ci si aspetta un certo — spesso notevole — grado di sgradevolezza, ma qui non si raggiunge nemmeno il livello di un appuntamento andato male. Flight Risk avrebbe avuto bisogno di essere un buon 25% più rancido e almeno il 75% più coinvolgente.
Di seguito trovate il trailer doppiato in italiano, nei cinema l’8 maggio:
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