Voto: 5/10 Titolo originale: Foe , uscita: 06-10-2023. Regista: Garth Davis.
Foe – Il Nemico: la recensione del film blackmirroriano di Garth Davis (su Prime Video)
08/01/2024 recensione film Il nemico di Gioia Majuna
Saoirse Ronan e Paul Mescal sono i bravi protagonisti di un adattamento che non ha le spalle abbastanza larghe per gestire le proprie ambizioni
Finito diritto nel catalogo di Prime Video, Foe – Il Nemico di Garth Davis (Maria Maddalena), ricorda molto Black Mirror. È un cupo dramma sci-fi con un colpo di scena, un po’ di mordente e un’atmosfera desolante. Peccato, però, che non sia un episodio della serie ideata da Charlie Brooker, perché sembra più che altro una storia di un’oretta allungata fino 111 minuti.
E nonostante alcune affascinanti riprese paesaggistiche, il film si svolge per lo più in una vecchia casetta polverosa con individui che urlano, piangono o sono generalmente infelici. Il motore principale è l’attesa del tipico twist alla Black Mirror, che però è così dolorosamente prevedibile quando la trama ruota attorno a dei ‘sostituti’ umani.
Nel 2065, una coppia isolata vive in un mondo ormai desolato e in inarrestabile declino. Il marito (Paul Mescal) lavora in un impianto di lavorazione del pollame, mentre la moglie (Saoirse Ronan) fa la cameriera. Sono distanti, non hanno amici né parenti. Una sera, un uomo di una qualche organizzazione (Aaron Pierre) si presenta alla porta e racconta loro della fantastica opportunità di diventare astronauti, per prepararsi a quando l’umanità un giorno si lascerà la Terra alle spalle morente e ricominciare nello spazio.
Non si tratta però solo di un’opportunità, lui è stato selezionato casualmente. Con l’avvicinarsi della partenza del marito verso la stazione spaziale, a lei viene in più ‘offerto’ un clone tale e quale all’uomo da tenere con se, con l’equilibrio di coppia che sprofonda inevitabilmente in una spirale drammatica e psicotica.
La ‘disconnessione emotiva‘ è il motivo principale di Foe – Il Nemico. Non l’ambientalismo, né le lotte per il potere coniugale, né il femminismo, né i pericoli della tecnologia: quelli sono solo dei ‘depistaggi’.
Questo focus sul rapporto di coppia fa gravare il peso del film sulle spalle degli attori e sulla loro chimica. Eppure, nonostante le convincenti interpretazioni di Paul Mescal (Aftersun) e Saoirse Ronan, la sceneggiatura li usa male.
I dialoghi sono impantanati in spiegazioni e rimandi, con tragica ricaduta sui piccoli comportamenti e le minuzie intrinseci della vita matrimoniale. Il copione non lesina battute di grande importanza, come “Questa casa appartiene alla mia famiglia da cinque generazioni”, e poi, durante una discussione sentiamo dire “Non posso andarmene, la mia famiglia è sepolta sul retro”.
Tutte queste cosiddette ‘informazioni fondamentali’ ostacolano la naturalezza di una conversazione. E le azioni dei personaggi soffrono dello stesso problema. Non ci vengono offerti momenti di tranquillità, ‘casalinghi’ o intimi, ma solo esasperati gesti drammatici e alterchi. Eppure, in qualche modo, tutto questo melodramma non ha molto peso emotivo.
Così, quando arriva il ‘grande momento drammatico’, quando i due stanno piangendo a dirotto, scalciando e urlando d’amore, ci si chiede se non si sia persa la parte in cui erano effettivamente innamorati. Certo, hanno fatto sesso una o due volte e non si sono aggrediti a vicenda, ma è sufficiente?
Il colpo di scena, che alla fine cade a fagiolo, vi farà tirare un sospiro di sollievo: è così che si è arrivati a tutto questo rimuginare e a questa ‘disconnessione emotiva’? Ma non è la fine di Foe – Il Nemico. Segue infatti un’altra mezz’ora di infelicità, da un secondo colpo di scena più piccolo e da un finale piatto.
Se il film – che adatta l’omonimo romanzo di Iain Reid del 2018 – vale la pena di essere visto è allora meramente per i paesaggi australiani, aridi e bellissimi. I cavalli fuggono da un fienile in fiamme nella notte, un agricoltore insegue degli uomini in costume in una foresta senza vita, una coppia va in luna di miele su delle saline rosa … ma questi pochi e brevi momenti non giustificano il resto di Foe – Il Nemico, che alla fine promette troppo e non mantiene nulla. Purtroppo non ha né la sceneggiatura né l’immaginazione per farlo.
L’ascesa costante di Paul Mescal resta comunque abbastanza forte da permettergli di sopravvivere facilmente a quello che è il suo primo vero e proprio fiasco: un’opera destinata a languire nelle profondità del catalogo di Prime Video, prima che lui sia definitivamente ‘scoperto’ dal grande pubblico quando deciderà di cedere alle lusinghe di Hollywood e partecipare a una rom-com mainstream o al cinecomic che tutti gli attori del suo tipo devono prima o poi fare. Un peccato, perché Foe – Il Nemico ha una premessa che meritava rote migliore.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Foe – Il Nemico, nel catalogo di Prime Video dal 5 gennaio:
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