[esclusivo] Intervista a Igor De Luigi e Gledis Cinque su Ischidados
17/01/2017 news di Alessandro Gamma
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con l'ideatore e la protagonista della serie zombie tutta italiana che attinge dal folklore sardo e che ora chiede l'aiuto dei fan per poter proseguire
Negli ultimi anni gli zombie sono diventati un vero e proprio fenomeno anche all’interno della cultura popolare mainstream, grazie soprattutto a serie televisive come The Walking Dead (e Fear TWD), Z Nation, Les Revenants, iDead ecc. ecc., che hanno sdoganato i famelici non morti anche a un pubblico da prima serata non solitamente avvezzo all’horror. In questo panorama hanno provato quindi a muoversi già nel 2014 gli italianissimi Igor De Luigi ed Eugenio Villani con Ischidados – I Risvegliati, una serie zombie – da loro ideata, scritta e diretta – che pur prendendo dichiaratamente spunto dalla cugine d’oltreoceano è in realtà una storia di fiction che intende rielaborare miti, leggende e costumi della tradizione sarda.
Con la recente partenza della campagna di crowdfunding per sostenere i costi degli episodi successivi al pilota (che trovate in chiusura), abbiamo quindi deciso di fare quattro chiacchiere con De Luigi e con la protagonista Gledis Cinque, cercando di capire da un lato come è nato il progetto e dall’altro le difficoltà che un’operazione del genere può comportare se realizzata nel nostro paese.
Igor, ho sentito parlare per la prima volta di Ischidados nel 2014, ma il crowdfunding parte ora… come mai? Cos’è successo in questi quasi 3 anni?
In questi anni abbiamo cercato in tutti i modi di trovare produttori e/o co-produttori. È stato un lavoro estenuante, fatto nell’ombra mentre i fan ci chiedevano novità e noi avremmo voluto dare buone notizie, ma non arrivavano. Ci siamo andati veramente vicino, ma alla fine nessuna trattativa importante si è concretizzata. Nessun grosso produttore infatti oggi (in Italia e all’estero) si fida ad investire in un progetto ambizioso e rischioso come questo, poichè inedito e assolutamente indipendente.
Da dove nasce l’idea per Ischidados? Intendevi/intendi cavalcare l’onda del rinnovato interesse per gli zombie con serie come The Walking Dead o Z Nation (a proposito li segui, che ne pensi?)?
Non sono mai stato un fan sfegatato dell’horror, ho sempre preferito di gran lunga la fantascienza, per cui mi sono avvicinato qualche anno fa al filone zombie per gioco e curiosità. Mi chiedevo cosa ci trovasse la gente di così interessante… Ho cominciato ovviamente con George A. Romero fino a cercare cose più particolari e ho capito che gli zombie sono solo un pretesto per raccontare storie di persone che si ritrovano a dover lottare per sopravvivere facendo così emergere il loro lato umano, fatto di debolezze, egoismo o coraggio. Non avrei problemi a dire che volevo sfruttare la “moda”, ma così non è stato, anzi, ad eccezione del sempreverde The Walking Dead, Ischidados è uscito quando già la gente si lamentava dei troppi prodotti simili. Che ne penso? Che preferisco sicuramente le serie inglesi, il mio/nostro punto di riferimento stilistico era Dead Set. Quanto all’idea è nata quando ho visto i mamuthones sfilare per la prima volta in Sardegna, qualcosa è scattato e ho cominciato a scrivere.
L’idea di renderlo così ‘locale’ (mamuthones, Sardegna ecc.) non è un’arma a doppio taglio?
Dipende: Gomorra (ma ce ne sono altri) è un esempio di come il “locale” se trattato correttamente in realtà possa essere universale. La nostra storia seppur fortemente connotata, riprende stilemi classici ed è stata da sempre pensata per un adattamento all’estero.
Non è una follia proporre qualcosa del genere in Italia vista la situazione delle nostre serie TV/serial? O il web è sempre stata l’idea anche all’inizio?
Follia è il termine giusto, ci è stato detto più volte. Sapevamo di lottare contro i mulini a vento, ma abbiamo anche sempre creduto che un buon prodotto, pensato e sviluppato bene, potesse avere delle possibilità, inoltre ho sempre odiato chi pensa che poichè esiste una situazione consolidata non possa essere cambiata e ci si debba adeguare. Questo tipo di logica porta all’immobilismo e allo sport nazionale del nostro paese, il lamento perpetuo fine a se stesso. Noi ci abbiamo provato e non mi pento, qualsiasi saranno i risultati. Il web invece è uno strumento potente e ci crediamo molto, ma spesso è illusorio. Purtroppo mi rendo conto oggi più che mai che mettere un like o un commento non costa nulla, quando si chiede alla gente di mettere mano al portafoglio allora le cose cambiano e si ridimensiona molto la credibilità dei numeri dei social.
Hai già pianificato sceneggiature e numero di episodi (aka è già tutto pronto)? Quali sono i tuoi piani per la serie?
Fin dall’inizio ho pensato ad Ischidados come ad una serie moderna e quindi modulare, con 1 filone narrativo principale e più filoni secondari, questo per poter scrivere “n” stagioni ed episodi a seconda di quello che avrebbe smosso. Ho le idee chiarissime certo, ma credo che il lavoro di sceneggiatura a priori si possa fare oggi più per un film, per una serie dipende da molti fattori, durata degli episodi, budget ecc.. Non esiste più la sceneggiatura pronta sul tavolo del produttore che chiede quanti soldi servono per realizzarla, è il contrario. Ci è capitato di parlare con produttori e distributori in Italia e all’estero e il numero e la durata degli episodi cambiava per ciascun soggetto. Potrei realizzare da 1 a 10 stagioni, il materiale c’è, va solo finalizzato una volta che troveremo qualcuno che ci crede e investe, in quel caso siamo pronti a partire.
Come mai non hai pensato a un film? O ci hai pensato?
Ho da sempre pensato ad una storia che si prestava a essere efficace se sviscerata nel tempo, certo il film è stato ipotizzato più volte e non escludo che in futuro si possa provare anche questa strada.
Gledis, tu invece come sei arrivata a Ischidados?
Ci sono arrivata nel modo più classico: ho visto l’annuncio casting su internet e ho mandato la mia candidatura con CV e foto. Mi hanno poi contattata per fare un provino alla Film Commission Torino Piemonte e da lì è partito tutto!
Cos’hai pensato la prima volta che ti hanno sottoposto il soggetto?
Mi sono subito esaltata! Igor mi ha raccontato tutta la storia che ha in mente e l’ho trovata geniale e unica, sia per il panorama italiano che per quello estero. Mi hanno mandato diversi materiali per conoscere meglio le maschere sarde su cui, ammetto la mia ignoranza, non sapevo molto. Sono bellissime, alcune anche molto inquietanti, e ricche di significati storici e simbolici. Ancora una volta mi sono stupita dell’immenso patrimonio culturale che abbiamo in Italia.
Sei pronta per essere la protagonista di una serie zombie/survival?
Sì, non vedo l’ora! Girare la puntata pilota è stata un’esperienza molto arricchente per me, perché ho dovuto esplorare aspetti della recitazione per me nuovi. Il pilota non ha dialoghi, una cosa a mio parere estremamente efficace, e ho dovuto quindi focalizzarmi di più su fisicità e comunicazione non verbale. Mi ha aiutato molto il fatto di lavorare con professionisti veramente appassionati del prodotto filmico che hanno in mano. Per me è stato il primo approccio al genere horror e le numerose prove fatte con Eugenio mi hanno aiutata molto a portare in scena in modo realistico quello che può provare una persona che scappa da uno zombie. Si tratta di una situazione surreale e non è stato facile, anche perché abbiamo girato in inverno e si gelava, ma posso dire di essere molto soddisfatta del risultato finale. Spero veramente che si possa continuare a lavorare su questo progetto, perché sono sicura che avrebbe il successo che si merita e potrebbe rappresentare un caso importante di un prodotto italiano originale e senza nomi celebri che riesce a essere realizzato grazie al crowdfunding.
Di seguito la puntata pilota di Ischidados – I Risvegliati:
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