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Voto: 6.5/10 Titolo originale: 길복순 , uscita: 17-02-2023. Regista: Byun Sung-hyun.

Kill Boksoon: la recensione del film coreano diretto da Byun Sung-hyun (su Netflix)

04/04/2023 recensione film di Gioia Majuna

Jeon Do-yeon è una killer professionista alla prese con la vita di mamma in un action violento ma velato di leggerezza

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Kill Boksoon del coreano Byun Sung-hyun (The merciless) – da poco finito in esclusiva su Netflix dopo la presentazione al Festival di Berlono – appartiene a un sottogenere di film di assassini professionisti decisamente prolifico e ormai ‘codificato’, quello in cui lo stoico e incredibilmente cazzuto killer protagonista ha una relazione con una giovane protetta. È facile capire quanto sia attraente raccontare storie come queste, che si tratti di Leon o di opere più recenti come The Killer di Choi Jae-hoon.

Affidare un ragazzin* – di solito un estraneo – alle cure di un sicario permette infatti di perforare la corazza del personaggio principale, solitamente un sociopatico, e trasformarlo in un improbabile soggetto empatico per cui è facile fare il tifo durante il vasto spargimento di sangue in cui si muove. Inoltre, in un momento o nell’altro, l’adolescente verrà messo in pericolo, dando al burbero qualcuno da salvare, tanto per cambiare. I battiti emotivi e la posta in gioco vengono così stabiliti in un colpo solo.

Fortunatamente, Kill Boksoon sceglie di deviare almeno un po’ da questo schema abituale. Al posto del killer maschio e del suo figlioccio surrogato, il film si concentra su una madre e una figlia. Gil Boksoon (Jeon Do-yeon), chiamata ‘Kill Boksoon’ dai suoi colleghi, è un’assassina di mezza età che lotta per legare con la figlia quindicenne, Jae-young (Kim Si-a).

Kill Boksoon film netflix 2023 posterMentre la sua vita lavorativa si ripercuote inevitabilmente su quella domestica e viceversa, le lotte di Boksoon con la ragazzina non appaiono mai come l’artificioso espediente di un film d’azione, ma riflettono invece le difficoltà quotidiane di una madre single alla prese con la carriera. E si dà il caso che questa carriera preveda lo sporcarsi le mani con morti tanto ultraviolente qunato eleganti.

Boksoon uccide per conto di una società chiamata MK, un’organizzazione clandestina che opera in un ecosistema di altre società che, in linea di massima, seguono le regole stabilite dalla MK. Queste regole tengono in riga gli assassini e impediscono a coloro che non sono alle dipendenze delle società di compiere azioni non autorizzate.

Ricorda molto il worldbuilding caro alla saga di John Wick, ma meno ‘assurdo’ e molto meno dettagliato. Tuttavia, nonostante non sia particolarmente approfondito, gran parte del minutaggio di Kill Boksoon viene dedicato alle minuzie delle leggi che regolano questo universo sommerso piuttosto che sul presunto nucleo madre/figlia.

Il fatto che molti degli avvenimenti di Kill Boksoon sembrino delle ‘distrazioni’ è probabilmente il difetto più frustrante. Se da un lato è infatti piacevole che Jae-young non sia messa in pericolo solo per il bene della trama, dall’altro la prolungata separazione tra la vita domestica e il lavoro di Boksoon fa sì che il film risulti poco concentrato ed erratico.

Ci sono essenzialmente due trame separate: quella in cui Boksoon decide di non poter portare a termine un omicidio, guadagnandosi le ire della MK, e quella in cui Jae-young accoltella un compagno di classe che minaccia di denunciare lei e la sua fidanzata a tutta la scuola. Il fatto che Boksoon si occupi di entrambe le situazioni sarebbe una base abbastanza solida per un film a sé stante, ma qui si uniscono solo tenuemente, mentre Jae-young si avvicina a scoprire cosa fa davvero sua madre per lavoro.

Nel frattempo, Kill Boksoon utilizza altri personaggi, come il capo della protagonista (la sardonica Esom), oltre ad alcuni flashback, per riflettere le tematiche delle figure genitoriali e dei traumi generazionali, invece di approfondire la relazione famigliare che dovrebbe essere centrale. Ogni volta che Boksoon non risponde a una telefonata della figlia, si ha l’impressione che anche il regista stia ignorando la chiamata. Il film arriva persino a mettere Boksoon in coppia con una giovane stagista della sua organizzazione, smaccato ‘surrogato’ di Jae-young che sopperisce alle scene più truculente in cui lei non è presente per ovvie ragioni.

Kill Boksoon film netflix 2023Tuttavia, sebbene possa risultare eccessivo, troppo lungo (137 minuti) e poco ‘preciso’, Kill Boksoon raramente annoia, poiché le sue singole parti funzionano tutte come dovrebbero, anche quando non trova la quadra.

Le sequenze d’azione sono frenetiche, brutali e molto divertenti, dirette con uno stile che non sacrifica affatto la loro chiarezza. Sia le coreografie che la sceneggiatura possiedono poi uno spiccato senso di leggerezza che evita a Kill Boksoon di risultare troppo serioso, senza sconfinare in battutacce o situazioni grottesche.

Ad esempio, nella scena di combattimento che apre il film, l’avversario yakuza di Boksoon racconta la storia della sua lama wakizashi, vecchia di quattro secoli, e la donna in tutta risposta gli dice che l’ascia che lei brandisce può essere acquistata a buon mercato da Walmart. In un altro momento, tutta una serie di coltelli da cucina si ritrovano tutti conficcati nello stesso involontario bersaglio nel bel mezzo della migliore scena d’azione del film, uno scontro che ‘taglia in due’ gli opponenti mentre la mpd vola in mezzo a loro nella concitazione frenetica.

Tale miriade di piccoli piaceri disseminati qua e là fa così sì che, sebbene il totale di Kill Boksoon non sia effettivamente la somma delle sue parti, la maggior parte di esse non fa rimpiangere di aver scelto di dare una chance a questo film.

Di seguito trovate il trailer italiano di Kill Boksoon, nel catalogo Netflix dal 31 marzo: