L'ottavo capitolo della saga unisce azione vertiginosa e trama confusa in un finale che oscilla tra glorificazione del mito e saturazione narrativa
Mission: Impossible – The Final Reckoning si presenta come l’ottavo capitolo di una delle più longeve saghe action del cinema contemporaneo, ma al contrario delle aspettative, questo presunto gran finale offre più incertezze che certezze.
Diretto da Christopher McQuarrie e interpretato dall’instancabile Tom Cruise, il film oscilla tra l’epica glorificazione di un eroe del grande schermo e la zavorra narrativa di un blockbuster che si prende troppo sul serio. L’intenzione è chiaramente quella di trasformare Ethan Hunt in una figura quasi messianica, l’unico uomo in grado di salvare l’umanità da una minaccia apocalittica, ma questa ambizione si traduce in un racconto enfatico e spesso privo del brio che aveva caratterizzato i capitoli precedenti.
Il nemico è l’Entità, un’intelligenza artificiale onnisciente e onnipresente che domina la realtà digitale, manipola i governi e orchestra un culto globale. Una minaccia moderna e attuale, ma rappresentata in modo troppo astratto, quasi metafisico, con lunghi dialoghi espositivi, continui flashback e una drammaturgia sovraccarica che soffoca il ritmo.
Le due sequenze più spettacolari — la missione subacquea sotto i ghiacci artici (ai limiti della sci-fi …) e l’inseguimento aereo con biplani sopra il Sudafrica — mantengono alta la tensione e testimoniano ancora una volta la dedizione di Cruise agli stunt reali e alla spettacolarità analogica.
Tuttavia, anche questi momenti non riescono a compensare pienamente un intreccio narrativo che si perde tra complotti politici, minacce nucleari, disinformazione globale e troppe new entry nel cast. L’ensemble è vastissimo ma male utilizzato: Hayley Atwell perde la verve del capitolo precedente, Pom Klementieff ha pochi momenti di rilievo ed è confinata a ‘one liner’ che viaggiano sul filo del ridicolo, mentre attori del calibro di Angela Bassett, Nick Offerman e Janet McTeer sono relegati a ruoli funzionali e privi di sviluppo.
Spicca invece Tramell Tillman, capitano di un sottomarino che riesce a infondere umanità, ironia e carisma in un prodotto altrimenti appesantito da una serietà eccessiva. L’arco narrativo di Gabriel, il principale antagonista, si risolve in modo piatto e deludente, lasciando irrisolte molte delle promesse costruite in Dead Reckoning – Parte Uno. La sceneggiatura, firmata da McQuarrie con Erik Jendresen, si avvita su se stessa cercando un significato profondo che mai si concretizza, mentre il montaggio frammentato ostacola il fluire della tensione.
Gli snodi emotivi sembrano usciti da un film celebrativo più che da un action-thriller: la figura di Ethan Hunt è mitizzata in modo quasi mistico, con dialoghi ridondanti sulla sua incorruttibilità morale e continue sottolineature sulla sua solitudine eroica.
Il film gioca su due fronti, oscillando tra epilogo definitivo e preludio a nuovi sviluppi, finendo per non soddisfare pienamente nessuna delle due ambizioni. Nonostante le ambientazioni mozzafiato, le riprese in IMAX e l’indubbia energia fisica di Cruise, The Final Reckoning si dimostra troppo spesso ridondante, ripetitivo e verboso.
Il contrasto tra l’azione acrobatica e l’ossessione per la mitologia interna produce uno squilibrio che penalizza il coinvolgimento emotivo dello spettatore. Per molti versi, il film sembra più interessato a celebrare il proprio protagonista che a costruire una narrazione coerente e avvincente.
In definitiva, Mission: Impossible – The Final Reckoning è un film che vale la pena vedere su grande schermo per i suoi picchi visivi, ma che rischia di lasciare l’amaro in bocca a chi sperava in un addio all’altezza di una saga che ha ridefinito l’action hollywoodiano.
Una conclusione incerta, troppo lunga (quasi 3 ore) e troppo solenne, che dimentica che il vero potere della saga era nella sua autoironia, nel ritmo e nella capacità di stupire senza prendersi troppo sul serio.
Di seguito trovate il full trailer doppiato in italiano di Mission: Impossible – The Final Reckoning, nei cinema dal 22 maggio: