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Voto: 7/10 Titolo originale: Nimic , uscita: 30-01-2020. Regista: Yorgos Lanthimos.

Nimic (2019): recensione e analisi del cortometraggio di Yorgos Lanthimos

27/03/2024 recensione film di Marco Tedesco

Matt Dillon è al centro di un'opera breve che gioca con la nostra concezione di 'normalità'

Nimic corto Yorgos Lanthimos dillon

Un violoncellista ha un incontro sconvolgente nella metropolitana di New York in Nimic, cortometraggio incentrato sul classico tema del Doppio che è stato diretto nel 2019 da Yorgos Lanthimos.

Sconcertante e intrigante in egual misura, delizierà i lanthimosiani irriducibili, ma facilmente alienerà chi è più avvezzo alle strutture ‘convenzionali’ in tre atti. In ogni caso, mostra ciò che il regista greco è in grado di fare con risorse limitate e appena 11 minuti di tempo a disposizione per raccontare una storia.

Nimic inizia sulle note di una musica drammatica che accompagna Padre (un Matt Dillon senza nome) che si risveglia accanto alla moglie (Susan Elle) e fa colazione con i figli. La melodia si ferma e ricomincia, rivelando rapidamente che l’uomo sta provando un pezzo per orchestra.

nimic poster corto 2020Questo uso deliberato di musica artificiale contribuisce a delineare il tono di Nimic, che è tutto incentrato sull’artificialità della performance stessa. Dopo le prove, prende la metropolitana di New York. Chiede l’ora a una donna (Daphné Patakia). Lei fa una pausa, con l’aria della tipica utente antisociale che utilizza i sistemi di trasporto newyorkesi. Poi lo imita: “Hai l’ora?”.

È un’opera volutamente ripetitiva, che funziona come un brano musicale, ripetendo brevi motivi poetici – un uovo che bolle, un viaggio in metropolitana, un violoncello che viene suonato – a un ritmo fluido e seducente. Lei è la sua ‘imitatrice’. Lo segue. Lui torna a casa dalla madre dei suoi figli e le dice: “Bambini, per favore, dite a vostra madre chi è il loro vero padre”.

L’imitatrice ripete la stessa cosa e i bambini rispondono: “Come facciamo a saperlo? Siamo solo bambini”.

Per una persona comune, questo dovrebbe sembrare ovvio, ma nel mondo di Yorgos Lanthimos è una provocazione deliberata, che ci chiede di mettere in discussione le nostre nozioni ‘standard’ in favore del bizzarro e della paranoia inspiegabili.

Per i completisti del regista greco – che saranno forse gli unici a cercarlo – Nimic presenta tutti i suoi marchi di fabbrica distintivi. L’abituale lente fisheye, che distorce la prospettiva, è presente, così come le panoramiche a frusta e le riprese laterali.

Gli attori nei film di Yorgos Lanthimos non esprimono grandi emozioni. Come per Stanley Kubrick, i loro volti spenti fanno parte del tema stesso dell’opera in oggetto; un riflesso di un mondo distopico in cui nulla ha senso. Questo è un concept che potrebbe continuare all’infinito, una sorta di Giorno della Marmotta per nichilisti.

Forse il titolo può darci un indizio, ma sembrerebbe essere soltanto un altro dei giochi di Yorgos Lanthimos. A prima vista Nimic potrebbe rimandare infatti a una deliberata storpiatura del termine ‘mimic’, ma una rapida ricerca online ci dice che è una parola rumena che significa sia “niente” che “qualsiasi cosa”.

Questo doppio significato apparentemente ossimorico è allora una descrizione appropriata del cortometraggio stesso, che alcuni troveranno carico di temi profondi e altri – invece – piuttosto vuoto. Forse serve guardarlo di nuovo. E ancora. E ancora.

In attesa di vederlo al cinema, di seguito trovare il trailer italiano di NIMIC, che ci dà un assaggio delle sue atmosfere: