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Voto: 5/10 Titolo originale: Deep Blue Sea 2 , uscita: 17-04-2018. Regista: Darin Scott.

Blu Profondo 2: la recensione del film diretto da Darin Scott

30/04/2018 recensione film di William Maga

Quasi 20 anni di attesa per un sequel - che in realtà sembra più un remake - povero e svogliatissimo di un gioiellino del genere shark movie

blu profondo 2 deep blue

Ricordate Blu Profondo (Deep Blue Sea)? Uscito nel 1999 (la recensione), si rivelò uno shark movie dignitoso e gustosamente retrò, con al centro alcuni squali Mako che uccidevano un gruppo di scienziati che stavano cercando di trovare la cura per l’Alzheimer. C’era un complesso proteico teso a rendere i predatori più intelligenti, un mini sommergibile di salvataggio, un ascensore, il regista Renny Harlin e alcuni sceneggiatori che avevano lavorato in precedenza a film di genere simili.

Non un classico da storia del cinema, evidente, ma divertente e teso al punto giusto, e con un cast in palla. Essendo passati quasi 20 anni, sembrava quindi un buon momento per ripescarlo e provare a sfruttarne il nome no? Ebbene, benvenuti nel sequel direct-to-video Blu Profondo 2 (Deep Blue Sea 2). Già, pare che la Warner Bros. avesse avuto l’idea di girare un seguito circa un decennio fa, ma che poi i piani fossero falliti, salvo ripensarci ora. Sciaguratamente.

Poiché il regista Darin Scott (Tales from the Hood) – e lo sceneggiatore Hans Rodionoff – hanno optato per vampirizzare l’originale, i confronti diretti tra i due titoli sono inevitabili, e ampiamente sfavorevoli per il nuovo arrivato. La trama ricalca fondamentalmente quella del primo film, con alcune piccole modifiche: un eccentrico scienziato del settore farmaceutico sta sviluppando alcuni nootropi di secondo livello per impedire quella che lui pensa sia l’inevitabile rivolta dei robot (proprio così …), e sta usando degli squali Toro come cavie.

Dopo aver chiamato alcuni scienziati a consulto nel suo laboratorio marittimo, gli squali si ammutinano e le persone all’interno devono cercare di arrivare in superficie per sopravvivere e fuggire il prima possibile. Ah, grazie alla sperimentazione, gli squali non sono adesso soltanto iper-intelligenti, ma hanno anche dato vita a una nuova specie di perfette macchine da guerra. Giusto per gradire.

Certi passaggi di Blu Profondo 2 sono proprio presi di peso dal capostipite, compresa la celeberrima sequenza che vedeva protagonista Samuel L. Jackson, ma la mancanza di qualsiasi accenno di umorismo, di autoconsapevolezza e di divertimento più in generale è tanto netta quanto inspiegabile. Tutti i protagonisti (da Michael Beach a Rob Mayes, Darron Meyer, Nathan Lynn e Kim Syster) recitano credendoci troppo, la mdp si muove assolutamente piatta e lo script ben poco brillante si assicura che nessuno abbia qualcosa di intelligente da dire nel mentre. Mai. Siamo di fronte a un pigro remake dell’originale in pratica. Certo, i valori di produzione sono più alti di quelli dei film medi che la Asylum ci propina a cadenza mensile, ma il passo indietro rispetto al lungometraggio del 1999 è lapalissiano.

I set sono più piccoli, gli effetti visivi sono più scarsi (l’aspetto prostetico dello squalo non potrebbe sembrare più finto nemmeno impegnandosi tra amici nei weekend, mentre la CGI è di bassa lega, compresa quella utilizzata per il sangue), e il livello di recitazione ha visto tempi migliori: Mayes, che interpreta un burbero ex SEAL, offre meno sfumature di Ben Affleck in giornata sì, sottolineando ogni parola che gli esce dalla bocca come se stesse insegnando agli studenti di una scuola di teatro la corretta impostazione vocale; tutti gli altri offrono invece prove degne dei film del sabato pomeriggio del canale 666 del Digitale Terrestre.

Peggio ancora (o forse no …), Scott e Rodionoff hanno pensato bene di concentrarsi in Blu Profondo 2 sul corpo della teoricamente centrale di Danielle Savre piuttosto che sulla sua prova attoriale, puntando sulla valorizzazione del suo décolleté e inserendo a forza scene assolutamente gratuite come quella in cui la biologa si spoglia fino a rimanere in biancheria intima (non oltre, nemmeno considerato che si tratta incredibilmente di un R-rated … non aspettatevi quindi qualcosa alla Piranha 3D). Facendo poi i pignoli, anche i titoli di testa, che mostrano tranquilli scenari subacquei sulle note di una canzone dal testo a tema, appaiono completamente fuori luogo.

In ogni caso, per quanto possano risultare orrendi questi aspetti – soprattutto per i fan del primo -, la sceneggiatura di Blu Profondo 2 non si accontenta semplicemente di cartacarboneggiare il capostipite, ma decide di rinunciare a tutti gli aspetti divertenti, intelligenti o anche solo vagamente interessanti per mirare dritto a quanto di più standard, trito e dimenticabile si possa pensare.

A un certo punto, il grande magnate menziona addirittura con nonchalance il titolo del film mentre parla, con risultati quantomeno stranianti. La trama procede senza stile o abilità verso un anticlimax che è allo stesso tempo stupido e malamente girato e montato. Vedi una scena e le hai viste tutte in pratica … e il film assume in un attimo un tremendo senso di appiccicoso tedio. Non paghi, la coda finale lascia pure intuire che potrebbe esserci un terzo capitolo!

In definitiva, se non si fosse capito, non c’è nulla da salvare in questo pseudo-sequel opaco e senza vita. Non solo non piacerà a chi si era ringalluzzito vedendo Paradise Beach – Dentro l’incubo o 47 Metri, ma nemmeno a chi cerca il ‘filmaccio ignorante’ pieno di battutacce o splatter per farsi due risate.  Non abbiate fretta di noleggiarlo o acquistarlo, aspetta senza remore il passaggio televisivo o la messa a catalogo su Netflix. E anche allora, pensateci su su come impiegare 90′ delle vostre vite.

Di seguito il full trailer di Blu Profondo 2: