Buon lungometraggio di debutto per il regista britannico, un thriller che punta tutto sulla tensione psicologica ma tralascia un po' il ritmo
Vincitore del Michael Powell Award come miglior film inglese al Edinburgh Film Festival 2018, Calibre, produzione originale Netflix scritta e diretta dal ebuttante Matt Palmer, ripropone il convenzionale attrito tra cittadini in cerca di svago e campagnoli ostili, declinandolo in maniera drammatica, ma perdendo così in tensione.
La storia al centro di Calibre fonde dunque elementi certo non inediti; anzitutto c’è il cliché dello scontro tra stranieri e abitanti di un luogo disperso, che da Un tranquillo week-end di paura (Deliverance) in poi ha segnato l’immaginario collettivo e determinato un’infinità di filiazioni. Poi c’è quell’atmosfera tesa e sinistra, alla The Wicker Man (la nostra recensione), per cui una indefinita, ma impalpabile minaccia colpisce lo sventurato turista che si avventura in una comunità liminale e isolata. Simile è allora la tensione che lenta cresce, da un iniziale ostilità che finisce in rissa, fino a qualcosa di molto più pericoloso. Allo stesso modo del classico del 1973 diretto da Robin Hardy, il film di Matt Palmer mira a creare una sensazione di claustrofobia, mentre i due personaggi principali si trovano sempre più impossibilitati a fuggire da Culcurran e al contempo sono sempre più consapevoli che la situazione per loro diviene ogni ora più pericolosa. Impossibile però è rifiutare gli inviti, dapprima sinceramente cordiali, poi insistenti e più insidiosi. Lo spettatore ha quindi la percezione di incombente oppressione, mancanza di vie di fuga, fino al finale prevedibile che è preparato con un meticoloso e coerente crescendo. Non esistono altresì colpi di scena ad effetto (l’ultimo quarto d’ora però non è per nulla scontato), né il ritmo è particolarmente veloce, non ci sono sequenze o immagini eccessivamente cruente o scioccanti (solo qualche pugno e un paio di colpi di fucile, di cui uno invero repentino e d’impatto) e non si tratta certo di un thriller al cardiopalma fatto di fughe, sparatorie e inseguimenti (eccezion fatta per una manciata di minuti quando ci avviciniamo alla conclusione).
Più che discreto lungometraggio di debutto, Calibre – inserito nel catalogo di Netflix Italia l’1 luglio – anche con qualche difetto soprattutto in termini di ritmo, compensa con un’apprezzabilissima analisi delle psicologie dei protagonisti, le cui sfumature sono ancor più esaltate dalla lodevole performance di Martin McCann e Jack Lowden. Purtroppo meno approfonditi sono gli altri personaggi, che fungono solo di contrappunto per il loro controverso percorso interiore.
Di seguito trovate il trailer originale: