Il regista spagnolo esplora gli estremi limiti del sottogenere della home invasion e della spettacolarizzazione mediatica della violenza in un'apoteosi insostenibile di sangue e morte
Se di questi tempi lo slasher, soprattutto d’Oltreoceano, sembri serbare ben poche sorprese, di tanto in tanto spuntano nel sottobosco ultra-indie da festival di genere titoli decisamente scioccanti, e di conseguenza esaltanti, almeno per i cultori. Tra questi film, trascurati dalla critica benpensante e per lo più evitati dalla distribuzione perché troppo estremi, brilla dal recente Brussels International Fantastic Film Festival Framed dello spagnolo Marc Martínez Jordán (Los inocentes).
Il concept al centro di Framed non è quindi di certo inedito. Già Nerve (la nostra recensione) di Henry Joost e Ariel Schulman esplorava le infauste derive dello spasmodico desiderio di fama e della spettacolarizzazione della violenza, ma lo faceva con ben poco coraggio, risultando nel complesso un teen movie con lieto fine e qualche vacuo momento di tensione qua e là. Del tutto differente è il film di Marc Martínez Jordán, che è di certo meno patinato, ma più efficacie. Si tratta infatti di una pirotecnica home invasion, con una successione senza fine di torture e oscenità d’ogni genere, in cui ogni passaggio è presentato da un eccentrico e psicotico frontman dai capelli arancioni e dagli occhi fuori dalle orbite, alla costante ricerca di “intense emozioni” per il proprio audience. D’altra parte è una regola d’oro, soprattutto nei reality ancora tanto di moda di questi tempi, quella di tenere sempre alta l’attenzione degli spettatori o si annoieranno e cambieranno canale.
In che modo è possibile conseguire tale obiettivo? Ovviamente è necessario essere inventivi e ne è consapevole non solo il misterioso killer, una versione più verace e moderna del Joker incarnata da un ottimo Àlex Maruny, ma anche Marc Martínez Jordán, a cui si deve il soggetto originale e la sceneggiatura, scritta a quattro mani con Jaume Cuspinera. Consci, infatti, che ormai sia stato detto pressoché tutto nell’horror e dintorni, i due optano – per tenere legato alla poltrona chi guarda – di lasciare in secondo piano cliché vari e dialoghi tendenzialmente tediosi e di puntare tutto sull’effetto sorpresa e traumatico! Così, senza preoccuparsi della censura, Framed mette in scena immagini che riuscirebbero a lasciare stranito e disturbato anche il più assiduo frequentatore della cinematografia estrema.
Felice incrocio tra The Strangers di Bryan Bertino e A Serbian Film (Srpski Film) di Srđan Spasojević, Framed è allora indubbiamente destinato a un pubblico assai selezionato e inadatto a coloro che – nemmeno troppo – facilmente si impressionano. Al contrario gli appassionati del gore e gli abitué delle maratone notturne non potranno che apprezzarlo!
Di seguito trovate il trailer ufficiale: