Una nuova generazione di mangaka - e animatori - avanza
Alla notizia della presenza di Taiyō Matsumoto al prossimo Lucca Comics and Games, sono saltato dalla sedia. Le voci erano insistenti e si sono ora concretizzate realmente. Premiato con l’importante Gran Guinigi 2016 per la sua ultima idea, Sunny, andiamo a scoprire chi è Mastumoto.
Tsukimoto – l’impassibile ragazzo con gli occhiali, descritto come un robot da tutti quelli che lo conoscono – gioca “per ammazzare il tempo”; Hoshino – l’appassionato e carismatico ‘eroe’ che Tsukimoto idolatrava durante la loro infanzia – gioca perché “ama il ping pong e odia perdere”. Come sarà il trattamento riservato a questi due da parte del freddo e crudele mondo delle competizioni sportive? Spinta dal grande successo, Ping Pong nel 2002 divenne un film e nel 2014 una serie anime per la TV, curata dal regista Masaaki Yuasa e dalla casa di produzione storica Tastunoko Production.
Grazie all’acquisizione dei diritti da parte della piattaforma gratuita VVVVID, la serie è stata quindi resa disponibile anche nel nostro paese sottotitolata. Undici episodi che non annoiano mai, mantengono sempre l’attenzione sui protagonisti e il ping pong; la caratterizzazione particolare di ogni personaggio è fondamentale per gustarsi al meglio ogni scontro: ognuno pratica l’attività in relazione alla propria personalità e le ambizioni. La pressione psicologica, la voglia di vittoria e non accettare la sconfitta diventano canoni standard per i nostri protagonisti.
Ogni tocco di palla è determinante per l’esito finale, noi spettatori viviamo nel loro stesso terrore di sbagliare. In Oriente, e specialmente in Cina, il ping pong è considerato uno degli sport nazionali. Fin da bambini, si passano ore e ore ad allenarsi per arrivare ai grandi tornei in tutto il mondo; si sa, la struttura sociale di Paesi molto rigidi, come Cina e Giappone, è un peso a cui dar conto sin dalla tenera età: lavorare duro a scuola per crearsi un futuro sicuro, ma che non è il sogno di tutti.
Le inquadrature in primo piano sui volti concentrati, in fase di studio dell’avversario si intrecciano con lo scambio di battute sul tavolo da gioco.
Nulla è dato per scontato, la voglia di raggiungere le proprie mete è il fuoco che arde nei loro corpi. Il match cruciale tra Kong Wenge, prodigio cinese, e Tsukimoto è un continuo alternarsi di colpi di scena e un pathos crescente; la mente calcolatrice di Smile si contrappone al pensiero di raggiungere un’ostinata vittoria, decisiva per il suo futuro. Ogni sequenza si arricchisce di segmenti che compongono ciascuna angolazione della partita: sguardi pieni di rabbia, la pallina seguita in ogni movimento e nelle smagliature della racchetta per determinarne la traiettoria, la prospettiva del campo di gioco calcolata al millimetro. Un capolavoro senza se e senza ma.
Il tratto grezzo, e quasi sporco, di Matsumoto non perde alcun valore sullo schermo rispetto alla carta stampata. Si avvicina alla realtà, quasi spaccando il confine tra essa e la fantasia. Ovviamente, il piacere per la realizzazione grafica è soggettiva, ma bisogna render merito alla grande idea del mangaka giapponese non esordiente nella creazione di opere del genere. Magari, molto presto parlerò dell’altro cavallo di battaglia nella sua carriera cinematografica, ovvero Tekkonkinkreet – Soli contro tutti (2006). Come ciliegina sulla torta, la casa editrice italiana 001 Edizioni pubblicherà il manga di Ping Pong. Una occasione da non perdere assolutamente.
Di seguito il trailer: