Voto: 5/10 Titolo originale: Intruders , uscita: 12-09-2011. Budget: $13,000,000. Regista: Juan Carlos Fresnadillo.
Recensione story: Intruders di Juan Carlos Fresnadillo (2011)
29/11/2024 recensione film Intruders di Marco Tedesco
Clive Owen era al centro di un horror psicologico dal tocco dark fantasy con un'atmosfera inquietante e un potente incipit, ma appestato da una sceneggiatura ripetitiva e un finale insoddisfacente
Intruders di Juan Carlos Fresnadillo del 2011 è un ibrido di horror psicologico e dark fantasy che attinge da molti elementi classici del genere senza però impegnarsi completamente in nessuno di essi. Come accade in alcune delle migliori produzioni horror spagnole recenti, come Il labirinto del fauno, il film sfrutta la vulnerabilità e la potente immaginazione dei bambini. Introduce una figura mostruosa pronta per diventare un’icona, il Carahueca, e accenna persino a temi di possessione e intervento ecclesiastico che richiamano L’esorcista. Tuttavia, il film si perde nel tentativo di spostare l’incubo dalla fantasia oscura alla logica razionale.
Dopo il suo debutto con Intacto nel 2001, Fresnadillo ha dimostrato la sua abilità nell’horror con 28 settimane dopo, continuando abilmente il lavoro di Danny Boyle su 28 giorni dopo. Con Intruders, co-finanziato da Universal Pictures International, Fresnadillo dimostra ancora una volta di saper creare tensione, mantenere un’atmosfera di inquietudine e gestire il ritmo di un thriller psicologico come richiesto da un buon B-movie. Tuttavia, la sceneggiatura traballante di Nico Casariego e Jaime Marques finisce per tradirlo.
Il film si apre con un prologo ambientato in Spagna, dove il giovane Juan (Izan Corchero) racconta alla madre Luisa (Pilar López de Ayala) una storia inquietante su un mostro solitario che vive nell’ombra e cerca di strappare i volti ai bambini per indossarli e farsi amare. I timori di Juan diventano orribilmente reali quando esce sotto la pioggia battente per recuperare il gatto di famiglia e intravede una figura incappucciata, apparentemente senza volto, che si arrampica sulle impalcature ed entra in casa.
Dopo questo potente incipit, la narrazione si sposta a Londra, 30 anni dopo, dove la stessa presenza spettrale comincia a perseguitare la dodicenne Mia (Ella Purnell). La ragazza trova l’inizio di una storia scritta a mano da un bambino, nascosta nel tronco di un albero vicino alla casa dei nonni. Suo padre, John Farrow (Clive Owen), cerca di rassicurarla, sostenendo che i mostri possono colpire solo chi crede in loro. Tuttavia, il Carahueca diventa presto una minaccia impossibile da ignorare.
Il film oscilla tra violenta realtà e immaginazione terrificante, alternando le lotte di Luisa e John per proteggere i loro figli. Luisa si rivolge alla Chiesa, ma il comprensivo Padre Antonio (Daniel Brühl) si dimostra inefficace. Dall’altro lato, John non riceve alcun supporto dalla moglie Sue (Carice van Houten), un personaggio poco sviluppato, né dalla psicologa di Mia (Kerry Fox), mentre la ragazza traumatizzata smette di parlare. Anche i sistemi di sicurezza domestica non bastano a tenere il Carahueca lontano.
La sceneggiatura di Casariego e Marques diventa ripetitiva, mostrando variazioni simili degli incontri notturni che coinvolgono i due bambini. Sebbene Fresnadillo gestisca queste sequenze con abilità, la trama comincia a vacillare quando cerca di collegare le due linee narrative parallele con un colpo di scena che alcuni spettatori potrebbero prevedere.
Il climax vira verso un’estetica visiva che ricorda il lavoro di Guillermo del Toro, con la stanza di Mia che prende vita attraverso una massa di tentacoli neri e inchiostrati. L’idea che un trauma possa generare un incubo vividamente radicato nella mente dei bambini per due generazioni è intrigante, ma la risoluzione è insoddisfacente. Smonta le fondamenta soprannaturali del film, sostituendole con una spiegazione psicologica banale e priva di mordente.
Intruders non è un film che punta sulle performance attoriali, ma Clive Owen porta una calda autorevolezza al suo personaggio, anche se tarda troppo nel collegare gli indizi. La fotografia di Enrique Chediak dona al film un aspetto cupo e inquietante, con molti movimenti rapidi che accrescono l’atmosfera claustrofobica. Il montaggio di Nacho Ruiz Capillas accentua l’agitazione, un effetto che a volte risulta esagerato, come nella colonna sonora di Roque Baños, ricca di archi tesi e melodie nervose.
Insomma, Intruders è un horror psicologico ben costruito a livello tecnico, con momenti di suspense e atmosfere inquietanti che mostrano la padronanza di Fresnadillo nel genere. Tuttavia, soffre di una sceneggiatura incerta che ripete schemi narrativi e si perde in un finale eccessivamente razionalizzato. Sebbene il film sia dotato di potenziale visivo e narrativo, non riesce a raggiungere il livello di altre opere spagnole contemporanee, come quelle di Guillermo del Toro. Fresnadillo dimostra il suo talento, ma qui si ferma a metà strada, lasciando lo spettatore con un senso di incompiutezza.
Di seguito trovate il full trailer di Intruders:
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