Riguardiamo il misconosciuto B-movie del 1989, che copia sfacciatamente intere sequenze e dialoghi di Terminator e Aliens - Scontro Finale
Se, come affermava il britannico Charles Caleb Colton, “L’imitazione è la più sincera delle adulazioni”, allora Bruno Mattei – aka Vincent Dawn – nel suo Terminator 2 (sic!!), anche conosciuto con il titolo internazionale di Shocking Dark o Terminator II ha nel 1989 manifestato il complimento definitivo a James Cameron. Difatti, il B-movie italiano attinse a piene mani non da uno – quello del titolo, bensì da due dei più noti film fanta-horror degli anni ’80 diretti dal regista canadese.
In un futuro imprecisato, l’ambiente è contaminato da un virus implacabile e l’umanità vive rintanata nel sottosuolo. Quando un gruppo di mutanti inizia a imperversare nei tunnel, la evocativamente auto-nominatasi Megaforce viene inviata a indagare. Il manipolo è composto tra gli altri da una replica di Vasquez – ossia Koster (Geretta Geretta), la dottoressa civile Sara Drumbull (una Haven Tyler che molto somiglia alla Ripley incarnata da Sigourney Weaver) e dal bel tenebroso Samuel Fuller (Christopher Ahrens). La spedizione è finalizzata a una missione di salvataggio in un avamposto scientifico finanziato dalla fosca Tubolar Corporation, a seguito di un inquietante video messaggio. Si susseguivano poi, in uno sviluppo surreale e non esattamente sensato, scienziati pazzi, creature aliene e una giovanissima sopravvissuta, Samantha (Dominica Coulson). Ci sono perfino interi scambi di battute strappati in maniera pedissequa dal classico del 1986, come il seguente tra la scienziata e la ragazzina:
“Però promettimi che rimarrai sempre con me”.
“Promesso. Non ti lascerò nemmeno un minuto”.
“Croce sul cuore”.
“Potessi morire”.
Vi ricorda qualcosa?
E c’è di più: ricordate quando Hicks (Michael Biehn), Hudson (Bill Paxton) e Ripley sono in attesa dell’assalto degli Xenomorfi e guardano il localizzatore, sul cui schermo compaiono i puntini luminosi in arrivo verso la loro posizione, ma non riescono a vedere nulla lì davanti? Eppure la spia segnala all’impazzata un avvistamento imminente … e infine scoprono che le creature dal sangue acido si muovono non nei corridoi ma nei condotti di areazione al di sopra delle loro teste? Ebbene, Bruno Mattei rigira qui tale sequenza praticamente passo per passo. Avete inoltre presente quando Bishop (Lance Henriksen) sta procedendo alla dissezione di un Facehugger morto, per un breve istante sono inquadrati i suoi occhi, e abbiamo la sensazione che sia folle almeno quanto Ash (Ian Holm) nel primo Alien? Possiamo ritrovare tutto, con una lieve variazione su tema, proprio nel matteiano Terminator 2.
Una creatura mutante quindi si infiltra nel sistema di tubature, accedendo all’interno del complesso, eliminando tutti a parte la novella Newt, incarnata dalla Coulson. Una volta che il cast arriva a destinazione, il film si scrive praticamente da solo, forse anche perché il copione è stato in effetti già scritto circa 4 anni prima da James Cameron. Perfino lo strano predatore, qui semplicemente un mutante, è un gigantesco insettoide non poi così distante dagli Xenomorfi come idea, a eccezione fatta che in questo caso ha occhi scarlatti e si diverte a scaraventare controfigure giù dalle passerelle sospese. Gli effetti speciali, ovviamente pratici, sono infine da film ultra low-budget, esattamente come le parti di script non plagiate e le battute, spesso non esattamente raffinate.
Insomma un perfetto spiegone! Se il cuore del mistero è reso cristallino in una manciata di secondi, a rimanere un enigma è invece Fuller stesso. I suoi movimenti sono così rigidi a causa della cattiva recitazione o sono intenzionali? Non dovrebbe battere le palpebre di tanto in tanto? Vero tocco di genio, la vera natura del personaggio viene allora a un certo punto rivelata e … Samuel è un cyborg simile al Terminator di Arnold Schwarzenegger! Infatti il robot annuncia di essere “la creatura più perfetta mai costruita dalla Tubular Corporation”. Se poi, come la dottoressa Drumbull, anche voi vi siete chiesti perché non abbia eliminato prima i suoi compagni di spedizione, avrete una risposta a dir poco fantastica:
Perché stavo aspettando il momento giusto. Vale a dire: ora.
Dunque, abbandonata l’apertura in pieno stile Aliens, Terminator 2 comincia a emulare in maniera ragguardevole il capolavoro di Cameron del 1984 (e a giustificare il suo titolo —) divenendo un ibrido ancora più stravagante. Quella che inizia come la versione girata da una troupe di scolaretti del film dell’86, improvvisamente prende una svolta netta nell’ultima mezz’ora, quando i cloni di Ripley e Newt sono inseguiti da Samuel, ormai divenuto a tutti gli effetti l’emulo del T-800! A questo punto, la comparsa di una macchina del tempo non sembrerebbe poi così improbabile … E nemmeno ci stupisce allora la scena in cui la Dott.ssa Drumbull attacca il Terminator brandendo una bottiglia rotta e gli provoca una ferita al volto rendendo visibile il suo occhio da cyborg sotto la pelle … Vi ricorda niente?
Per quanto si susseguano strambe trovate narrative ed estetiche, e nonché il plagio continui senza soluzione di continuità, ciò non vuol dire che Bruno Mattei e Claudio Fragasso non abbiano prestato attenzione ai minimi dettagli. E’ affascinante osservare il modo in cui Terminator 2 cerca di riproporre in chiave italica e pauperista l’anima noir tecnologica dei capolavori di James Cameron. Il duo avrà anche scarseggiato parecchio in fantasia, ma non si può certo dire che non abbia fatto i propri compiti a casa nello studiare a fondo i modelli alla base. E si tratta di citarne anche i minimi particolari. Ad esempio, Samuel calpesta un’automobilina telecomandata, facendo eco alla sequenza in cui il T-800 incarnato da Schwarzenegger passava sopra un piccolo camion giocattolo in Terminator. Oppure, quando i soldati della Megaforce s’imbattono nella giovane sopravvissuta, Samantha, anche lei morde la mano di uno di loro, proprio come Newt faceva con quella di Hicks in Aliens. Individuare tutte queste piccole citazioni diventa quindi un’operazione geek particolarmente esaltante, per la serie, “trova le differenze”. Un’operazione tutt’altro che oziosa.
Uno dei pochi attori che invece ha avuto una carriera ‘regolare’ è stata Geretta Geretta, avendo preso parte anche a Rats e a Dèmoni di Lamberto Bava. Poi c’è Clive Richie, che compare brevemente nei panni di uno scienziato urlante e che ha partecipato nel 1994 a Dellamorte Dellamore di Michele Soavi, per poi proseguire come doppiatore in film d’animazione come Titanic – La leggenda continua del 2000. Per quanto riguarda infine Bruno Mattei, ha continuato a realizzare film sia erotici che del terrore fino alla sua morte, avvenuta nel 2007.
Di seguito trovate il trailer internazionale che vi da subito un’idea del livello generale: