Voto: 6/10 Titolo originale: The Mind's Eye , uscita: 05-08-2015. Regista: Joe Begos.
[recensione] The Mind’s Eye di Joe Begos
19/12/2016 recensione film The Mind's Eye di Alessandro Gamma
Il regista prova a imitare David Cronenberg, ma il risultato è troppo approssimativo
Il fanta-horror The Mind’s Eye è il tipo di film di genere puerile che causa alla categoria una cattiva reputazione. La realtà racchiusa nell’opera seconda di Joe Begos (Almost Human), un thriller in cui dei disadattati psicocinetici muovono le cose con la mente, ricorda in maniera fin troppo evidente altre pellicole uscite da fumetti e storie dell’orrore. Ci sono infatti alcuni riferimenti evidenti, in particolare a Scanners, il capolavoro di David Cronenberg del 1981 su uomini un po’ troppo stressati che si facevano saltare in aria a vicenda la testa con il solo potere sprigionato dalle loro menti appunto, ma The Mind’s Eye possiede anche una certa sensibilità stantia da strisce disegnate che rende i rapporti chiave particolarmente in-credibili. Si tratta purtroppo, viste anche le discrete premesse, di un film amatorialmente brutto, e non in modo divertente.
La vicenda ruota intorno al ventenne sbandato con poteri psichici Zack Connors (Graham Skipper), che fugge dalle grinfie del baffuto e malvagio Dott. Michael Slovak (John Speredakos) con l’aiuto dell’amata – e altrettanto ‘speciale’ – Rachel Meadows (Lauren Ashley Carter). Il dottore ha convinto con l’inganno Connors a rimanere nel misterioso Slovak Institute of Psychokinetics perché, beh, lì c’è Rachel. Questo è tutto il senso che riuscirete a cavare da questo lungometraggio: Zack vuole Rachel, mentre Slovak vuole loro due perché vuole i loro poteri.
Ci sono numerosi aspetti poco funzionanti all’interno di questo scenario sotto-sviluppato, a partire dal fatto che i protagonisti non pensano o reagiscono gli uni agli altri in modi plausibili al di là dell’imperativo fondamentale di arrivare alla successiva scena d’azione. Ma cominciamo con il Dott. Slovak, una figura genericamente autoritaria. All’uomo non piace essere toccato, non ama che i suoi ordini vengano messi in discussione e non tiene fede alla parola data ai suoi pazienti. E quando parla, lo fa alla maniera del Dottor Destino: “Quello che fai Zack, – sarà un gioco da ragazzi una volta che raggiungerò il mio pieno potenziale!”. Dialoghi come questo danno il via libera all’over acting, quello che Speredakos vigorosamente persegue con immodesto abbandono. Purtroppo, nonostante il suo zelo, l’attore non può in alcun modo essere preso sul serio. Quando il dottor Slovak viene ‘potenziato’, diventa una specie di incrocio tra William Hickey e Gonzo il Grande dei Muppets. Quando esercita invece le sue capacità psichiche, sembra severamente stitico. Diciamolo chiaro: alcuni uomini semplicemente non sono fotogenici, quando cercano di spostare oggetti con la mente.
Piaccia o no, le malvagie azioni del Dottor Slovak innescano una rozza trama di inseguimenti. Zack e Rachel scappano a casa del padre del primo – che non lo vedeva da anni – mentre Slovak scatena i suoi maligni servitori sulle tracce dei due amanti. Si capisce che questi tizi sono cattivi perché uno indossa un berretto di lana nera, mentre l’altro ha una benda da pirata sull’occhio. I due bellimbusti istigano tutte le assurde – e allo stesso tempo prive di ogni immaginazione – scene di uccisione del film. In realtà non fanno molto più che urlare cose del tipo “Sei un uomo morto, Connors!” prima di puntare le loro pistole grosse come cannoni verso la loro prossima aspirante vittima. Questi blandi antagonisti esistono soltanto nel regno della narrativa di serie C, un luogo magicamente infernale dove sia le motivazioni che l’intelligenza dei personaggi sono entrambe molto limitate.
Persino i fan più estremi del gore troveranno che le scene action non sono solo concettualmente deludenti, ma anche sotto-illuminate, mal curate e filmate in modo dilettantesco persino nella scelta delle lenti. Il supervisor / progettista degli effetti sonori Graham Reznick offre alcuni rumori deliziosamente polposi, come il ronzio che la mente di Zack produce quando prova a muovere qualcosa, ma per lo più non c’è niente qui che i fan dell’horror non abbiano già visto prima e meglio.
Anche provando a mettercela tutta per non affossare completamente una pellicola horror a basso budget, ci si trova a un certo punto davanti a sequenze come quella in cui Zack e Rachel arrivano inevitabilmente a consumare i loro sentimenti romantici. Questo momento comprende la seguente frase, pronunciata da Zack: “La mia … psicocinesi … si è sviluppata durante la mia pubertà.” Non si tratta di una battuta, né di un dialogo deliberatamente divertente: una persona lo dice, poi procede a connettersi con un altro essere umano, e poi … ecco che diventano intimi …
Aspettate però, c’è di peggio. Quando i due piccioncini dotati di superpoteri hanno il loro momento, questa unione che dovrebbe essere apparentemente intensa è continuamente inframmezzata da riprese in cui al Dott. Slovak viene iniettata alla base del collo con una siringa del liquido blu sintetico. Il volto di Speredakos ha un tremito, come se stesse avendo un violento orgasmo. Questa immagine è ridicolmente surriscaldata, fino a quando una goccia di sudore non gocciola dal naso dell’uomo. La gocciolina oscilla e balla in slow motion, ma è ancora lì quando ritorniamo sul viso di Slovak. E’ la sudorazione più tesa che si ricordi in un film. Finirà il sudore per scendere dalla proboscide del Dottore o continuerà soltanto a dondolare avanti e indietro mentre lui viene devastato dall’intenso dolore / piacere? Questa suspense non intenzionale potrebbe addirittura uccidere lo spettatore meno preparato. Tuttavia, The Mind’s Eye non arriva mai a essere così intenzionalmente commovente, lasciandoti a borbottare e mugugnare del tempo trascorso su una pellicola che offre esattamente ciò che promette – le teste che esplodono sono in effetti piuttosto gustose – e praticamente nient’altro.
Di seguito il trailer ufficiale di The Mind’d Eye:
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