Scarlett Johansson: ‘Ghost in the Shell di Rupert Sanders sarà all’insegna del crudo realismo’
03/11/2016 news di Redazione Il Cineocchio
La protagonista conferma che l'adattamento del manga di Masamune Shirow sarà piuttosto libero
Gli appassionati di manga e anime certo saranno a conoscenza, e forse non esattamente entusiasti, dell’adattamento in chiave hollywoodiana di Ghost In The Shell, il cui originale nipponico ad opera di Masamune Shirow risale a ben 25 anni fa. Dopo una serie animata e diversi film in patria, la geniale opera cyberpunk è approdata ora Oltreoceano: è in via di realizzazione infatti un live action diretto da Rupert Sanders (Biancaneve e il cacciatore) con protagonista Scarlett Johansson nei panni del Maggiore.
L’attrice in una recente intervista ha ammesso di non avere idea di cosa si trattasse, affermando:
Non conoscevo il materiale [originario] per niente. La prima volta che ne sono venuta a contatto è stato quando ho assistito alla proiezione dell’anime in preparazione al mio film, [prima] di leggere la sceneggiatura e tutto il resto. Ed è stato abbastanza forte. Sono rimasta un po’ del tipo ‘Wow!’.
Dopo non è certo divenuto più semplice, anzi, a quanto raccontato dalla protagonista:
E’ un ruolo impegnativo. Credo che il personaggio sia per un lungo periodo di tempo in uno stato che è pressapoco questo: lei è essenzialmente in preda a una crisi esistenziale per una gran parte di questo film e chiede a se stessa “Chi ero?”, “Chi sono adesso?” “E che ne sarà di me?” E rimanere in tale stato emotivo per tutto il periodo di tempo della produzione è stata particolarmente impegnativo.
Secondo le sue parole la versione portata sul grande schermo in questo caso sarà un futuro meno ‘asettico’:
E’ un mondo davvero cool e credo che la parte più interessante sia che non è ciò a cui siamo abituati, sai, all’idea di un futuro ambientato in un Armageddon o in un contesto post-apocalittico, oppure in una realtà molto asettica, come Spike [Jonze] ha fatto con Lei [Her]. Tutto è digitalizzato e informatizzato e pulito o manca di carattere del tutto. Questo film, credo, traduce l’idea che ne ha Rupert, [il quale] me lo ha descritto come una città costruita su altre città e su un eccesso di sprechi.
Soffermandosi poi sulle peculiarità del progetto ha concluso:
Una cosa che sarà molto diversa probabilmente è che non stiamo tratteggiando un mondo alla Frank Miller in cui quei graphic novel prendono vita. Abbiamo in un certo senso l’iconografia prototipica del manga e simili, ma penso che la gente sarà sorpresa dal crudo realismo di ciò che stiamo realizzando.
Forse la Johansson non ha frequentato più di tanto la serie manga o animata originale, dove certo il “crudo realismo” non mancava, anzi, tra intrighi politici, mercato nero di organi e cyberterrorismo, venivano trattati in modo paradossale e decisamente critico temi ancora irrisolti riguardanti la nostra società, nonché le problematiche connesse alla rete, alla coscienza individuale e collettiva, all’identità… Insomma era una riflessione filosofica, esistenziale, antropologica e così via. Vedremo se questa versione occidentale banalizzerà il tutto con qualche sparatoria, un po’ di buonismo e un bel bacio ‘hollywoodiano’ sul finale. Forse sarebbe stato meglio attenersi al modus operandi di adattamenti cinematografici molto riusciti come quelli di Sin City o 300…
Tuttavia, dovremo aspettare ancora qualche mese per una sentenza definitiva, dacché Ghost in the Shell uscirà nei cinema solo il 31 marzo 2017.
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Fonte: Collider