Stanchezza da supereroi: Robert Kirkman e i fratelli Russo sanno cosa sta succedendo al pubblico dei cinecomic
08/02/2025 news di William Maga
I tre filmmaker analizzano il momento storico che stiamo vivendo coi cinecomic

Negli ultimi anni si è parlato molto di superhero fatigue, ovvero della presunta stanchezza del pubblico nei confronti dei cinecomic, soprattutto dopo i recenti flop al botteghino. Ma secondo Robert Kirkman, creatore di Invincible e The Walking Dead, il problema non è l’affaticamento, ma l’evoluzione del genere.
“Non credo che la superhero fatigue sia reale, ma penso che il genere sia diventato così onnipresente da perdere la freschezza. Non basta più essere semplicemente un film o una serie di supereroi, devi offrire qualcosa di speciale. Questo per me è eccitante, perché significa che ora possiamo spingere il genere in direzioni più interessanti.”
Il concetto è chiaro: i supereroi non stanno scomparendo, ma il modo in cui il pubblico li percepisce sta cambiando. Il periodo in cui un film di supereroi aveva successo solo perché faceva parte del genere è finito: ora serve qualcosa di più per attirare gli spettatori.
Anche Joe e Anthony Russo, registi di Avengers: Infinity War e Endgame, non credono nella superhero fatigue. Per loro, il problema è molto più grande e riguarda il modo in cui il pubblico consuma i contenuti nell’era digitale.
“Siamo in un periodo di transizione. Le persone non sanno ancora come vorranno ricevere le storie in futuro o che tipo di storie vorranno.” – Joe Russo
Joe evidenzia il divario generazionale nel rapporto con i media:
“C’è una generazione abituata ad andare al cinema per vedere un film in una data precisa, ma sta invecchiando. I giovani vogliono tutto subito, vogliono processarlo rapidamente e passare immediatamente a qualcos’altro mentre fanno altre due cose contemporaneamente.”
Per Joe Russo, il cambiamento è evidente anche al di fuori del cinema:
“Non abbiamo mai processato le informazioni in modo così rapido e collettivo come oggi. Viviamo in un’epoca di sovraccarico di dati, dove tutto si riduce a meme, titoli o video di 10 secondi. Nessuno legge più oltre le prime due frasi.”
Questo cambiamento sta mettendo in crisi il formato cinematografico tradizionale:
“La struttura del film da due ore ha più di un secolo. È inevitabile che ci sia una transizione. Il problema è che è difficile reinventare questa forma e la nuova generazione sta cercando un modo di raccontare storie che rifletta la loro attenzione sempre più breve.”
Secondo Anthony Russo, la superhero fatigue non è diversa da altre ondate di critica che hanno colpito generi popolari in passato:
“Si parlava di ‘affaticamento da western’ molto prima che noi girassimo cinecomic. Eppure, i western sono durati decenni reinventandosi continuamente.”
I cinecomic non scompariranno, ma studios e registi non possono più basarsi solo sullo spettacolo visivo. Devono trovare nuove angolazioni narrative e raccontare storie che toccano il pubblico in profondità.
La vera domanda, quindi, non è se i supereroi sono “stanchi”, ma se l’industria è disposta ad adattarsi alle nuove esigenze del pubblico.
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