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Voto: 5/10 Titolo originale: The Order , uscita: 05-12-2024. Budget: $20,000,000. Regista: Justin Kurzel.

The Order (2024): la recensione del film sul suprematismo diretto da Justin Kurzel

08/12/2024 recensione film di William Maga

Jude Law e Nicholas Hoult sono al centro di un'opera che affronta un tema complesso e rilevante, ma si rivela un esercizio di genere incapace di distinguersi per originalità o profondità

Dai tempi del suo debutto con Snowtown nel 2011, Justin Kurzel si è dimostrato particolarmente abile nel raccontare storie di uomini violenti immersi in ambienti che amplificano la loro brutalità. Serial killer, fuorilegge, protagonisti shakespeariani spietati e assassini tratti dai videogiochi hanno popolato la sua filmografia, spesso caratterizzata da una visione cupa e impietosa della natura umana. In questo senso, The Order – presentato in anteprima all’ultima Mostra del Cinema di Venezia – si inserisce perfettamente nel suo repertorio, trattando una tematica attuale come il suprematismo bianco con un approccio quasi documentaristico.

Nonostante ciò, il film non riesce a essere incisivo. Kurzel, lavorando con il direttore della fotografia Adam Arkapaw, costruisce un’estetica visivamente affascinante, ma il racconto si appoggia eccessivamente su cliché del genere “poliziotti contro criminali”, privandosi di quella carica innovativa che potrebbe renderlo memorabile.

Jude Law interpreta Terry Husk, un agente dell’FBI ormai disilluso e relegato in una piccola città dell’Idaho. Nonostante il suo impegno, il personaggio di Husk è un concentrato di stereotipi: il poliziotto al limite, con una vita personale a pezzi e un’infallibile capacità di fiutare i colpevoli. Anche la performance di Tye Sheridan nei panni del suo giovane e idealista collega segue traiettorie narrative già viste, con un epilogo che si intuisce fin troppo facilmente.

The Order (2024) film posterDall’altro lato, Nicholas Hoult si distingue nel ruolo di Bob Mathews, il carismatico leader di un gruppo suprematista che finanzia le proprie attività terroristiche con rapine a banche e furgoni blindati. Hoult offre una performance intensa, canalizzando un mix di fascino inquietante e fanatismo, ricordando per certi versi il Ryan Gosling di The Believer. Le dinamiche interne dell’organizzazione di Mathews, basate su ideologie tratte da testi come The Turner Diaries, sono decisamente più interessanti rispetto alle sequenze investigative che coinvolgono Husk.

Il punto più alto del film è una scena di confronto tra Mathews e Richard Butler (interpretato da Victor Slezak), fondatore delle Aryan Nations. Questo dialogo espone le divergenze tra i due estremisti: Mathews è per l’escalation immediata e violenta, mentre Butler preferisce un approccio più sottile, mirando a infiltrare le istituzioni politiche. È un momento che riesce a connettere la narrativa con i dibattiti politici attuali, ma il film non sfrutta appieno questa opportunità per approfondire ulteriormente il discorso.

The Order soffre di una sceneggiatura che, nonostante l’intento di affrontare tematiche contemporanee, si affida troppo a cliché già esplorati in decenni di cinema poliziesco. Le scene d’azione, seppur ben realizzate, non portano nulla di nuovo: l’assalto a un furgone blindato, per esempio, è spettacolare ma prevedibile.

Il film cerca di emulare la tensione e il simbolismo di Heat – La sfida di Michael Mann, ma fallisce nel creare un vero peso iconografico tra Husk e Mathews. La loro unica interazione faccia a faccia manca di intensità emotiva e significato, risultando un pallido tentativo di richiamare il celebre confronto tra De Niro e Pacino. Anche il finale, con un’esplosione di violenza che ricorda The Kelly Gang dello stesso Kurzel, manca della forza espressionista e del dinamismo visivo che caratterizzava quel film.

Nonostante l’ambientazione contemporanea e il tema politico, il film non riesce a superare una narrazione derivativa. Le connessioni con l’attualità, seppur presenti, vengono esposte in modo didascalico, senza lasciare spazio a un’esplorazione più sottile e complessa. Il risultato è un’opera ben intenzionata, ma incapace di emergere come un vero thriller politico o un’indagine incisiva sul suprematismo bianco.

In definitiva, The Order è un film che offre alcune performance notevoli, in particolare quella di Nicholas Hoult, e una fotografia impeccabile, ma manca di originalità e mordente. Le tematiche attuali, sebbene rilevanti, sono trattate in modo troppo superficiale, lasciando allo spettatore la sensazione di un prodotto derivativo.

Il trailer di The Order: