Il regista torna sulle scene con un coraggioso esperimento indie che mette alcuni fuorilegge sulla strada di una congrega di streghe (produce Joe R. Lansdale)
Fuorilegge, assalti al treno, duelli, sparatorie, saloon e streghe; l’ultima fatica di Aaron B. Koontz (Camero Obscura) ha dentro un po’ di tutto, ma è specialmente l’ultimo elemento che dovrebbe dar piacere alle orecchie dei fan del genere. The Pale Door porta infatti l’horror puro nel Vecchio West, offrendo una premessa piuttosto allettante, considerando quanto questo intrigante mash-up sia stato storicamente poco utilizzato al cinema. Purtroppo, a causa (anche) degli evidenti limiti di budget, i cardini di questa ‘pallida porta’ risultano parecchio arrugginiti, col film che si crogiola in stanchi cliché (più o meno volontariamente) e in una narrazione senza particolari guizzi, che fa esclusivo affidamento sull’idea alla base.
La ragazza offre assistenza medica a Duncan, che nel mentre ha subìto una grave ferita da arma da fuoco, e conduce la gang nel misterioso bordello di una città quasi fantasma. Lì, gli uomini si lasciano andare ai piaceri terreni offerti dalla maîtresse e dalle sue protette, finché improvvisamente queste non si rivelano essere una congrega di streghe centenarie che si è interessata al giovane Jake per un importante rito e che non si fermerà davanti a nulla pur di averlo.
Come saprete, il western horror non è storicamente un sottogenere che attira grandi finanziatori (pensiamo ad esempio a Bone Tomahawk o Jonah Hex, non esattamente dei successi commerciali, sebbene molto pubblicizzati), quindi figuratevi le aspettative per un tipico prodotto indie. Eppure, The Pale Door non si può dire che manchi di potenziale e aspettative, anche perché tra i produttori esecutivi figura un certo Joe R. Lansdale …
Il concept stesso del film (o almeno il titolo …) ha infatti le sue radici nel poema Il Castello Incantato di Edgar Allen Poe, in cui emerge il risonante tema della bellezza che si trasforma in qualcosa di orribile. Niente di tutto questo, tuttavia, viene adeguatamente sviluppato qui, segnando il primo passo falso (francamente, si fa proprio fatica a capire il collegamento).
Durante la visione di The Pale Door si ha la sensazione che il film dovrebbe (vorrebbe?) essere molto più divertente di quanto effettivamente non sia, giocando apertamente come un discendente di Dal Tramonto all’Alba, dove le streghe prendono il posto dei vampiri in un Titty Twister che diventa a tutti gli effetti (solo) una casa di piacere. Questa supposta tensione tra il tono grave dell’opera e la sensibilità più ‘spensierata’ vacilla mentre l’azione esplode a strappi prima di infossarsi, senza mai mantenere un ritmo costante. Questa scelta rimuove così completamente tutto lo slancio narrativo e la suspense da ogni scena, fallendo sia nel reparto horror che negli archi emotivi dei personaggi.
Ciononostante, non riesce a garantire il finale emotivamente pregno che si potrebbe aspettare. Mentre i due fratelli si preparano a prendere decisioni importanti, non si può fare a meno di sentire il frettoloso passo barcollante che complotta su di loro, minando irreparabilmente la profondità necessaria per ‘vendere’ i momenti finali del film.
Dove il potenziale di The Pale Door brilla davvero è, fortunatamente, quando la situazione inizia per la prima volta a deragliare verso il soprannaturale. Gli spettatori, sapendo di guardare un horror, sicuramente si aspettano che succeda il finimondo prima o poi (magari non troppo ‘poi’ …), e quando le streghe si rivelano per le orribili e sanguinarie creature che sono davvero, il regista e sceneggiatore sfodera il make-up e le sequenze più d’impatto e immaginifiche.
L’aspetto delle streghe quando sono in piena modalità ‘creature centenarie’ è eccellente, inoltre Aaron B. Koontz evita di appoggiarsi interamente alla CGI, per un risultato molto più efficace. Ma, al di là del prevedibile scontro clou tra umani e ‘mostri’, solo il prologo possiede una certa qualità in termini di regia ed emozioni. In particolare, la trama che circonda i fuorilegge non è abbastanza profonda da sostenere i momenti più tranquilli, né per dare molto peso a qualsiasi messaggio che sta cercando di veicolare (leggasi ‘corsi e ricorsi di violenza’).
Insomma, The Pale Door, con tutte le attenuanti del caso, ci mette davvero troppo ad ingranare e, una volta aperte le danze, non fa poi molto per lasciare il segno. Resta un progetto coraggioso e lodevole negli intenti, che potrebbe comunque allietare le notti degli appassionati oltranzisti in cerca di un raro horror western.
Di seguito il trailer internazionale di The Pale Door: