David Cronenberg nel 1997: “Vi racconto la genesi di Il Pasto Nudo” | Tra le pieghe del tempo
06/03/2018 news di Redazione Il Cineocchio
A 6 anni dall'uscita nelle sale, il regista canadese ricorda lucidamente l'approccio personalissimo usato per plasmare la propria versione del criptico romanzo di William S. Burroughs
Dopo esserci dedicati per qualche tempo al cinema italiano, ripescando curiose dichiarazioni di attori e registi, oggi è il turno di un grande filmmaker internazionale, David Cronenberg. Direttamente dalle pagine de La Stampa dell’ottobre del 1997, recuperiamo un estratto del decimo numero della rivista Garage (edita da Paravia/Scriptorium) in cui il regista canadese racconta personalmente la genesi de Il Pasto Nudo (Naked Lunch), film ispirato all’omonimo romanzo di William S. Burroughs pubblicato prima in Francia nel 1959 e poi nel 1962 negli Stati Uniti e alle reali circostanze in cui lo scrittore americano – morto pochi mesi prima – lo scrisse a Tangeri, in Marocco.
Questo il suo racconto, in cui ci tiene a puntualizzare alcune cose:
Lavorare sulla sceneggiatura di Il Pasto Nudo è stato molto lungo e difficile. La prima volta che mi è venuta in mente l’idea di trarre un film dal libro di William Burroughs Pasto Nudo è stata circa dieci anni fa, prima di poterlo poi realizzare. Non v’è alcun dubbio che il film sia interamente mio, in quanto Burroughs non ha praticamente partecipato al progetto di scrittura della sceneggiatura. So quali sono le mie caratteristiche e non ho mai avuto intenzione di fare un documentario, una ricostruzione storica o di essere fedele all’originale. Considero piuttosto il film come un sogno in cui ho messo tutte le mie ossessioni e idiosincrasie. Non ho mai sperato e pensato di soddisfare i fan dei libri di Burroughs, ma il mio pubblico, quello cinematografico, non un pubblico letterario. Il romanzo è indubbiamente molto duro e aspro, senza calore e alcun momento di tenerezza. Coloro che si aspettavano una trasposizione fedele del testo sono sicuramente rimasti delusi, ma ero stato chiaro fin dall’inizio: il film sarebbe stato differente.
Addentrandosi nella disamina, David Cronenberg prosegue:
A un primo livello era un lavoro su un libro e sulla scrittura di un libro. Vi è un personaggio, William Lee [Peter Weller], che non è esattamente William Burrows, sebbene abbia dei punti in comune con lo scrittore. Questo personaggio ha paura di molte cose e non giungerà mai ad ammetterne qualcuna, come ad esempio la sua omosessualità. Bill ha assassinato la moglie e deve spiegarlo a se stesso, cosa che non può fare che scrivendo. Ma siccome si è privato della possibilità intellettuale ed emozionale di scrivere, si vede costretto a inventare una nuova realtà che lo porti a realizzare ciò che è in effetti, uno scrittore che deve scrivere per esorcizzare il proprio passato e le proprie azioni, che deve scoprire ciò che è e se vi è un senso nell’universo. È per questo che ho deciso che il protagonista deve uccidere la seconda Joan [Judy Davis], poiché è questo momento che lo ha portato a scrivere e a comprendere la sua sessualità e altre cose. Rivive costantemente questo assassinio e con questo ripetersi dell’evento riesce a continuare a scrivere. Quando lo vediamo sullo schermo che uccide ci domandiamo se sia reale o se faccia parte delle sue allucinazioni o se sia una visualizzazione del libro che sta scrivendo. In realtà sono tutte queste cose insieme.
Costato 17 milioni di dollari, Il Pasto Nudo non raccolse un ampio consenso di pubblico (nemmeno 3 milioni complessivi), un dato certo non insolito per David Cronenberg, che avrebbe conosciuto il successo commerciale soltanto molti anni dopo, con A History of Violence (2005).
Il trailer di Il Pasto Nudo:
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Fonte: La Stampa