Trama, data di debutto e poster per Godzilla: City on the Edge of Battle, sequel di Il Pianeta dei Mostri
20/03/2018 news di Redazione Il Cineocchio
Il secondo capitolo della trilogia animata dedicata al Re dei Mostri vede ancora una volta in regia i giapponesi Kobun Shizuno e Hiroyuki Seshita
Godzilla: Il Pianeta dei Mostri (GODZILLA – 決戦機動増殖都市 – Gojira: Kessen Kidō Zōshoku Toshi), il primo lungometraggio animato incentrato su Godzilla, è stato distribuito in esclusiva su Netflix all’inizio di quest’anno (la nostra recensione) e ora sono stati diffusi la trama e il poster del suo sequel (si tratta di una trilogia), unitamente alla data di debutto, fissata, almeno in Giappone al prossimo 18 maggio.
Questa la sinossi ufficiale di Godzilla: City on the Edge of Battle (le alternative possibili per la traduzione sono Godzilla: Battle Mobile Breeding City o Godzilla: The City Mechanized for the Final Battle) titolo più o meno ufficiale:
Risalendo dalle profondità del pianeta incontriamo un nuovo tipo di mostro, soprannominato “Godzilla Earth”. Evolutasi per 20.000 anni, la creatura si erge per 300 metri in altezza, pesa oltre 100.000 tonnellate e possiede un potere così distruttivo che Haruo e la sua squadra non hanno altra scelta che scappare via per salvarsi la vita. In soccorso di Haruo, tuttavia, giunge Miana, un membro di una tribù aborigena chiamata Houtua, i cui membri rappresentano i primi umanoidi che la squadra incontra. Potrebbero discendere dagli umani? ‘Il nostro dio tribale è stato distrutto da Godzilla. Tutto ciò che ci rimane sono queste uova. Chiunque abbia provato a combatterlo o a resistergli è stato affogato nel suo fuoco’, raccontano gli uomini della tribù ad Haruo, che risponde con: ‘Questa è la nostra ultima opportunità di riconquistare la nostra casa.’ Nel frattempo, il comandante della razza dei bilusaludo, Galu-gu, è entusiasta di scoprire che le punte di freccia della tribù Houtua sono fatte di un nanometallo capace di non ossidarsi. Era stato sviluppato nel corso del 21° secolo come un’arma killer “anti-Godzilla”, dispiegata durante la decisiva battaglia combattuta ai piedi del Monte Fuji, ma era stato distrutto prima che potesse essere attivato sotto forma di “Mecha-Godzilla”. Il nanometallo era la sua sostanza di base ed è la prova che l’impianto di produzione potrebbe ancora essere utilizzato.
Diretto ancora una volta a quattro mani da Kobun Shizuno e Hiroyuki Seshita, in attesa del primo trailer possiamo cominciare a immaginarci quello che potrebbe essere uno scontro epocale tra il MechaGodzilla, un Godzilla alto 1.000 piedi e forse addirittura Mothra (a meno che non lo stiano salvando per l’ultimo capitolo) in Godzilla: City on the Edge of Battle.
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