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Voto: 5.5/10 Titolo originale: Three Thousand Years of Longing , uscita: 24-08-2022. Budget: $60,000,000. Regista: George Miller.

Tremila Anni di Attesa: la recensione del film fantasy diretto da George Miller

17/06/2023 recensione film di William Maga

Idris Elba e Tilda Swinton sono i protagonisti di un'opera fantasy Rated R affascinante, che però non riesce a raccontare nel modo migliore quello che vuole dire sull'amore e l'importanza delle storie

Una storia che parla di storie e una vicenda romantica che tratta il mistero dell’amore, Tremila anni di attesa (Three thousand years of longing) vede il 78enne George Miller lasciare la sua immaginazione libera di sfogarsi, anche se i risultati non sono sempre all’altezza delle proprietà magiche intrinseche del materiale che ispira la narrazione.

Idris Elba interpreta un Djinn – o genio – che si avvicina alla “narratologa” Tilda Swinton ventilandole la possibilità di concederle tre desideri, dando così luogo a una serie di favole epiche che solo tardivamente rivelano la struggente corrente emotiva di fondo.

Difficilmente etichettabile come priva di ambizione o di verve, questa fiaba Rated R da 60 milioni di dollari di budget infiocchettata con una modernissima ‘elettricità’ tecnica arriva in Italia direttamente in home video dopo il clamoroso flop negli USA lo scorso anno (appena 8 milioni incassati, e meno di 12 complessivi in tutti gli altri paesi in cui è uscito nei cinema) corredata da un commento sociale e da un’analisi piuttosto adulta sulle conseguenze della ricerca di ‘connessione’, eppure la scelta di rendere la vicenda a episodi e solo a tratti davvero coinvolgente finisce più per frustrare che incantare.

Three Thousand Years of Longing film poster 2022Proprio come Mad Max: Fury Road, Tremila anni di attesa ha debuttato fuori concorso al Festival di Cannes 2022, ma nonostante l’innegabile attrattiva dei due protagonisti il pubblico – tra cui probabilmente moltissimi fan dei film di Mad Max (su cui peraltro ha fatto pesantemente affidamento la campagna pubblicitaria, sbagliando clamorosamente) – hanno presto fiutato che l’ultimo lavoro del regista australiano è distante tremila chilometri dalla polverosa epopea post-atomica di Max Rockatansky.

Non bastasse, in un momento storico in cui un esponente del cinema fantastico più bizzarro come Everything Everywhere All At Once (la recensione) sta facendo incetta di premi e di consensi, è facile capire come questa miscela sgangherata di amore e di mitologia non sia stata adeguatamente sponsorizzata dagli esperti di marketing di Hollywood.

In ogni caso, la dotta Alithea (Swinton), che insiste tramite voce fuori campo di essere felice, anche se è sola. In quanto studiosa di storie, si sposta dalla sua casa di Londra a Istanbul, dove acquista una piccola e splendida bottiglia che, dopo esser stata sfregata, libera un Djinn (Elba) che le concederà immancabilmetne tre desideri.

A causa della sua esperienza, Alithea è però diffidente nell’accettare l’offerta: dopotutto, in molti libri e testi antichi questi desideri portano a conseguenze impreviste e spesso spiacevoli. Questo spinge allora l’essere ultraterreno a raccontarle dei secoli di miseria che ha dovuto sopportare corteggiando diversi amori, coi suoi sforzi concluso in una cocente delusione.

Lavorando sul romanzo The Djinn in the Nightingale’s Eye di A.S. Byatt del 1994, George Miller costruisce una realtà iper-vivida e satura che, per gran parte della prima metà di Tremila anni di attesa, vede il Djinn e Alithea parlare all’interno della sua camera d’albergo turca, mentre le disavventure di questa creatura magica vengono mostrate in elaborate e colorate scene in flashback.

Che si tratti della Regina di Saba (Aamito Lagum) o di una geniale donna dimenticata del XIX secolo di nome Zefir (Burcu Golgedar), il Djinn ha cercato molte volte di essere liberato dalla sua prigionia facendo esprimere i suoi tre desideri all’ ‘oggetto’ del suo affetto. Tuttavia, qualche ostacolo inaspettato si è sempre frapposto sulla sua strada.

Nonostante George Miller abbia riconvocato molti degli esperti tecnici che avevano abilmente plasmato Fury Road, queste sequenze spesso sembrano tuttavia più laboriose e ‘faticose’ anziché virtuose. Inoltre, Tremila anni di attesa inizia a diventare ripetitivo, con il film che ritorna costantemente a Idris Elba e Tilda Swinton in quella stanza d’albergo, ogni volta riassumento le conseguenze delle ultime reminiscenze.

Questo gruppo di flashback ha comunque un obiettivo più elevato, che è quello di interrogare il nostro bisogno di storie e di come esse diano significato all’apparente disordine delle nostre vite. Gli effetti speciali sono spesso sorprendenti e la performance di Idris Elba in questo ruolo di figura potente ma ostacolata – sembra maledetto a dover rimanere intrappolato in quella bottiglia per sempre – restituisce facilmente il senso di grandezza del Djinn. Ma per un regista i cui film spesso possiedo un impeto furioso, Tremila anni di attesa appare un po’ più dispersivo e dilatato.

THREE THOUSAND YEARS OF LONGING film 2022 idris elbaDetto questo, il film passa intrigantemente a un’altra prospettiva mentre si avanza nella visione, diventando una storia d’amore tenue e malinconica tra il Djinn e Alithea, che iniziano timidamente una relazione.

In questi segmenti Tilda Swinton ha così modo di lavorare sulla sua vulnerabilità, interpretando la ‘narratologa’ come una persona che si è auto-tagliata fuori dalla possibilità di avere un partner per la vita.

Anche qui, però, Tremila anni di attesa è eccessivamente frenetico, includendo non del tutto convincentemente una digressione sulla crescita del bigottismo nell’era della Brexit. La colonna sonora travolgente di Tom Holkenborg suggerisce la grandiosità drammatica che George Miller cerca, sperando di mostrare come l’amore (come pure le storie) permetta alle persone di andare avanti durante i momenti bui.

C’è bellezza in questa idea ed è quasi stupefacente che l’uomo dietro un’opera intensa e frenetica come Fury Road sia altrettanto appassionato nella sua convinzione che omnia vincit amor.

Quando Tremila anni di attesa permette alle sue star di incarnare due anime solitarie e prudenti che si sono magicamente trovate, le oscillazioni stilistiche più selvagge ed erratiche del film svaniscono. Tuttavia, anche se l’ultimo lavoro di George Miller è ispirato dal potere delle storie, da solo non risulta un racconto del tutto avvincente.

Di seguito – sulle note di 2020 dei Suuns – trovate il full trailer internazionale di Tremila anni di attesa, disponibile direttamente in DVD dal 21 giugno: