Voto: 5/10 Titolo originale: Red One , uscita: 31-10-2024. Budget: $250,000,000. Regista: Jake Kasdan.
Uno Rosso: la recensione del film action natalizio di Jake Kasdan
07/11/2024 recensione film Uno Rosso di Marco Tedesco
Dwayne Johnson e Chris Evans sono al centro di un prodotto che punta a diventare un classico delle festività, ma la mancanza di originalità e un eccessivo uso di effetti speciali oscurano il suo potenziale
Produzione natalizia da 250 milioni di dollari trainata da Dwayne Johnson e Chris Evans, Uno Rosso (Red One) aspira a reinventare il film di Natale combinando azione, umorismo e un pizzico di magia.
La trama racconta le peripezie di Callum Drift (Johnson), capo della sicurezza personale di Babbo Natale, e Jack O’Malley (Evans), un ladro cinico ma dotato di cuore d’oro, che si uniscono per salvare Santa Claus (J.K. Simmons) da un rapimento che minaccia l’intera vigilia di Natale.
Sotto la direzione di Jake Kasdan (Jumanji), Uno Rosso si presenta come l’inizio di una potenziale saga natalizia in stile Marvel, con un intreccio denso di elementi mitologici e scenari tecnologici che puntano a un pubblico di famiglie alla ricerca di intrattenimento festivo.
Tuttavia, nonostante queste premesse, il film spesso manca di originalità e dello spirito autentico che ci si aspetta in una storia di Natale, finendo per deludere le aspettative.
Il casting di Uno Rosso è comunque uno dei suoi punti di forza. Dwayne Johnson si cala nel ruolo di Callum con il suo consueto carisma, interpretando un personaggio stoico e riflessivo, in contrasto con la figura più sbarazzina di Jack O’Malley, che Chris Evans porta in scena con un misto di cinismo e ironia.
Johnson offre al pubblico un protagonista che, nonostante le apparenze muscolari, si trova in crisi di fede riguardo alla sua missione di proteggere Babbo Natale e, per estensione, lo spirito natalizio. Simmons, nel ruolo di Santa Claus, si diverte a rompere gli stereotipi: il suo Babbo Natale è un energico e possente “santo” con una passione per l’allenamento fisico, che infonde al personaggio una certa freschezza.
Tuttavia, la chimica tra Johnson ed Evans, che avrebbe potuto dare vita a una dinamica in stile “buddy cop” dal sapore natalizio, appare spesso forzata e priva di quell’energia e naturalezza che potrebbero rendere i loro personaggi più accattivanti.
Dal punto di vista della narrazione, Uno Rosso fatica a stabilire un’identità precisa. La trama cerca di bilanciare commedia, azione e riflessione morale, ma finisce per oscillare tra registri troppo diversi senza mai trovare una coesione che renda l’esperienza davvero coinvolgente.
Le intenzioni del film, almeno in parte, sembrano quelle di trasmettere un messaggio morale sull’importanza della “lista dei buoni” e sulle insidie di una società troppo spesso orientata verso l’egoismo. Questo messaggio, però, appare ambiguo e confuso, reso ancor meno efficace dal tono iper-commerciale e dalla forte enfasi su simboli del consumo.
Invece di approfondire la questione della “lista dei cattivi” e delle conseguenze che essa comporta, la trama si concentra su scene d’azione e gag di stampo hollywoodiano che lasciano poco spazio alla riflessione e alla crescita dei personaggi.
Esteticamente, Uno Rosso non riesce invece a sfruttare appieno le risorse a sua disposizione, malgrado un budget elevato e l’uso abbondante di effetti speciali. Gli scenari digitali, come il Polo Nord rappresentato come una sorta di città ipertecnologica sotto una cupola, risultano caotici e poco immersivi, privi di quella magia che solitamente contraddistingue un film natalizio.
I luoghi visitati dai protagonisti, dalla Baviera ad Aruba, sembrano intercambiabili e privi di carattere, come se fossero ambientazioni ricostruite frettolosamente. Anche i personaggi non umani, come un orso polare parlante e alcuni pinguini, non riescono ad aggiungere umorismo o vivacità, apparendo come mere caricature digitali.
La scelta di introdurre figure mitologiche come Krampus, il fratellastro di Babbo Natale, e la strega Gryla, ispirata al folklore islandese, avrebbe potuto aggiungere una dimensione intrigante alla storia, ma i loro ruoli rimangono limitati a semplici antagonisti senza particolare profondità.
La performance di Kiernan Shipka nei panni di Gryla cerca di infondere vitalità a un personaggio altrimenti statico, ma finisce per perdersi in un’interpretazione che oscilla tra il comico e il grottesco, senza mai affondare realmente le radici in una rappresentazione emotivamente convincente.
Anche Lucy Liu, nei panni della direttrice di un’organizzazione mitologica incaricata di proteggere figure come Babbo Natale, risulta sottoutilizzata, confinata a un ruolo che non le offre l’opportunità di esprimere al meglio il proprio talento.
Le sequenze d’azione, pur ben coreografate, risultano poi eccessive e prive di quella leggerezza che ci si aspetterebbe da una pellicola di Natale. Anche momenti potenzialmente ironici, come un combattimento di Johnson in cui il suo personaggio cambia dimensione, perdono la loro efficacia a causa di una sceneggiatura che sembra prendersi troppo sul serio.
In più occasioni, Uno Rosso tenta di inserire riferimenti a eventi di cultura pop contemporanea, ma senza il brio o l’arguzia che potrebbero renderli divertenti e memorabili.
Nonostante questi problemi, Uno Rosso potrebbe comunque trovare un pubblico tra chi cerca un intrattenimento semplice e superficiale per le festività. Alcuni momenti comici strappano un sorriso, grazie soprattutto alla verve di Evans, e le scene d’azione offrono una dose di spettacolo che potrebbe soddisfare chi ama i blockbuster d’azione.
Tuttavia, il film nel complesso soffre di una mancanza di originalità e di un eccessivo affidamento a elementi già visti. Persino il finale, che dovrebbe rappresentare il momento di riscatto emotivo per i protagonisti, appare prevedibile e scontato, lasciando l’impressione di un’opera più interessata a proporsi come prodotto commerciale che a trasmettere il vero spirito natalizio.
In definitiva, Uno Rosso rappresenta un tentativo di creare un classico natalizio moderno che, sebbene ambizioso, fatica a lasciare il segno. Con un cast di talento e un budget considerevole, il film aveva tutte le carte in regola per offrire un’esperienza festiva indimenticabile, ma la sua esecuzione appare appesantita da cliché, un’estetica eccessivamente carica di effetti speciali e una trama discontinua che non riesce a coinvolgere appieno lo spettatore.
Mentre alcune famiglie potrebbero trovare in Uno Rosso una visione piacevole e leggera, la mancanza di coesione e di un vero messaggio emozionante lo rendono un prodotto destinato a essere dimenticato in fretta, come una produzione Netflix qualunque (Red Notice, sempre dal budget enorme, con The Rock nel cast e con ‘Red’ nel titolo, chi lo ricorda?).
Insomma, un “giocattolo” commerciale privo di vera magia, che potrebbe faticare a trovare posto accanto ai classici natalizi che riescono a trasmettere il vero calore delle festività.
Di seguito trovate – sulle note di Crazy Train di Ozzy Osbourne – il trailer italiano di Uno Rosso, nei nostri cinema dal 7 novembre:
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