Il regista olandese porta sul grande schermo la vita di Redbaldo re dei Frisoni, sbilanciandosi nella componente drammatica ma garantendo una dose di sangue sopra la media
Qualche giorno fa vi avevamo parlato di Armada – Sfida ai Confini del Mare (la recensione), film olandese del 2015 diretto da Roel Reiné, che raccontava le imprese dell’ammiraglio Michiel de Ruyter. Nelle intenzioni dei produttori, Armada era il primo di quella che dovrebbe essere una trilogia ideologica su tre grandi personaggi della storia olandese, ovvero il già citato de Ruyter oltre a Redbaldo re dei Frisoni e Guglielmo I d’Orange.
Il secondo capitolo di questa trilogia (dittico, per il momento) è Redbad, uscito nel 2018 ed arrivato in Italia il 20 marzo di quest’anno in dvd e bluray Koch Media, distribuito come Vikings – L’Invasione dei Franchi, al momento presente anche nel catalogo di Amazon Prime Video. In Italia ed altri paesi, come UK, Australia e Francia, si opta per un titolo chiaramente commerciale, considerando che quel ‘Vikings’ tenta di sfruttare il successo dell’omonima serie televisiva, nonostante una trama che non ha nulla a che fare con i vichinghi.
La storia di Vikings – L’Invasione dei Franchi cerca da subito di delineare un profilo caratteriale di Redbaldo, l’inizio di un processo di crescita, maturazione spirituale ed ideologica che proseguirà in corso d’opera, facendo da filo conduttore di una vicenda costruita sulle spalle e sul cuore del suo personaggio protagonista. Redbaldo è in conflitto col padre, non ne condivide la strategia di difesa, ma soprattutto rinnega alcuni dei barbari rituali che contraddistinguono le tradizione pagane dei Frisoni. In particolare, il sacrificio umano di donne messe al rogo in onore degli Dei con lo scopo di favorire il fiorire degli approvvigionamenti alimentari. Proprio durante uno di questi roghi, avviene l’attacco dei Franchi durante il quale Redbaldo, contraddicendo un ordine di Aldigisl, concede involontariamente spazio all’invasione in cui suo padre perderà la vita. Redbaldo viene così sacrificato agli Dei, legato ad una zattera e lasciato in mare aperto, una condanna a morte travestita da ennesimo rituale a cui miracolosamente sopravvive; ritrovato (e messo in salvo) dai Danesi da cui viene in qualche modo adottato, conquista la loro fiducia combattendo al loro fianco, si ricostruisce una nuova vita che prevede una sposa (cristiana) ed un figlio.
Una fase di vita necessaria a mostrare il cambiamento di Redbaldo, la sua maturazione, la consapevolezza del suo ruolo, la sua apertura mentale. Il confronto con i Danesi, così vicini alla sua cultura ma anche così diversi (vedi, in particolare, le credenze religiose) gli farà riscoprire l’attaccamento al suo popolo, il vivere per difendere i propri valori, ma anche l’aprirsi ad un processo di evoluzione culturale essenziale per la sopravvivenza dei Frisoni da cui capisce di dovere tornare, un popolo e un terra da dover soccorrere e guidare alla ribellione contro l’invasore. Il ruolo va a Gijs Naber, volto tipicamente fiammingo, che assolve il compito con bravura e credibilità; il suo Redbaldo è da subito coraggioso e spavaldo ma inizialmente acerbo, nel corso degli eventi saprà acquisire quella sicurezza e quella saggezza necessari per mettersi a capo dei Frisoni – governati, intanto, dal remissivo Eibert (Derek de Lint), fratello di Aldigisl. Merito anche della moglie Frea (Loes Haverkort), donna danese, guerriera, forte ed ostinata.
Per andare sul sicuro in quanto a malefica credibilità ci si affida al volto di un cattivo per antonomasia, quello di Jonathan Banks (Breaking Bad), a cui viene affidato il ruolo di Pipino di Herstal, che l’attore porta a casa facilmente con esperienza e mestiere, gli bastano poche pungenti battute per provocare un disprezzo istantaneo. Tibo Vandenborre è, invece, Carlo Martello, un personaggio che inizialmente sembra subire l’influenza e vivere all’ombra di Pipino di Herstal, ma che sarà capace di superarne l’immorale cattiveria una volta ereditato il trono uccidendo la concorrenza. Jack Wouterse interpreta Villibrordo, viscido vescovo emblema di un pericoloso fanatismo religioso, esecutore di quel processo di cristianizzazione perpetrato da Pipino e Carlo Martello; Egbert Jan Weeber (già Guglielmo III in Armada) è infine un giovane Bonifacio, inizialmente titubante si lascerà coinvolgere nelle pratiche messe in atto da Villibrordo.
Il tipo di combattimento in Vikings – L’Invasione dei Franchi è differente dalla guerra in mare di Armada, si vira sugli scontri ravvicinati, battaglie di spada (ed armi disparate), molto crude e sanguinolente. Sequenze avvincenti, in cui combattono anche le donne, scorre sangue, volano arti e le decapitazioni non si contano. Menzione obbligatoria per l’ultima battaglia, quella liberatoria. Ci si arriva in un crescendo di intensità, nel momento in cui Redbaldo sembra essersi convinto a sottomettersi e che un’accettazione (sotto ricatto) del Cristianesimo da parte sua possa salvare il suo popolo, capisce invece che la sua gente ha bisogno di mantenere e tutelare la propria identità per trovare la forza di ribellarsi all’oppressore. Dopo aver messo in crisi la logica del vescovo (“se andrò in paradiso da cristiano, rivedrò i miei antenati che non lo erano?) si lascia andare ad un discorso appassionato che esalta i Frisoni, cambiando improvvisamente la prospettiva di un conflitto dall’esito non più scontato. Preferire l’inferno con gli amici anziché il paradiso coi nemici, morire per difendere la propria libertà e la propria volontà, un popolo che non si piega a nessuno e che si ritrova unito dagli ideali del suo leader. Non conta quale sia il proprio Dio ma il valore delle proprie azioni (discorso quanto mai attuale, tra l’altro). Da leader carismatico fa breccia sulla sua gente e organizza una ribellione che troverà il suo sfogo nell’epica battaglia finale, in cui coraggio e strategia saranno determinanti per scacciare i Franchi.
Redbaldo e il suo popolo vissero liberi e indipendenti fino al giorno della sua morte. Bonifacio venne ucciso nel 754 in territorio frisone da banditi e criminali, i Franchi utilizzarono la sua morte come pretesto per una vendetta che portò alla cristianizzazione di tutto il territorio. Ancora oggi, Villibrordo e Bonifacio vengono venerati come Santi, mentre la figura di Redbaldo venne vietata per anni nei libri scritti dagli storici cristiani e riscoperta solo in seguito. Redbaldo sopravvive come leggenda, il film di Roel Reiné cerca di alimentarla, denunciando con animo e convinzione i crimini della Chiesa cristiana. Un chiave di lettura molto interessante nonché la possibilità di approfondire eventi e personaggi storici meno conosciuti dalle nostre parti.
Vikings – L’Invasione dei Franchi esce in patria il 28 giugno 2018, il suo però è un flop commerciale imputabile a vari fattori come la concorrenza di titoli come Gli Incredibili 2 o Jurassic World – Il Regno Distrutto, una scarsa campagna promozionale e, probabilmente, l’aver sottovalutato la concomitanza del campionato del mondo di calcio capace di catalizzare l’attenzione di molti sportivi olandesi nonostante l’assenza della propria nazionale non qualificata alla competizione. Un flop che, ci auguriamo, non freni il completamento di questa intrigante trilogia, Guglielmo I d’Orange è in attesa di ricevere lo stesso trattamento celebrativo.
Di seguito il trailer di Vikings – L’Invasione dei Franchi: