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Titolo originale: Michiel de Ruyter , uscita: 29-01-2015. Regista: Roel Reiné.

Armada – Sfida ai Confini del Mare | Recensione del film di Roel Reiné

01/12/2019 recensione film di Francesco Chello

Il regista olandese realizza un'avvincente ricostruzione storica delle imprese dell'ammiraglio Michiel de Ruyter, alternando abilmente intrighi di palazzo e grandiose battaglie, e riuscendo a mascherare il budget risicato

Armada – Sfida ai Confini del Mare film

Tra gli ultimi film aggiunti al catalogo di Amazon Prime Video c’è anche Armada – Sfida ai Confini del Mare, pellicola olandese del 2015, uscita in patria col titolo Michiel de Ruyter mentre sul mercato di lingua inglese viene distribuita come Admiral. Un film che noi italiani possiamo considerare uscita recente, visto che il suo approdo sul nostro mercato risale solamente al 27 febbraio scorso, direttamente in dvd e bluray targati Eagle Pictures.

Come è facilmente intuibile dal titolo originale, l’opera si focalizza sulle gesta dell’ammiraglio Michiel de Ruyter, approfittandone per raccontare uno spaccato importante di storia olandese. Siamo nel 17° secolo, l’Olanda è l’unica repubblica al mondo. Le monarchie di confine temono le sue potenzialità e cercano di ostacolarne l’espansione, i conflitti in mare si susseguono con una certa regolarità. I nemici provano a giovarsi dei conflitti interni olandesi, il paese è diviso tra i repubblicani al potere e gli orangisti che vorrebbero un ritorno alla monarchia.

Armada – Sfida ai Confini del Mare film posterLe battaglie marittime hanno quindi un ruolo importante all’interno di una produzione che cerca di unire ricostruzione storica a un intrattenimento d’azione e spettacolarizzazione. Lo dimostra il riuscito prologo di Armada – Sfida ai Confini del Mare, che ci porta subito in mare aperto, nel mezzo della concitata battaglia di Scheveningen in cui perde la vita l’amato Ammiraglio Tromp, affidato al fascino esperto e le rughe spigolose di un Rutger Hauer che l’Olanda l’ha portata con successo nel Mondo. L’episodio segna una svolta importante non solo per la flotta olandese e le sue strategie, ma per tutta la Repubblica delle Sette Province Unite. Johan De Witt, politico e idealista, viene nominato Gran Pensionario d’Olanda, il suo sogno è quello di eliminare i dissapori tra gli schieramenti politici in nome di un paese unito da intenti e valori. La sua prima decisione è quella di scegliere il successore di Tromp il cui figlio sembra designato un po’ da tutti come erede anche di carriera. A sorpresa, De Witt sceglie Michiel de Ruyter, vice ammiraglio di Tromp, che prima declina l’offerta in favore della famiglia per poi cedere ad un secondo tentativo, non riuscendo a respingere la chiamata della patria. Nel frattempo, gli orangisti spingono affinché il principe Guglielmo III possa salire al trono, magari con l’aiuto di una di quelle potenze straniere che fanno guerra al paese.

L’Ammiraglio de Ruyter è il personaggio giusto per veicolare un racconto di questo tipo. Un uomo certamente non banale, fatto di tempra, valori, carattere e arguzia. Profondamente legato alla famiglia nonostante ci abbia trascorso solo sei mesi negli ultimi sei anni, leale nei confronti di una ciurma verso cui nutre rispetto e considerazione, ligio al dovere ed alla patria alla quale finirà per donare la sua stessa vita. Ma, soprattutto, abilissimo stratega, leader carismatico, uno dei migliori ammiragli della storia. De Ruyter ha il volto paffuto di un Frank Lammers in qualche modo somigliante all’originale – stando, almeno, ai ritratti dell’epoca. Non è il classico profilo da eroe tutto d’un pezzo, silhouette e atteggiamento vagamente depardieuani depistano sulle reali potenzialità del personaggio, che conquista credibilità in corso d’opera. L’ammiraglio introduce nuove tattiche come l’utilizzo di bandierine e formazioni, la flotta diventa compatta e vincente, de Ruyter arriva a combattere in prima persona spada alla mano, rafforza la presa sui suoi uomini che arrivano ad amarlo, così come il popolo olandese che gli tributa onori durante un ultimo sentitissimo saluto per i funerali di stato. Emblematico il ricredersi di Tromp junior, interpretato da Hajo Bruins, che nella prima battaglia al fianco di de Ruyter finisce per sabotarne lo schieramento, mentre nel corso dell’ultima si impegna in prima persona (in maniera decisiva) per supportarne la strategia. A Sanne Langelaar viene affidato il ruolo di Anne, la moglie di de Ruyter, donna non solo bella ma anche forte, capace di affrontare la folla in difesa di un marito che vive del suo sostegno, anche quando a rimetterci è la famiglia.

Il racconto, però, ha l’intelligenza di non farsi monopolizzare da Michiel de Ruyter, gli eventi in Armada – Sfida ai Confini del Mare sono divisi più o meno equamente su contesti differenti che si intersecano tra loro. Come la crociata idealista del già citato De Witt, affidato a Barry Atsma, che ha l’intuizione di portare al comando il nuovo (determinante) ammiraglio, ma è destinata al boicottaggio e finire nel sangue, in una delle sequenze più forti del film in cui una folla impazzita si lascia andare a barbarie gratuite sui corpi di De Witt e suo fratello Cornelis (Roeland Fernhout). Egbert Jan Weeber è, invece, Guglielmo III, principe costretto a nascondere la sua evidente omosessualità, frustrato e combattuto, vorrebbe appoggiare la causa di De Witt e de Ruyter salvo poi cedere al richiamo del potere ed un matrimonio combinato con la nipote dello spregevole Carlo II (un indovinato Charles Dance), re d’Inghilterra. Sarà lui, su pressione esterna (ed a malincuore), a mandare in un’ultima missione suicida nel Mediterraneo un de Ruyter reduce da trionfi e bramoso di andare in pensione e godersi la famiglia. Del cameo di Rutger Hauer ho accennato in apertura, una presenza quasi simbolica per un’icona del cinema olandese in segno di gratitudine per un paese che l’ha visto esordire lanciandolo verso una importante carriera internazionale.

La rArmada – Sfida ai Confini del Mare film frank lammersiuscita di Armada – Sfida ai Confini del Mare è da riscontrarsi, dicevo, nell’alternanza tra ricostruzione storica (con annessi intrighi politici e di potere) e le battaglie in mare. Il merito è di Roel Reiné, regista che dopo essersi fatto le ossa in Olanda è emigrato negli States, dove si è costruito una buona reputazione nel campo dei DTV d’azione (e simili) a basso costo. Titoli come Death Race 2 e 3 o Senza Tregua 2 (Hard Target 2), sono piccoli miracoli del mondo straight-to-video, se vi piace il genere ovviamente. O ancora, i suoi Il Re Scorpione 3 o Seal Team 8: Behind Enemy Lines sono i capitoli più divertenti tra i sequel DTV delle rispettive saghe (quindi escludendo i capostipiti ad alto budget usciti in sala). La bravura di Reiné sta nel saper capitalizzare budget risicati facendoli sembrare più grossi di quello che sono. Quello che in gergo squisitamente tecnico si definirebbe come ‘fare le nozze coi fichi secchi’. Un regista che ha senso del ritmo e dell’azione, sa valorizzare il materiale a sua disposizione. E che sarei curioso di vedere all’opera su una produzione diversa, non dico necessariamente importante ma quanto meno più sostanziosa, occasioni che finora non ha avuto, Inhumans compreso di cui ha diretto solo due episodi e che non mi sento di considerare come tale. Mi fa quanto meno piacere che in patria abbiano pensato a lui per un progetto comunque ambizioso per il cinema olandese, non tanto per le risorse a disposizione (e tra poco ci arrivo), quanto per il tipo di prodotto, sia a prescindere che, appunto, in relazione al suo mercato di provenienza. Per dire, roba che da noi si vede col cannocchiale da marinaio.

Armada – Sfida ai Confini del Mare non è certo un film ad alto budget, anzi, realizzato con appena 7 o 8 milioni di euro, in pratica poco più di un titolo Blumhouse medio, una cifra impensabile per un film storico, che prevede costumi e scenografie di un certo tipo, oltre che un senso di epicità proprio delle scene di guerra. Manco a dirlo, il buon Roel Reiné assolve il compito, ancora una volta riesce a infilarsi alla cena di lusso coi vestiti dell’outlet. Armada – Sfida ai Confini del Mare non avrà certo la portata visiva di un kolossal americano, i limiti ci sono ma sa nasconderli bene, così come non tradisce la ristrettezza di mezzi a disposizione ma, piuttosto, sembra un film costato comunque qualcosa in più. Il regista sfrutta lo script di Lars Boom ed Alex van Galen (per il quale sono stati necessari sei anni di ricerche e ricostruzioni), è bravo ad alternare coinvolgenti sequenze in mare alle sottotrame di potere, solletica l’attenzione dello spettatore con gli intrighi salvo poi portarlo, con cadenza regolare, in mare in mezzo alla battaglia.

Gli scontri marittimi sono svariati e sono un punto a favore, spingono su concitazione e caos (ordinato), legno, sangue ed il rinculo dei cannoni. Un susseguirsi di cannonate e uomini che saltano scaraventati ovunque, schegge e detriti avvolgono costantemente l’aria, le navi si sgretolano come pane mentre sembra quasi di respirare la polvere del legno. Apprezzabile la ricostruzione delle navi, così come l’aver girato realmente in acqua, quella del lago Markermeer in cui è stata costruita una piccola isola artificiale come punto d’appoggio necessario alle riprese sulle imbarcazioni. Una produzione complessivamente impegnativa che ha impiegato 46 giorni di riprese ed oltre 10.000 shots con 4 camere diverse.

rutger hauer Armada – Sfida ai Confini del Mare filmLa morte di Michiel de Ruyter segnò la fine di un’era, i Paesi Bassi restarono stato sovrano grazie alle sue imprese e il suo eroismo. Una fetta di storia che valeva la pena raccontare e far conoscere a un pubblico internazionale che probabilmente ha meno familiarità col contesto. Armada – Sfida ai Confini del Mare, ripeto, è un film che riesce nel duplice scopo di intrattenere e stuzzicare la curiosità da ricostruzione storica. Non tutto gli riesce come dovrebbe, in fase di scrittura alcuni background non vengono approfonditi il giusto – c’è da dire che la versione internazionale (arrivata anche da noi) è stata accorciata a 123 minuti rispetto ai 151 di quella originale, cosa che può aver comportato la perdita di qualche pezzo per strada; sul piano tecnico, ingegno e senso visivo non possono sempre colmare tutti gli spazi vuoti che un budget da 8 milioni di euro deve giocoforza concedere. Ma fa il suo dovere e si fa apprezzare proprio per il modo in cui cerca (riuscendoci) di andare oltre i suoi mezzi, si affida alla propria ambizione e a professionisti (tra cast e crew) che evidentemente ed energicamente ci credono, con dedizione e passione.

Armada – Sfida al Confine del Mare è il primo capitolo di quella che dovrebbe essere una trilogia ideologica su grandi personaggi della storia olandese, trittico che ha già avuto un secondo capitolo nel 2018 Vikings – L’Invasione dei Franchi (Redbad) – sempre diretto da Roel Reiné, basato sulla vita di Redbaldo re dei Frisoni – e che dovrebbe poi concludersi con un film su Guglielmo I d’Orange.

Di seguito il trailer internazionale di Armada – Sfida ai Confini del Mare: