Siete pronti a tornare a Raccoon City con Alice / Milla Jovovich per la battaglia finale?
A 15 anni dall’uscita del primo film, la prolifica saga di Resident Evil (un breve video di riepilogo) sta per giungere a un epilogo, intitolato evocativamente The Final Chapter (la nostra recensione). Il fanta-horror vede protagonista indiscussa Milla Jovovich (tutte le curiosità sulla star) che se la vedrà ancora una volta con la Umbrella Corporation e il perfido Dott. Isaacs (Iain Glen), dopo il tradimento di Albert Wesker (Shawn Roberts). Sotto la direzione di Paul W.S. Anderson, regista di quattro dei sei film del franchise (gli altri sono stati diretti da Alexander Witt e Russell Mulcahy), troveremo inoltre insieme alla veterana Ali Larter (Claire Redfield), un nutrito gruppo di new entry tra cui Ruby Rose (Abigail), Eoin Macken (Doc),William Levy (Christian), Fraser James (Michael) e Rola (Cobalt).
Per arrivare preparati in sala il 16 febbraio (nei cinema americani è stato distribuito il 27 gennaio), scoprite allora le 22 cose da sapere su Resident Evil: The Final Chapter:
2) Anderson (Mortal Kombat, Alien vs Predator), che ha scritto e prodotto tutte le pellicole della serie, suggerì al co-produttore Jeremy Bolt di garantirsi i diritti del videogioco della Capcom già alla fine degli anni ’90. L’operazione però non è stata inizialmente finanziata da società americane, anzi, la Sony è salita a bordo quando le riprese del primo film della saga erano praticamente già finite. “Nessuno in realtà lo voleva; non c’era nessuna attesa, non c’era una data di uscita. Mentre lo stavamo realizzando, non è stato coinvolto nemmeno un americano, non è stato finanziato con il denaro americano “, ha ricordato Anderson. “L’intero film è stato girato in Europa. Abbiamo stretto un accordo con la Sony solo durante gli ultimi giorni di riprese del film. Non l’hanno visto fino alla prima proiezione di prova a Burbank. E avevano il diritto, in base al contratto, di distribuirlo direttamente in DVD, se non avesse conseguito una certa soglia di gradimento con l’audience. Quindi, è stato estremamente stressante. Passò però da molto stressante a veramente buono nel giro di circa cinque minuti, quando la gente ha cominciato ad applaudire [nella scena della decapitazione nell’ascensore] “.
3) Il regista ha rivelato che Resident Evil 6 è molto più simile al primo primo capitolo di tutti gli altri sequel: “C’è qualcosa di veramente buono, eventi davvero oscuri dentro a questo film, più oscuri rispetto agli altri [sequel]. Secondo me, il primo Resident Evil è stata una pellicola particolarmente cupa e disturbante, aspetti che hanno suscitato la risposta [positiva] dei primi spettatori. Non so se io mi sia ammorbidito nel corso degli anni o meno, ma siamo [ora] tornati indietro al quel crudo sadismo del primo film. E’ una sorta di ritorno alla forma originaria con cui il franchise è stato lanciato”.
4) Dopo aver sostenuto un provino con Anderson, Ruby Rose gli ha confessato che la scena del laser presente nel primo capitolo in cui un personaggio viene fatto a cubetti, ha lasciato in lei una traccia indelebile quando la vide per la prima volta a 12 anni. Ha affermato in merito: “Quella sequenza mi ha terrorizzata per anni” e tale fatto ha suscitato parecchio l’interesse di Anderson, che stava proprio cercando di riproporre quella tipologia di immagini, particolarmente terrificanti.”
6) Spostandoci su Alice, dal terzo capitolo in poi le scene d’azione incentrante su di lei sono aumentate esponenzialmente, che nel frattempo ha sviluppato poteri telecinetici tramite l’esposizione al virus. Tuttavia, Bolt ha affermato che le sue sovrumane facoltà saranno ridimensionate nel capitolo finale. A tal proposito, la Jovovich ha asserito: “Penso che il problema di avere [eccessivi] poteri sia che si diventa invincibili. E poi perché mai la gente dovrebbe davvero preoccuparsi? Era qualcosa a cui Paul stava già assolutamente pensando, ossia cercare di riportare Alice alla versione dei primi due film, in cui era solo una ragazza molto combattiva”.
8) Un altro membro della famiglia è stato coinvolto nella produzione: la primogenita della Jovovich e di Anderson, Ever Gabo Anderson, che interpreta l’ologramma della Regina Rossa.
9) Quest’ultima versione della guardiana dell’Alveare è molto diversa da quelle viste in passato, dacché la personalità della sua giovane interprete contribuisce alla definizione del personaggio molto più dei suoi predecessori, in primo luogo con la propria voce! Come ha approfondito la madre, infatti: “Tutte le altre Regine Rosse erano in realtà robotiche, e penso che Paul avesse un reale attaccamento verso tale idea, perché non era [coinvolta] sua figlia. Ma amando la propria bambina e le sue idiosincrasie, più ci pensava e più si è convinto che non avrebbe cambiato la sua voce. Tutte le altre Regine avevano un timbro vocale da adulte nel doppiaggio, mentre Ever possiede questo manierismo infantile [che Paul ha voluto mantenere]”.
11) Vista la natura circolare della serie, Alice farà quindi ritorno all’Alveare: “Scopriamo che ci sono cose che Milla stava cercando di fare nel primo film e che riteneva di aver portato a termine, ma in realtà non è così”, ha rivelato Anderson. “Così si ritorna al primo film, alle sue location, con lei che cerca di mettere tutto a posto e di portare a termine quello che avrebbe dovuto completare sin dal principio una volta per tutte”.
12) Secondo il regista verrà spiegato “ciò che la Umbrella Corporation ha davvero combinato, qual è la verità dietro al T-Virus e dietro ad alcuni dei personaggi”.
13) La Jovovich / Alice a un certo punto appare in veste di anziana novantenne. L’invecchiamento precoce è stato conseguito attraverso il make-up e non con la computer grafica.
15) Anderson ha girato con telecamere 2D per la prima volta dopo anni perché voleva raggiungere i luoghi più angusti, così da ottenere qualcosa di “grintoso e sporco”. Desiderava infatti che il risultato finale fosse “più terrificante e realistico rispetto ai precedenti capitoli” e concentrandosi su “spazi stretti e claustrofobici” l’azione e la tensione avrebbero coinvolto più da vicino gli attori; inoltre tale approccio gli ha permesso di scovare prospettive per le riprese più originali rispetto a quelle possibili in un grande teatro di posa in cui le telecamere 3D si sarebbero dovute muovere su un carrello.
16) La Jovovich ha dichiarato che The Final Chapter non contiene scene in slow motion. La qualità del girato in tempo reale renderebbe infatti i combattimenti così dinamici e veloci e acrobatici da far invidia alle performance del Cirque de Soleil. L’attrice fa inoltre riferimento a una “lotta a testa in giù” come sequenza simbolica in tal senso.
18) Il desiderio di maggiore realismo si estende dagli effetti pratici fino alla messa a fuoco delle località dl film: “C’è molta più sporcizia in questo [capitolo]” ha detto la Larter scherzando, “Fuliggine, sudiciume. C’è un più profondo realismo, siamo andati in quella direzione”.
19) Nonostante tale propensione alla verosimiglianza, la stessa ha osservato che i noti “cani zombie” non sono stati realizzati con effetti pratici questa volta.
20) Né Chris Redfield (Wentworth Miller) né Jill Valentine (SIenna Guillory) appaiono in The Final Chapter.
22) La protagonista ha raccontato che l’incidente occorso alla stuntwoman Olivia Jackson il primo giorno di riprese ha fatto seriamente prendere in considerazione l’idea di staccare la spina alla produzione per ricalibrarne l’approccio. La donna è stata infatti ferita mentre viaggiava su una moto a causa del malfunzionamento della fotocamera che le ha sfregiato la faccia e che ha reso necessaria l’amputazione di un arto. La donna è stata mantenuta in coma farmacologico per lungo tempo in seguito. Non solo, alcuni mesi dopo un trentaquattrenne membro della troupe è morto in un incidente automobilistico che si è verificato durante la produzione. Insomma il film ha avuto diversi risvolti funesti.
Di seguito il full trailer italiano di Resident Evil: The Final Chapter, nei cinema dal 16 febbraio: