Voto: 5/10 Titolo originale: First Kill , uscita: 10-06-2022. Stagioni: 1.
First Kill (serie Netflix): la recensione degli 8 episodi, tra LGBT e horror young adult
13/06/2022 recensione serie tv First Kill di Gioia Majuna
Sarah Catherine Hook e Imani Lewis sono le protagoniste di un prodotto young adult modesto e derivativo, di cui si può salvare solo il messaggio di fondo
Non appena letta la logline di First Kill, horror-drama seriale di Netflix di stampo young gadult su una vampira bianca adolescente che si innamora di una coetanea nera e cacciatrice di succhiasangue a Savannah, in Georgia, la voglia di vederla non è schizzata immediatamente alle stelle.
Adattata dalla scrittrice specializzata V.E. Schwab da un suo stesso racconto contenuto nell’antologia I vampiri non invecchiano mai: Tales with Fresh Bite (2020), First Kill sbarra senza remore tutte le caselline tipiche del genere ‘YA’, dalla storia d’amore interrazziale alle liceali che scoprono la propria omosessualità, passando per un contesto soprannaturali a fare da cornice pittoresca.
È la classicissima storia americana del tipo ‘una ragazza incontra una ragazza’, una giovinetta vampira si rende conto che un’altra giovinetta è un’esperta cacciatrice di suoi simili, cerca in un primo momento di saltarle al collo e dissanguarla, l’altra prova a trafiggerla al cuore, finiscono ugualmente per innamorarsi indissolubilmente l’una dell’altra.
Diciamolo subito: First Kill è un prodottino mediocre, ma propone un messaggio importante: l’amore è amore. E Netflix lo ha lanciato durante il ‘Pride Month’ per un motivo preciso.
Incontriamo la vampiretta benestante Juliette (Sarah Catherine Hook) mentre subisce le pressioni della sua famiglia per compiere la sua prima uccisione non soltanto come ‘rito di passaggio’ della sua specie, ma perché ha biologicamente bisogno di sangue ‘vero’ al posto del surrogato in stile True Blood di cui ha potuto godere fin qui.
Intanto, dall’altra parte della città, Calliope (Imani Lewis) proviene da una lunga stirpe di cacciatori di mostri e sta cercando di dimostrare a sua volta alla sua famiglia che è prontissima a compiere la sua prima uccisione. Imprevedibilmente, la cotta di Juliette per Cal fa sì che le loro strade si incontrino e si scontrino in un tête-à-tête dentro un armadio durante una festa del loro liceo, tanto violento quanto seducente.
Dopodiché, First Kill sceglie di ricorrere massicciamente ai paragoni col Romeo e Giulietta shakesperiano – non solo una protagonista si chiama Juliette ma, bonus, Elizabeth Mitchell, che era stata Juliet in Lost, interpreta sua madre. La storia d’amore proibita al centro dell’intreccio è generata dalle forti pressioni delle rispettive famiglie delle due ragazze, che sono in guerra tra loro da generazioni.
Eppure, First Kill dà il meglio di sé quando la tensione della loro storia d’amore nasce dalle teeneager stesse. Nonostante l’attrazione immediata che provano l’una per l’altra, l’impulso di Juliette a ‘prosciugare’ Cal e la consapevolezza di quest’ultima che Juliette è un ‘mostro’ garantiscono l’energia sufficiente per mantenere una prima stagione all’insegna del “lo faranno o non lo faranno?”.
Probabilmente First Kill avrebbe avuto più successo seguendo l’esempio di Killing Eve – la serie di BBC America su un’agente dei servizi segreti britannici e l’assassina a cui dà la caccia che sviluppano un’ossessione reciproca in un gioco del gatto col topo – piuttosto che di Romeo e Giulietta, e lo fa pure per la maggior parte del primo episodio prima però di virare verso territori fin troppo familiari e scontati.
Sebbene gli 8 episodi siano pieni di assurdità soprannaturali in dubbia CGI – con le storie dei personaggi secondari che finiscono per intralciare perlopiù la parte più succosa (nonostante la divertente interpretazione di Gracie Dzienny nei panni di Elinor, la scatenata e festaiola sorella di Juliette, e la recitazione sicura dell’esordiente Jonas Dylan Allen nei panni di Ben, il migliore amico di Juliette) – si tratta comunque di un tipo di nonsense che riuscirete a mandar giù più o meno facilmente a seconda della vostra tolleranza per i momenti camp e per dialoghi dozzinali.
Aspetti come il tentativo di coprire gli omicidi con abiti palesemente macchiati di sangue, combattimenti con gli zombie nella mensa della scuola, vicini di casa che affilano paletti di legno canticchiando Shania Twain e un gruppo di mamme attiviste che intonano slogan razzisti contro i mostri dimostrano se non altro che i produttori erano almeno vagamente consapevoli di che tipo di show stavano realizzando, il che dona a First Kill un certo irrazionale fascino che filtra attraverso i poveri valori di produzione e un involontario aspetto old school, che ricorda serie storiche come Buffy e Streghe.
Ma ciò che renderà First Kill un successo per alcuni degli spettatori più giovani è il suo ritratto onesto e privo di vergogna di una relazione LGBTQ interrazziale tra due liceali. Certo, la relazione si sviluppa attraverso drammatici sguardi furtivi e spunti musicali ben calibrati che si trasformano in scene contro un muro in cui le mani scivolano nei pantaloni dell’amata più che attraverso un’onesta costruzione del rapporto tra le protagoniste (queste due si piacciono e basta, non importa che la chimica tra le due interpreti latiti, ok??), ma l’avvertimento trasmesso nella serie è che la relazione è pericolosa perché è tra un cacciatore di vampiri e un vampiro, non perché cresce tra una ragazza bianca e una nera.
E, anche in questo caso, First Kill non è nemmeno sfavorevole a una relazione amorosa tra succhiasangue e cacciatori. È onesta, aperta e accettata, cosa importantissima per quei giovani adolescenti gay che non vedono spesso in televisione prodotti che ne parlino in questo modo. Certo, impegnarsi un po’ di più per rendere il tutto meno stucchevole, verboso e approssimativo da seguire sarebbe stato apprezzabile.
Di seguito trovate il trailer internazionale (con sottotitoli italiani) della prima stagione di First Kill, nel catalogo di Netflix dal 10 giugno:
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