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Voto: 5.5/10 Titolo originale: ?? , uscita: 19-11-2021. Stagioni: 2.

Hellbound, stagione 2: la recensione dei 6 episodi della serie horror-religiosa (su Netflix)

26/10/2024 recensione serie tv di Gioia Majuna

I nuovi episodi espandono il caos e la tensione, ma confondono anche con ulteriori misteri e nessuna risposta, perdendo di intensità

Hellbound, stagione 2 serie 2024

Ogni volta che un qualche prodotto sudcoreano distopico ritorna in TV con una nuova stagione, bisogna cercare di moderare le aspettative. Spesso, queste serie finiscono infatti per seguire schemi prevedibili impostati sul dramma politico, che oscurano i complessi world building introdotti nelle stagioni precedenti.

Un esempio perfetto di questo problema è stata Sweet Home, una serie che ha lottato contro le proprie ambizioni. Fortunatamente, Hellbound ora non si impantana in un eccesso di idee. Ma ne ha davvero qualcuna buona?

La seconda stagione di Hellbound, appena arrivata su Netflix dopo tre anni di attesa (la recensione della prima) si apre otto anni dopo la scomparsa di Jin-Su, che molti consideravano un messia. Ora, le Punte di Freccia hanno preso il controllo, creando caos nelle strade. In questa nuova realtà, la segretaria Lee cerca disperatamente di riportare l’ordine, collaborando con Sodo e la Nuova Verità. La domanda è: ci riuscirà? E, soprattutto, l’umanità sopravviverà?

Il più grande difetto dei 6 episodi della nuova stagione di Hellbound è che invece di rispondere alle domande lasciate in sospeso dalla prima stagione, ne introduce di nuove, lasciando lo spettatore ancora più confuso. Quando si affronta una seconda stagione, ci si aspetta che vengano risolte almeno alcune delle trame principali per portare avanti la narrazione, ma questo non accade. Ne deriva un senso di frustrazione che impedisce allo show di raggiungere il suo pieno potenziale.

Hellbound, stagione 2 serie posterInoltre, il nuovo design dei mostri sembra più “mainstream”, perdendo quel tocco autentico che li rendeva memorabili nella prima stagione. Se nel 2021 l’estetica unica di Hellbound aveva affascinato gli spettatori, ora questo aspetto più generico va a smorzarne l’efficacia visiva.

Ad ogni modo, uno degli aspetti più interessanti è l’arrivo di Moon Geun-young. Conosciuta per i suoi ruoli iconici in My Little Bride e A Tale of Two Sisters, interpreta una fanatica religiosa coinvolta negli eventi della serie. Nonostante il suo personaggio abbia un ruolo secondario, riesce a catturare l’attenzione in ogni scena grazie alla sua intensità.

Anche Moon So-ri, che interpreta la segretaria Lee, è una gradita aggiunta al cast. La sua interpretazione di una donna potente che lotta per la giustizia è solida e conferisce forza alla narrazione. Tuttavia, il personaggio più importante della serie rimane Min Hye-jin, interpretato magistralmente da Kim Hyun-joo.

Il suo ruolo in Hellbound è centrale, e una scena d’azione che la vede protagonista nell’episodio finale è una delle sequenze da non perdere per gli appassionati di scene di combattimento ben coreografate.

Ritroviamo anche Kim Shin-rok, ma il suo personaggio sembra avere meno importanza almeno fino a quando non emerge nuovamente al centro della trama. Invece, la sostituzione di Yooh Ah-in con Kim Sung-cheol non ottiene lo stesso impatto emotivo. Sebbene Kim sia un buon attore, il suo ruolo non possiede infatti la stessa profondità emotiva, rendendo faticoso connettersi con lui nello stesso modo.

Venendo ai punti deboli della seconda stagione, spicca il modo in cui si perde nella politica e nel dramma religioso, allontanandosi da quello che era il concetto principale della serie. Hellbound esplora tematiche come il peccato, la redenzione e la natura del destino umano, ma in questa stagione si focalizza troppo su un messaggio ormai trito e ritrito: “L’umanità è il vero mostro“.

Questo tema è già stato esplorato in numerosi atri drama coreani e film, rendendo difficile per la serie portare qualcosa di davvero nuovo sul tavolo.

Hellbound, stagione 2 serieAnche se lo show mantiene il ritmo serrato e alcune scene sono davvero avvincenti, la mancanza di originalità nelle tematiche è un aspetto deludente. Gli episodi sembrano cercare di essere qualcosa di più grande di ciò che sono, aggiungendo complessità inutili a una narrazione che avrebbe potuto funzionare meglio con un approccio più focalizzato.

In sintesi, la seconda stagione di Hellbound viaggia tra alti e bassi. Mentre l’introduzione di nuovi personaggi come quello di Moon Geun-young è sicuramente un punto di forza, fatica a trovare il suo equilibrio.

Le domande lasciate senza risposta dalla prima stagione non trovano soluzione, e i nuovi misteri introdotti non fanno altro che confondere ulteriormente la trama. Questo, combinato con un design dei mostri meno interessante e una deriva politica che spegne parte dell’intensità, potrebbe lasciare ampiamente insoddisfatti, specie dopo un’attesa così lunga.

Con una narrazione più snella e un focus più chiaro, Hellbound avrebbe potuto offrire un seguito più soddisfacente. In questo caso, tre stelle su cinque sembrano giuste. Lo show ha del potenziale, ma ha ancora molto da chiarire prima di poter essere considerato un capolavoro del genere distopico.

Di seguito trovate il trailer internazionale della seconda stagione di Hellbound, nel catalogo di Netflix dal 25 ottobre:

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