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Titolo originale: IT: Welcome to Derry , uscita: 26-10-2025. Stagioni: 1.

It: Welcome to Derry, l’incendio del Black Spot spiegato: come cambia rispetto al romanzo di King

10/12/2025 news di William Maga

La serie di Andy Muschietti rilegge la storia, ma non fa danni

pennywise welcome to derry 7 black spot

Attenzione: questo articolo contiene spoiler sull’episodio 7 di It: Welcome to Derry

Nel mondo di Stephen King, i mostri più spaventosi non sono sempre quelli con zanne o artigli. A Derry, cittadina fittizia del Maine dove prende forma l’entità malvagia conosciuta come It, gli orrori più devastanti spesso nascono dal cuore degli uomini.
Lo dimostra in modo potente It: Welcome to Derry, la serie HBO ideata da Andy e Barbara Muschietti insieme a Jason Fuchs, prequel ufficiale di It che racconta gli eventi precedenti al romanzo del 1986 e ai due film diretti da Muschietti.

L’episodio 7, intitolato Il Black Spot, riprende uno degli episodi più sconvolgenti narrati nel libro di King: l’incendio del Black Spot appunto, un atto di odio razziale che intreccia l’orrore umano con la presenza di Pennywise. Ma la serie espande e modifica profondamente la vicenda, spostandola nel 1962 e legandola alla mitologia sovrannaturale della saga.

Derry e il male che ritorna

Nel romanzo originale, King racconta la storia del Black Spot in uno dei quattro “Interludi”, capitoli che Mike Hanlon, bibliotecario e unico membro nero del Club dei Perdenti, inserisce nel suo diario per ricostruire la storia segreta della città. Gli interludi rivelano un ciclo ricorrente: ogni 27 anni Derry è teatro di un’ondata di violenza e morte, alimentata dall’entità mostruosa che assume la forma del clown Pennywise. E, quasi sempre, il culmine di ciascun ciclo è una tragedia provocata dagli esseri umani stessi.

L’incendio del Black Spot ne è l’esempio più emblematico: un episodio di razzismo e intolleranza che anticipa l’apparizione del mostro, come se It si nutrisse anche dell’odio collettivo, non solo delle paure dei bambini.

Il racconto di Will Hanlon

Nel libro, Mike scopre la storia dal padre Will, veterano dell’esercito di stanza alla base di Derry negli anni Trenta. All’epoca, i soldati neri della Compagnia E vivevano in condizioni miserabili: alloggi fatiscenti, stufe rotte e nessun accesso al circolo ufficiale dei sottufficiali, riservato ai bianchi. Per reazione, un gruppo di militari decide di trasformare un vecchio magazzino abbandonato in un piccolo club privato. Quando uno di loro esclama ironicamente «È proprio un dannato black spot, eh?», il nome rimane.

hallorann welcome to derry 7Il locale diventa presto un rifugio per i soldati afroamericani e, grazie a una band jazz improvvisata, un punto di ritrovo anche per gli abitanti più progressisti. Ma la popolarità del club scatena l’odio della cosiddetta Lega della Decenza Bianca, versione locale del Ku Klux Klan.

Una sera, alcuni membri mascherati appiccano il fuoco al Black Spot. Il legno secco e le decorazioni di carta fanno da miccia: l’edificio si trasforma in un inferno. Le porte, che si aprono solo dall’interno, restano bloccate mentre il panico travolge gli ospiti. Sessanta persone muoiono, intrappolate tra le fiamme.

King descrive l’episodio come un incubo realistico e simbolico. In mezzo alla tragedia, un giovane soldato – Dick Hallorann, destinato a diventare lo chef dell’Overlook Hotel in Shining – salva Will e altri compagni guidandoli verso una finestra. Non viene mai detto esplicitamente che usi i suoi poteri psichici, ma il lettore percepisce che Hallorann sa cose che gli altri non possono sapere.

Nel racconto del padre, Mike coglie un ultimo, inquietante dettaglio: tra le fiamme, Will vide una gigantesca creatura alata, “una specie d’uccello con palloncini legati alle ali”, che aleggiava sopra il fuoco. È la prima volta che compare la frase che diventerà emblematica di Pennywise: “Galleggerai anche tu!”.

La reinterpretazione nella serie HBO

La serie It: Welcome to Derry riprende questa storia ma la sposta trent’anni dopo, nel 1962, durante la stagione dei diritti civili. Il giovane Will Hanlon (Blake Cameron James) è un bambino che affronta la paura e la discriminazione insieme ai suoi amici – una sorta di “proto–Club dei Perdenti”. Intorno a lui, il clima di tensione razziale sfocia nell’episodio del Black Spot, che diventa non solo una tragedia storica, ma un punto di contatto diretto con l’influenza di Pennywise.

La serie introduce nuovi personaggi, fra cui Hank Grogan (Stephen Rider), un proiezionista nero accusato ingiustamente di aver ucciso tre bambini nel massacro che apre la stagione. Hank, in realtà innocente, ha un alibi compromettente: una relazione segreta con una donna bianca, Ingrid Kersh (Madeleine Stowe). Temendo il linciaggio, preferisce tacere. Dopo essere evaso da un autobus diretto a Shawshank, trova rifugio proprio nel Black Spot.

Ma Ingrid, per paura e vergogna, lo tradisce: una telefonata anonima rivela il suo nascondiglio all’ex capo della polizia Clint Bowers (Peter Outerbridge). Clint e quattro uomini, mascherati da mostri – vampiro, lupo mannaro, Frankenstein – fanno irruzione nel club armati, richiamando le molteplici forme assunte da It nei romanzi di King.

Quando Hank e alcuni frequentatori reagiscono, i vigilanti fuggono, barricano le porte e lanciano bottiglie incendiarie. Le fiamme si propagano rapidamente e i razzisti cominciano a sparare su chi tenta di uscire. A differenza del romanzo, dove si parla di un possibile “incidente”, la serie mostra un atto premeditato e politico, simbolo del razzismo americano nascosto dietro la facciata della legge e dell’ordine.

Il ruolo di Dick Hallorann

In entrambe le versioni, Dick Hallorann è la figura chiave che riesce a salvare alcuni sopravvissuti. Nel racconto di King è un giovane soldato di 19 anni, istintivamente sensibile al pericolo. Nella serie, interpretato da Chris Chalk, il personaggio è consapevole dei propri poteri psichici e usa la “luccicanza” per creare una via di fuga.

Muschietti reinterpreta la scena: Hallorann, guidato da visioni spettrali, rompe le assi del pavimento della cucina e scava un tunnel sotto il Black Spot. Le fiamme e il fumo vengono così invertiti – il fuoco che nel libro distrugge diventa qui la luce che li guida verso la salvezza. Ma attirare gli spiriti comporta un prezzo: i fantasmi che lo aiutano diventano ostili, circondandolo in una sequenza di puro horror visivo.

Pennywise tra le fiamme

Nel romanzo, Pennywise resta sullo sfondo, un’ombra che aleggia sul rogo. In Welcome to Derry, invece, il clown appare apertamente tra le fiamme, approfittando del caos per divorare i sopravvissuti. In una scena disturbante, lo vediamo sorridere mentre si nutre del volto di una donna in fuga, commentando con la sua consueta ironia macabra.

pennywise welcome to derry 7Questa scelta di Muschietti rafforza l’idea che It non genera il male umano, ma lo amplifica, insinuandosi dove l’odio è già vivo. Il male sovrannaturale e quello sociale diventano due volti dello stesso orrore.

L’eco della tragedia

Dopo l’incendio, nel romanzo, Will Hanlon racconta che la comunità di Derry si strinse attorno ai sopravvissuti: i feriti furono curati gratuitamente e ai funerali parteciparono bianchi e neri insieme. Ma nessuno dei colpevoli fu mai punito. L’episodio segnò la fine del ramo locale del Klan, ma non del razzismo che lo aveva generato.

Nella serie, invece, la realtà viene subito riscritta. Una trasmissione radiofonica dichiara che il Black Spot era un locale illegale e che l’incendio sarebbe stato causato da un corto circuito. I veri assassini vengono descritti come “cittadini coraggiosi” accorsi ad aiutare i feriti. È una menzogna che chiude il cerchio: anche quando l’orrore sembra terminare, la società trova sempre un modo per cancellarne la memoria.

Umani e mostri: chi vince davvero?

L’incendio del Black Spot è uno degli episodi più dolorosi dell’universo di Stephen King perché mostra come l’orrore umano superi quello sovrannaturale. La serie di Muschietti amplifica questo messaggio, trasformando un capitolo storico del romanzo in una denuncia diretta contro l’ipocrisia razziale.

Eppure, in entrambi i casi, il risultato è lo stesso: Pennywise si nutre non solo delle paure, ma delle ingiustizie che abitano Derry da generazioni.

Come scrisse King stesso:

I mostri sono reali, e anche i fantasmi lo sono. Vivono dentro di noi, e a volte vincono.”

Nell’inferno del Black Spot, il mostro che vince non ha il volto di un clown, ma quello di uomini comuni, convinti di agire in nome della decenza.