C'è Kim Seong-hun alla regia di questo riuscito spin-off / prequel che racconta le origini di un fondamentale personaggio per la serie madre e getta luce sulle origini della piaga zombie
Arrivata senza grandi aspettative (almeno per il pubblico occidentale) nel catalogo di Netflix un paio di anni fa, Kingdom (킹덤) ha saputo sorprendere tutti garantendo una ventata di freschezza ai prodotti seriali sugli zombie. Sposando intrighi politici, il periodo Joseon e i morti viventi, lo show originale coreano – dal budget davvero imponente – è stato un successo immediato (la recensione della prima stagione).
E con un cliffhanger al termine della seconda stagione (la recensione) e l’introduzione di un nuovo personaggio, un’arciera donna con una grande storia da raccontare, i fan hanno – giustamente – cominciato a chiedere a gran voce di più, e quanto prima. Prontamente assecondati, ora con Kingdom: Ashin of the North, gli abbonati possono dare un’occhiata più da vicino a questa misteriosa guerriera, ma anche all’origine della piaga che ha travolto la Corea.
A tutti gli effetti un film, ma bollato come ‘episodio speciale’, Kingdom: Ashin of the North è stato diretto da Kim Seong-hun (il regista della serie regolare) ed è stato scritto da Kim Eun-hee, già autrice del webcomic Burning Hell da cui tutto si è generato. Nel cast troviamo – prevedibilmente – un nuovo lotto di personaggi, espandendo così la mitologia della serie con figure che non dovrebbe comunque faticare a farsi apprezzare dal pubblico. Tra loro ci sono Jun Ji-hyun, Park Byeong-eun, Kim Roi-ha e Kim Si-ah.
In questo corposo intermezzo di circa 90 minuti, Ashin e suo padre fanno parte di una tribù straniera che si è stabilita nel Regno di Joseon, con la storia che esplora il loro incontro con una sconosciuta e pericolosa malattia e spinge la ragazza su un percorso fatto di tradimenti, pregiudizi e vendetta, che la condurrà al punto in cui l’abbiamo conosciuta nella seconda stagione di Kingdom.
Entrambe le attrici che interpretano Ashin in questo percorso, sono straordinarie. In particolare, riguardatevi il monologo della 13enne Kim Si-ah in cui lei chiede a un nobile del Joseon di far piangere sangue a coloro che le hanno fatto del male.
La 39enne Jun Ji-hyun regge invece gran parte del peso della narrazione, mettendo in mostra ogni elemento che ci potremmo aspettare da una (anti)eroina action. A ben vedere, la sua interpretazione è persino superiore a molti dei colleghi della serie principale. Ashin è brutale e freddissima, ma è anche vulnerabile e sta elaborando un doloroso trauma. Inoltre, la sua fisicità è perfetta. È un’arciere con la capacità di utilizzare anche i coltelli. Lo fa rapidamente e la ferocia e la rabbia del personaggio sono palpabili dal ritratto dell’attrice, non solo nelle sequenze d’azione, ma anche nei suoi momenti più silenziosi.
È in effetti emozionante vedere un personaggio femminile autorizzato ad abbracciare pienamente il proprio rancore e a mettere in pratica un piano che non solo garantirà la sua vendetta, ma causerà addirittura anche il maggior numero di vittime. Kingdom: Ashin of the North è la prova che si può infilare una donna in un’ambientazione action ma senza molti corpo a corpo e comunque renderla sia intimidatoria che ben gestita. I suoi atti di violenza sono emotivi, ed è proprio il suo disegno mentre si dipana a guidare questa ferocia. C’è forse qualcosa di più spaventoso che guardare una persona dal volto privo di emozioni che fa fuori gli avversari uno ad uno dopo con un arco piuttosto che guardare qualcuno che li affronta singolarmente in duello? Questo modo di operare è sufficiente a dare i brividi.
Va anche detto che il ritmo di Kingdom: Ashin of the North è regolato al millimetro. Parte duro, in modo quasi folcloristico, si cala nella politica e poi si riprendere con il caos scatenato dalle creature non morte, e dopo essersi settato ancora una volta grazie a un po’ di spiegazioni e un bicchiere di trauma, riprende la sua corsa sfociando in un incontrollabile crescendo horror che riecheggia i migliori momenti della serie madre. Inoltre, nonostante molte grandi scene si svolgano di notte, non c’è mai un momento in cui questo film sembra troppo scuro. I verdi e i blu dettati dal chiaro della Luna illuminano infatti la giusta quantità di azione, lasciando alcune cose nell’oscurità per farci dubitare di chi sia umano e chi invece non lo sia in modo efficace. L’unico vero appunto che si può fare allo speciale è il lavoro con gli effetti speciali in CGI alla fine del primo atto, che interrompe decisamente il senso di immersione.
Nel complesso, Kingdom: Ashin of the North è un episodio speciale ampiamente soddisfacente, che tratteggia abilmente – e non senza spiazzare – un nuovo fondamentale personaggio e fornisce importanti dettagli sulla ‘pianta della resurrezione’ e la ‘creazione’ dei non morti. Il tutto fondendo diversi generi e muovendosi verso un unico obiettivo: far capire chi è Ashin. Se state cercando dosi abbondanti di vendetta, di zombie, di guerra e una protagonista femminile pronta a distruggere ogni cosa, assicuratevi di dare un’occhiata a questo episodio speciale. Sì, anche se non avete mai visto le due stagioni della serie a cui è legato.
Di seguito trovate intanto il trailer internazionale (con sottotitoli italiani) di Kingdom: Ashin of the North, nel catalogo di Netflix dal 23 luglio: