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Voto: 7/10 Titolo originale: El Eternauta , uscita: 30-04-2025. Stagioni: 1.

L’Eternauta: la recensione dei 6 episodi della serie argentina (su Netflix)

30/04/2025 recensione serie tv di Gioia Majuna

Ricardo Darín è al centro di un prodotto ambizioso e carico di atmosfera, che adatta un capolavoro del fumetto politico con realismo, malinconia e coraggio visivo

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C’è qualcosa di profondamente malinconico in una storia che comincia con una nevicata silenziosa e finisce con la consapevolezza che il mondo come lo conoscevamo non esiste più. L’Eternauta, ambiziosa produzione argentina distribuita da Netflix, non è soltanto una serie fantascientifica post-apocalittica, ma anche una meditazione sulla perdita, sulla resistenza e sul senso di comunità in tempi di disgregazione.

La sua lentezza iniziale, il silenzio, i lunghi sguardi che riempiono interi minuti senza azione, sono parte di un dispositivo narrativo che chiede pazienza ma restituisce densità. E soprattutto: chiede memoria.

L’Eternauta rappresenta un approccio insolito e volutamente minimalista al genere fantascientifico. Dimenticate l’azione continua e i colpi di scena a raffica: qui si procede per sottrazione, e bisogna prestare molta attenzione per orientarsi tra nomi, volti e relazioni. Per almeno metà dei suoi 6 episodi, lo sviluppo narrativo è scarno, i personaggi camminano o restano immobili a lungo, e la suspense si costruisce lentamente.

Questa scelta stilistica conferisce a L’Eternauta una natura più vicina al cinema d’autore che alla serialità mainstream, rendendolo un oggetto atipico all’interno del catalogo Netflix. Il rischio, però, è che questa atmosfera rarefatta possa scoraggiare gli spettatori meno pazienti. Paradossalmente, proprio quando la serie cambia passo — nella seconda parte — diventando più movimentata e corale, è probabile che molti l’abbiano già abbandonata.

Tutto inizia in una casa di Buenos Aires, quella di Alfredo e Ana Favalli, dove un gruppo di amici si è riunito per una serata tra poker, musica e whisky. Tra loro ci sono Lucas, Polsky, Juan Salvo e un ospite imprevisto. Juan, interpretato da un magnetico Ricardo Darín, porta con sé un’aura di compostezza e determinazione: sarà lui il punto di riferimento della narrazione. A un tratto, la corrente salta, tutti i dispositivi si spengono, e comincia a cadere una neve letale. Chiunque si trovi all’esterno muore in pochi istanti. Il mondo, improvvisamente, è cambiato per sempre.

l'eternauta serie netflix 2025Il cuore del racconto ruota attorno al viaggio di Juan alla ricerca della figlia Clara, in una Buenos Aires trasformata in un deserto apocalittico. Le sue peregrinazioni, punteggiate da visioni e suggestioni sonore, hanno un ritmo ipnotico.

Il regista Bruno Stagnaro, figura centrale del Nuevo Cine Argentino, costruisce un paesaggio urbano desolato che ricorda, per potenza visiva, la Londra di 28 giorni dopo. Girata durante la pandemia, la serie sfrutta al meglio la rarefazione degli spazi urbani per creare un realismo straniante.

L’aspetto visivo è uno dei punti forti: nonostante gli effetti digitali non raggiungano lo standard hollywoodiano, la cura per il dettaglio è evidente. Il team ha sviluppato cinque tipi diversi di neve, utilizzando materiali come sapone schiumoso o sale da cucina, a seconda delle esigenze. I set, i costumi improvvisati, le maschere antigas, restituiscono un’estetica artigianale, quasi cyberpunk. Ogni angolo, ogni oggetto, racconta un mondo ormai in frantumi.

Ma L’Eternauta è anche — e soprattutto — un prodotto argentino. Le sue radici culturali sono profonde, e la sua forza simbolica nasce proprio dal contesto storico che lo ha generato. Le ombre della guerra delle Malvinas, il trauma dell’inverno del 2001, e le tensioni tra individualismo e collettivismo peronista, attraversano il racconto in filigrana. Conoscere questa storia non è indispensabile, ma chi la conosce coglierà sfumature importanti.

La serie nasce da un fumetto leggendario, pubblicato tra il 1955 e il 1957 da Héctor Germán Oesterheld e Francisco Solano López. Un’opera che, negli anni, è diventata simbolo della resistenza culturale argentina. Oesterheld, perseguitato dalla dittatura, fu assassinato insieme alle sue quattro figlie e ai rispettivi compagni. L’Eternauta, col tempo, si è trasformato in un monumento nazionale. Molti registi argentini hanno tentato di portarlo al cinema — da Solanas alla Martel — ma ogni tentativo è naufragato: budget troppo alti, modifiche non accettate dagli eredi, pressioni per trasformarlo in una produzione americana.

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A differenza di altre narrazioni post-apocalittiche recenti come Station Eleven o Snowpiercer, che affrontano il crollo della civiltà attraverso l’ottimismo dell’arte o la distopia verticale del treno, L’Eternauta rimane ancorato insomma a una dimensione più terrestre, quasi domestica, dove l’apocalisse non arriva come un’esplosione spettacolare, ma si insinua nei dettagli: la neve che cade, i dispositivi che smettono di funzionare, i rapporti umani che si sfilacciano.

Se Station Eleven trovava salvezza nella letteratura e nella performance, e Snowpiercer nella ribellione collettiva, L’Eternauta trova forza nella memoria politica e familiare, nella testarda resistenza dell’essere presenti in un mondo che non vuole più nessuno. È una forma di eroismo quieto, senza enfasi, radicato nella cultura argentina e impossibile da esportare senza perderne l’anima.

Bruno Stagnaro, insieme allo sceneggiatore Ariel Staltari, ha finalmente realizzato un adattamento fedele e sentito. Ma è innegabile che il progetto, per natura e ambizione, avrebbe meritato risorse maggiori e forse una produzione su scala globale. In fondo, si tratta di una delle poche opere che potrebbero giustificare un budget da kolossal e un regista come James Cameron o Christopher Nolan.

In mancanza di ciò, resta questa versione: autentica, curata, ma inevitabilmente contenuta. Meglio così che niente, certo. Ma la sensazione è quella di un’occasione sfiorata.

Se questa serie potrà almeno spingere i più curiosi a recuperare l’opera originale — appena ripubblicato nel formato orizzonatale da Panini — avrà fatto comunque un grande servizio alla cultura nazionale. Fino ad allora, L’Eternauta resta un progetto importante, forse imperfetto, ma capace di evocare con forza una delle storie più potenti mai raccontate nel fumetto.

In attesa di vederla a catalogo il 30 aprile, di seguito trovate il full trailer doppiato in italiano di L’Eternauta, che ci dà un assaggio delle sue atmosfere: