Sci-Fi & Fantasy

Love, Death & Robots – Volume 3: la recensione dei 9 episodi dell’antologia animata (su Netflix)

C'è anche David Fincher tra i registi della terza stagione della serie fanta-horror, che offre la consueta carrellata di storie brevi visivamente impressionanti e dai contenuti spesso pregnanti

Nel corso delle sue prime due stagioni (la recensione), Love, Death & Robots ha tenuto fede al suo nome proponendo una miriade di cortometraggi animati che rimbalzavano tra la fantascienza e l’horror – e occasionalmente entrambi i generi allo stesso tempo. Si è trattato di visioni sanguinose e viscerale, ma spesso anche disomogenee. Per ogni intelligente disamina sulla natura dell’umanità, c’era almeno un episodio cruento e scioccante, ma con poco altro da dire. Ora, per, con la messa a catalogo del Volume 3, Netflix offre ai suoi abbonati quella che, forse, è la collezione più compatta: una catena di 9 cortometraggi che non presenta alcun anello debole.

Forse la cosa più impressionante della terza stagione è la varietà dei corti, che vanno dai 7 ai 21 minuti. Uno dei migliori è probabilmente The Very Pulse Of The Machine / La pulsazione della macchina, diretto da Emily Dean (nel cast c’è Mackenzie Davis), che segue un’astronauta bloccata su Io, la luna di Giove. Mentre trascina il cadavere di una collega verso la salvezza attraverso un paesaggio desolato, la donna inizia ad avere delle allucinazioni … oppure no? Potrebbe essere il potente farmaco che la tiene in vita, oppure il pianeta ispirato alla visioni di Moebius a parlarle per davvero. Qualunque sia la risposta, è un segmento splendido da guardare, che peraltro si conclude su una nota particolarmente poetica.

Spicca inevitabilmente anche Bad Travelling / Un brutto viaggio, prima incursione nell’animazione da regista di David Fincher, una terribile e melvilliana (lovecraftiana?) storia su un gruppo di marinai tormentati da un gigantesco granchio affamato che li costringe a rivalutare le loro priorità. È notevole non solo per i dilemmi morali che mette sul tavolo, ma anche per il terrificante realismo con cui rende i suoi mostri e le viscere. Un incubo fatto e finito.

Allo stesso modo, Jibaro del regista Alberto Mielgo, è una visione terrificante in cui un conquistadores sordo assiste all’uccisione del suo intero plotone da parte di una sirena ‘dorata’, prima che i due si affrontino in una battaglia sensorialmente disorientante e priva dialoghi. Swarm / Sciame di Tim Miller immagina invece cosa accadrebbe se gli esseri umani cercassero di schiavizzare una razza pacifica di insetti alieni. Spoiler: non finirà bene …

L’aspetto veramente interessante di questo terzo volume è che anche le storie apparentemente più ‘generiche’ si rivelano gradevoli. Ad esempio, lo zombie short Night of the Mini Dead / La notte dei mini morti di Robert Bisi e Andy Lyon offre una visione ‘dall’altro’ di una tipica apocalisse di cadaveri rianimati, mostrando una versione accelerata degli eventi con un adorabile stile artistico che lo fa sembrare uno spin-off di StarCraft. È quasi un timelapse della fine della razza umano per morso degli zombie. Ci sono anche altri cortometraggi dai toni leggeri. Non tutto deve essere per forza intenso e drammatico infatti, e l’umorismo fa parte dell’identità stessa di Love, Death & Robots.

Ci sono poi due storie che iniziano con un gruppo di soldati armati che esplorano delle montagne, ma che prendono direzioni molto diverse. Kill Team Kill / Morte allo squadrone della morte, della regista Jennifer Yuh Nelson, è una battaglia all’ultimo sangue allegramente grottesca con un ‘orso mecha’, mentre In Vaulted Halls Entombed / Sepolti in sale a volta, diretto da Jerome Chen, inizia alla Call of Duty prima di trasformarsi in Returnal.

Love, Death & Robots – Volume 3 introduce inoltre la continuity alla serie antologica con il ritorno degli amabili robottini del futuro, che viaggiano ancora una volta attraverso i resti dell’umanità per cercare di capire chi eravamo in Three Robots: Exit Strategies / Tre robot: strategia d’uscita, diretto da Patrick Osborne. Questa volta si concentrano sulla visita ai rifugi apocalittici usati dagli umani, dai campi di sopravvivenza alle petroliere riadattate a ‘parco giochi’ per miliardari tecnologici, fino ai bunker sotterranei dell’élite politica. Un segmento cupo e sarcastico, che termina con l’importante constatazione che “gli esseri umani sono davvero i peggiori”.

La maggior parte degli episodi potrebbe essere inserita nella categoria “Attenti alle creature strane“, poiché la maggior parte dei corti mette in scena cruenti scontri tra gli umani e gli esseri più insoliti e inaspettati. C’è una sorta di paura latente nell’essere in presenza di qualcosa che non può essere controllato o compreso a prima vista. Ne derivano così storie sorprendenti, ma a differenza dei due volumi precedenti di Love, Death & Robots, questa tematica forse involontaria avvolge davvero il terzo, che risulta quindi coerente e omogeneo.

Detto questo, non c’è necessariamente un fil rouge tra i nove segmenti. Alcuni offrono secchiate di sangue e budella, mentre altri più profonde contemplazioni del futuro dell’umanità. Altri ancora si dilettano in entrambe i settori. Ma questo tessuto ‘connettivo’ non è poi così necessario quando ognuno dei cortometraggi è così distinto e interessante da solo.

Sì, ci sono un sacco di morti e di robot (e un po’ di amore), ma il punto forte di Love, Death & Robots – Volume 3 è che, beh, non c’è un punto forte, capace di soverchiare ed emergere sul resto. L’umanità potrà anche essere tremenda di fondo, ma almeno siamo in grado di produrre cose belle.

Come avrete sentito, Netflix ha avuto un po’ di problemi ultimamente, avendo perso un certo numero di abbonati per la prima volta da molto tempo. E una delle prime ‘soluzioni’ all’emorragia è stata la chiusura della divisione dedicata all’ animazione. Questo fa pertanto temere che Love, Death & Robots – Volume 3 possa essere l’ultimo che vedremo.

Nel bene o nel male, le tre stagioni rappresentano un compendio di passione, non soltanto una modalità per gli artisti di mostrare quanto possa essere sorprendente il medium quando gli viene assegnato un budget adeguato, ma anche un modo per far capire al pubblico che il settore non si limita ai film Disney e Pixar. L’animazione può raccontare storie per un pubblico adulto in modi che il live-action può solo immaginare.

Dobbiamo aspettare e vedere cosa succederà, ma almeno se questa sarà la fine, Love, Death & Robots si è congedata con il botto.

Di seguito trovate il full trailer italiano di Love, Death & Robots – Volume 3, nel catalogo di Netflix dal 20 maggio:

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Published by
Marco Tedesco