Benvenuti allo scontro frontale - atteso per 8 anni - tra il Bene e il Male, tra la luce e l'oscurità, tra il ghiaccio e il fuoco. Lacrime e sangue, angoscia ed eroismo nell'episodio più cupo ed emozionante della serie
Otto anni e 69 episodi per arrivare a questo episodio di Il Trono di Spade (Game of Thrones). Si può tranquillamente affermare che The Long Night / La Lunga Notte, quartultimo tassello dello show HBO nato dai libri dello sfaticato George R.R. Martin nel 2011, sia (stato) tra i momenti televisivi più attesi della storia recente. Ed era difficile prevederne l’esito, o addirittura anticipare se i suoi 80 minuti si sarebbero conclusi con uno straziante cliffhanger oppure con una sentenza.
La ‘battaglia di Grande Inverno’ non ha visto schierarsi di fronte solamente il Bene e il Male, ma i vivi e i morti. Mai la posta in gioco è stata più così alta, né tanto meno si era ricorsi a uno sforzo produttivo tanto ampio. E non è un caso che la regia sia stata affidata a Miguel Sapochnik, già dietro ai memorabili I venti dell’inverno / The Winds of Winter e La battaglia dei bastardi / Battle of the Bastards. Solo che qui ci troviamo di fronte per la prima volta a un vero e proprio film, per di più di genere horror più che fantasy. I dialoghi sono stati ridotti all’osso e a parlare sono spesso le scelte visive (catturate da una fotografia mai così precisa e cinematografica, nonostante qualcuno potrebbe trovarla eccessivamente ‘scura’).
Ricordando più il tipico survival horror alla Resident Evil o World War Z (non citiamo George A. Romero solamente perché qui gli zombi corrono …), l’episodio è pervaso dal minuto 1 da un terrore ancestrale e da un’atmosfera di impotenza come raramente si è visto sul piccolo schermo, persino in opere come The Walking Dead, che nascono attorno a questa premessa. In pochi dei presenti – tra cui Jon Snow (Kit Harington) hanno già affrontato i morti e ne sono usciti interi. Tutti gli altri, Arya (Maisie Williams) in primis, avevano solo provato a immaginare, ma ora che li hanno a pochi metri, le espressioni sui volti di chi avevamo ritenuto un eroe impavido fino all’altro giorno la dice lunghissima sullo stato emotivo generale. Sembra davvero la fine del mondo.
I morti, come anche noi scopriamo con non poca sorpresa, si scagliano verso le mura non come un normale esercito di uomini rianimati, ma come una vera e propria forza della natura. Si schiantano contro i vivi come onde di marea alte 3 o 4 metri, devastando tutto ciò che incontrano. E qui scatta il piano di Verme Grigio, non proprio brillantissimo: appiccare il fuoco alla trincea per creare una barriera di fuoco e contenere l’assalto, almeno per un po’. Perché non farlo subito e preferire sacrificare centinaia di soldati non è dato sapersi (come pure l’uso parco delle catapulte). Va dato credito al resto di The Long Night / La Lunga Notte di essere comunque così visceralmente mozzafiato (pensiamo alla sequenza ‘silenziosa’ nella libreria con Arya) che si può pure non fare troppo le pulci alle mediocri tattiche militari difensive impiegate. Da quando i morti sfondano ed entrano a Winterfell, la situazione potrebbe ricordare di primo acchito quella del Fosso di Helm de Il Signore degli Anelli, ma l’aria di disperazione che si respira somiglia molto più alla battaglia di Alamo.
Comunque, Ser Jorah non è l’unico personaggio più o meno principale a morire. A dirla tutta, non è nemmeno l’unico Mormont. La vera sorpresa di The Long Night / La Lunga Notte è forse proprio la decisione da parte di David Benioff e D. B. Weiss di uccidere la piccola Lady Lyanna Mormont (Bella Ramsey), personaggio molto secondario nei libri, ma diventato velocemente beniamino del pubblico di Il Trono di Spade. Condottiera impavida, riesce – prima di perire – ad abbattere da sola un gigante, nel momento più eroico e toccante della notte.
Tuttavia, ci sono svariati momenti che ci scuotono dall’affogare in questo mare di tristezza. Uno vede Arya attraversare le sale di Winterfell in preda al panico. Un’emozione che in pochi si sarebbero aspettati vista la sua innata fierezza. Invece corre, cede alla disperazione, non sa cosa fare. Non bastasse, è per coprire la sua fuga che Beric muore per l’ultima volta, sacrificando la sua vita in modo che Arya e il Segugio possano sfuggire all’orda. Capiamo così anche lo ‘scopo’ ultimo dell’uomo, ben più importante di quanto non avessimo immaginato. Se la sua vita è stata sacrificata per quella di Arya, dev’essere perché il Signore della Luce aveva in serbo un ruolo ben preciso anche per la ragazzina di casa Stark. In quanti, quando Melisandre le parla del colore dei vari occhi (terminando con ‘blu’), ha davvero pensato a un riferimento diretto al Re della Notte? E il senso di completa sconfitta cala anche sui volti di Jamie (Nikolaj Coster-Waldau), Tormund (Kristofer Hivju) e Brienne (Gwendoline Christie) mentre la morte implacabile continua ad arrivargli contro.
Venendo a Theon invece, riesce a fare l’unica cosa che avrebbe sperato di poter fare: la cosa giusta. Nonostante il Re della Notte lo uccida agilmente, ottiene il perdono dell’ineffabile Bran (Isaac Hempstead-Wright). Un arco amarissimo quello di Greyjoy, che culmina in una morte onorevole ma senza epicità.
In ogni caso, Westeros non cade – come i fan più cinici di Il Trono di Spade avevano auspicato – per mano dell’esercito dei morti. Per quanto implacabili nella loro cavalcata verso la possibile vittoria, i ‘cattivi’ della serie dovevano per forza dimenticarsi di un dettaglio in qualche momento. E quel dettaglio è Arya, maestra dei travestimenti e delle illusioni (ottiche). È il coraggio iconoclasta della giovane Stark a rivelarsi più forte di qualsiasi profezia quando sbuca dal nulla e attacca il Re della Notte con lo stesso pugnale di Valyria che aveva dato inizio alla Guerra dei Cinque Re; ed è anche l’arma che conclude la Grande Guerra, con una delle prime mosse insegnate ad Arya da Syrio Forel. La caparbietà e la volontà di contravvenire a regole millenarie ha permesso al Bene di trionfare. C’è poco da rimanere delusi.
Come detto, secondo la tradizione del genere, The Long Night / La Lunga Notte sarebbe stato un finale perfetto. Ma il ‘gioco dei troni’ è sempre stato molto più di questo. Non importa quanto sia stata tragica e brutale la notte, ci sarà sempre un domani per quelli rimasti. Ricordiamo che Cersei (Lena Headey) è ancora seduta sul trono e ha truppe fresche e riposate, ma anche che Daenerys e il Nord – nonostante le ingenti perdite – hanno una consapevolezza tutta nuova.
E adesso tutti in marcia verso Approdo del Re.
Di seguito trovae il teaser trailer internazionale dell’episodio 8×04 e più sotto i 40 minuti di making of della 8×03: