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Titolo originale: Game of Thrones , uscita: 17-04-2011. Stagioni: 9.

Recensione | Il Trono di Spade: 8×03 – The Long Night / La Lunga Notte

30/04/2019 recensione serie tv di William Maga

Benvenuti allo scontro frontale - atteso per 8 anni - tra il Bene e il Male, tra la luce e l'oscurità, tra il ghiaccio e il fuoco. Lacrime e sangue, angoscia ed eroismo nell'episodio più cupo ed emozionante della serie

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Otto anni e 69 episodi per arrivare a questo episodio di Il Trono di Spade (Game of Thrones). Si può tranquillamente affermare che The Long Night / La Lunga Notte, quartultimo tassello dello show HBO nato dai libri dello sfaticato George R.R. Martin nel 2011, sia (stato) tra i momenti televisivi più attesi della storia recente. Ed era difficile prevederne l’esito, o addirittura anticipare se i suoi 80 minuti si sarebbero conclusi con uno straziante cliffhanger oppure con una sentenza.

La ‘battaglia di Grande Inverno’ non ha visto schierarsi di fronte solamente il Bene e il Male, ma i vivi e i morti. Mai la posta in gioco è stata più così alta, né tanto meno si era ricorsi a uno sforzo produttivo tanto ampio. E non è un caso che la regia sia stata affidata a Miguel Sapochnik, già dietro ai memorabili I venti dell’inverno / The Winds of Winter e La battaglia dei bastardi / Battle of the Bastards. Solo che qui ci troviamo di fronte per la prima volta a un vero e proprio film, per di più di genere horror più che fantasy. I dialoghi sono stati ridotti all’osso e a parlare sono spesso le scelte visive (catturate da una fotografia mai così precisa e cinematografica, nonostante qualcuno potrebbe trovarla eccessivamente ‘scura’).

Il Trono di Spade 8x03 - The Long Night La Lunga Notte (6)Cerchiamo ora di concentrarci sui molti aspetti validissimi di The Long Night / La Lunga Notte. Tutto è stato pianificato per essere lo scontro definitivo tra luce e oscurità, tra fuoco e ghiaccio. L’ultimo baluardo dell’umanità brandisce – grazie a un po’ di magia – armi infuocate. I freddi cadaveri rianimati dagli occhi cerulei, emergono silenziosi dall’oscurità, inevitabili come la Morte. Secondo gli archetipi della narrativa fantastica, siamo al culmine di Il Trono di Spade. Difficile far meglio di così nei prossimi episodi (un po’ come successo con Avengers: Infinity War).

Ricordando più il tipico survival horror alla Resident Evil o World War Z (non citiamo George A. Romero solamente perché qui gli zombi corrono …), l’episodio è pervaso dal minuto 1 da un terrore ancestrale e da un’atmosfera di impotenza come raramente si è visto sul piccolo schermo, persino in opere come The Walking Dead, che nascono attorno a questa premessa. In pochi dei presenti – tra cui Jon Snow (Kit Harington) hanno già affrontato i morti e ne sono usciti interi. Tutti gli altri, Arya (Maisie Williams) in primis, avevano solo provato a immaginare, ma ora che li hanno a pochi metri, le espressioni sui volti di chi avevamo ritenuto un eroe impavido fino all’altro giorno la dice lunghissima sullo stato emotivo generale. Sembra davvero la fine del mondo.

Il Trono di Spade 8x03 - The Long Night La Lunga Notte (5)Come detto, la battaglia ha inizio con tattiche militari estremamente discutibili. Dal momento che la difesa di Grande Inverno è affidata principalmente a una manciata di uomini che hanno già visto gli Estranei – Jon, ma anche Jorah Mormont (Iain Glen), Beric Dondarrion (Richard Dormer) e il Mastino (Rory McCann) – la sola idea di affrontarli in campo aperto fuori dalle mura è da reparto psichiatrico. Senza contare che nessuno ha idea di quanti siano i cadaveri ambulanti (e ce ne sono davvero tanti … troppi?). In ogni caso, a desaparecida Melisandre (Carice van Houten) opta naturalmente per questo esatto momento per tornare sulle scene e infondere un po’ di coraggio negli uomini prima che vadano incontro al loro destino. Tranne Verme Grigio (Jacob Anderson), il cui fato rimane incerto. Come pure quello del povero metalupo Ghost, trattato ancora una volta malissimo dagli sceneggiatori di Il Trono di Spade, David Benioff and D.B. Weiss.

I morti, come anche noi scopriamo con non poca sorpresa, si scagliano verso le mura non come un normale esercito di uomini rianimati, ma come una vera e propria forza della natura. Si schiantano contro i vivi come onde di marea alte 3 o 4 metri, devastando tutto ciò che incontrano. E qui scatta il piano di Verme Grigio, non proprio brillantissimo: appiccare il fuoco alla trincea per creare una barriera di fuoco e contenere l’assalto, almeno per un po’. Perché non farlo subito e preferire sacrificare centinaia di soldati non è dato sapersi (come pure l’uso parco delle catapulte). Va dato credito al resto di The Long Night / La Lunga Notte di essere comunque così visceralmente mozzafiato (pensiamo alla sequenza ‘silenziosa’ nella libreria con Arya) che si può pure non fare troppo le pulci alle mediocri tattiche militari difensive impiegate. Da quando i morti sfondano ed entrano a Winterfell, la situazione potrebbe ricordare di primo acchito quella del Fosso di Helm de Il Signore degli Anelli, ma l’aria di disperazione che si respira somiglia molto più alla battaglia di Alamo.

Il Trono di Spade 8x03 - The Long Night La Lunga Notte (2)È in questo punto, quando il Re della Notte forza alcuni ritornanti a sacrificarsi nel fuoco per creare un ‘ponte’ per gli altri compagni, che Daenerys (Emilia Clarke), rimasta fino a quel momento nei cieli assieme a Jon a combattere contro la tempesta di ghiaccio e contro Viserion (stupisce un po’ il loro mancato ‘stupore’ di fronte alla creatura diabolicamente mutata …), decide di averne avuto abbastanza e di intervenire in modo proattivo e deciso. La Khaleesi, sebbene invisa apertamente da Sansa (Sophie Turner), si conferma regina che ha a cuore un po’ tutti, una sovrana che vede morire Dothraki e Immacolati per difendere un castello di altri e che lancia nella bufera sferzante Drogon per abbrustolire un po’ di non morti. Come ricorda Missandei (Nathalie Emmanuel), “senza la Regina dei draghi, non ci sarebbe alcun problema. Saremmo già tutti morti“. Ed è così che Daenerys combatte fino quasi all’ultimo, perfino da terra, rischiando la sua stessa vita e quella dell’amato Drogon, per salvare l’inutile pesce lesso Jon Snow. Come ricompensa, il drago viene assalito da un nugolo di cadaveri, al pari di larve che infestano carne pregiata. Un momento di puro terrore, cui fa seguito uno più tradizionalmente classico nella sua presentazione degli ideali cavallereschi: Ser Jorah Mormont, capendo che la sua regina sarebbe stata nei guai, esce dalle mura in solitaria, pronto a sacrificarsi per lei. Gli ultimi momenti di Jorah rimandano tanto a J.R.R. Tolkien quanto George R.R. Martin. Come Boromir rimaneva in piedi per difendere due hobbit, il cavaliere non esita un attimo a sfidare la morte per la Khaleesi. Incassa una, due, tre, probabilmente più di una dozzina di colpi prima di perire. Eppure non esiste un personaggio più adatto a una fine così nobile e romantica in Il Trono di Spade del servitore fedele dall’amore non corrisposto. Non solo ha accettato questa particolare situazione, ma la abbraccia un’ultima volta, rendendo il loro legame più profondo di una storia d’amore tradizionale – e le loro scene certamente possiedono un’intensità largamente maggiore di quelle di lei con Jon Snow. Nessun dialogo, nessuna ultima parola. Persino Drogon si stringe a loro nel dolore.

Comunque, Ser Jorah non è l’unico personaggio più o meno principale a morire. A dirla tutta, non è nemmeno l’unico Mormont. La vera sorpresa di The Long Night / La Lunga Notte è forse proprio la decisione da parte di David Benioff e D. B. Weiss di uccidere la piccola Lady Lyanna Mormont (Bella Ramsey), personaggio molto secondario nei libri, ma diventato velocemente beniamino del pubblico di Il Trono di Spade. Condottiera impavida, riesce – prima di perire – ad abbattere da sola un gigante, nel momento più eroico e toccante della notte.

Il Trono di Spade 8x03 - The Long Night La Lunga NotteNel fantasy tradizionale, l’atteso scontro tra le forze del Bene e quelle del Male dovrebbe significare la fine di tutte le cose, ma, in questo caso, la fine non è mai sembrata così cupa. Se la carica guidata da Aragorn contro l’esercito di Sauron alle porte di Mordor fu sottolineata nel film Il ritorno del re di Peter Jackson da canti eterici, Ramin Djawadi offre per questo massacro un commento sonoro tetro e opportunamente malinconico. Se le dipartite di Edd l’addolorato (Ben Crompton), Beric Dondarrion e Theon Greyjoy (Alfie Allen) sono meno intense rispetto a quelle di altri, ugualmente il loro accumularsi nei minuti sortisce un effetto nichilistico e paralizzante sullo spettatore, come pure su Sandor Clegane. E la cosa più sorprendente di The Long Night / La Lunga Notte è che ci fa accettare questo nichilismo. Superata la prima ora, i dialoghi cessano completamente, e anche le urla di angoscia si dissolvono nell’aria. Tutto ciò che rimane è la partitura di pianoforte del compositore. Questo episodio de Il Trono di Spade ricava una bellezza lirica da una carneficina, un tomo senza parole composto dalla morte. Riassume uno dei grandi temi della serie: tutti gli uomini devono morire … ergo, dev’esserci una morbosa pacatezza a riguardo, anche se si verifica nel modo meno pacificamente brutale.

Tuttavia, ci sono svariati momenti che ci scuotono dall’affogare in questo mare di tristezza. Uno vede Arya attraversare le sale di Winterfell in preda al panico. Un’emozione che in pochi si sarebbero aspettati vista la sua innata fierezza. Invece corre, cede alla disperazione, non sa cosa fare. Non bastasse, è per coprire la sua fuga che Beric muore per l’ultima volta, sacrificando la sua vita in modo che Arya e il Segugio possano sfuggire all’orda. Capiamo così anche lo ‘scopo’ ultimo dell’uomo, ben più importante di quanto non avessimo immaginato. Se la sua vita è stata sacrificata per quella di Arya, dev’essere perché il Signore della Luce aveva in serbo un ruolo ben preciso anche per la ragazzina di casa Stark. In quanti, quando Melisandre le parla del colore dei vari occhi (terminando con ‘blu’), ha davvero pensato a un riferimento diretto al Re della Notte? E il senso di completa sconfitta cala anche sui volti di Jamie (Nikolaj Coster-Waldau), Tormund (Kristofer Hivju) e Brienne (Gwendoline Christie) mentre la morte implacabile continua ad arrivargli contro.

Il Trono di Spade 8x03 - The Long Night La Lunga NotteComunque, ancora una volta il più inutile del mazzo è Jon Snow. Quando tutto sembra essere apparecchiato per uno duello col Re della Notte, quest’ultimo lo molla lì sul più bello con la sua Longclaw lasciando che siano i non morti a occuparsene. Ancora una volta, tante chiacchiere e ben poco peso specifico al momento necessario. Sansa e Tyrion (Peter Dinklage) invece capiscono un po’ tardi che nascondersi nelle cripte di Winterfell non è poi una strategia vincente quando il tuo nemico è in grado di resuscitare i morti. Purtroppo però, non vediamo ‘ritornare’ tutti i precedenti re e regine. Sarebbe stato troppo memorabile. I due ex coniugi hanno un insospettabile momento di tenerezza, ma nulla più. Anche qui non si tratta di un amore romantico, ma una sorta di profonda affinità di chi ne ha passate tante. E, a quanto pare, ne vivrà ancora qualcuna.

Venendo a Theon invece, riesce a fare l’unica cosa che avrebbe sperato di poter fare: la cosa giusta. Nonostante il Re della Notte lo uccida agilmente, ottiene il perdono dell’ineffabile Bran (Isaac Hempstead-Wright). Un arco amarissimo quello di Greyjoy, che culmina in una morte onorevole ma senza epicità.

In ogni caso, Westeros non cade – come i fan più cinici di Il Trono di Spade avevano auspicato – per mano dell’esercito dei morti. Per quanto implacabili nella loro cavalcata verso la possibile vittoria, i ‘cattivi’ della serie dovevano per forza dimenticarsi di un dettaglio in qualche momento. E quel dettaglio è Arya, maestra dei travestimenti e delle illusioni (ottiche). È il coraggio iconoclasta della giovane Stark a rivelarsi più forte di qualsiasi profezia quando sbuca dal nulla e attacca il Re della Notte con lo stesso pugnale di Valyria che aveva dato inizio alla Guerra dei Cinque Re; ed è anche l’arma che conclude la Grande Guerra, con una delle prime mosse insegnate ad Arya da Syrio Forel. La caparbietà e la volontà di contravvenire a regole millenarie ha permesso al Bene di trionfare. C’è poco da rimanere delusi.

Il Trono di Spade 8x03 - The Long Night La Lunga Notte (3)Naturalmente, con quel gesto i morti sono stati sconfitti per sempre. Una larga parte delle premesse di Il Trono di Spade si è realizzata. Melisandre, una strega di centinaia, se non migliaia, di anni, ha assistito a quello che era il suo scopo ultimo: vedere il Re della Notte sconfitto e una nuova alba che non finirà. Allora, cammina in quei primi, sbalorditivi momenti di gloria del mattino e sceglie questo istante per sfiorire e morire. Nonostante il suo ruolo nella morte di Shireen Baratheon, un dolce silenzio è la sua ricompensa. Tutti muoiono, ma non per forza in modo triste.

Come detto, secondo la tradizione del genere, The Long Night / La Lunga Notte sarebbe stato un finale perfetto. Ma il ‘gioco dei troni’ è sempre stato molto più di questo. Non importa quanto sia stata tragica e brutale la notte, ci sarà sempre un domani per quelli rimasti. Ricordiamo che Cersei (Lena Headey) è ancora seduta sul trono e ha truppe fresche e riposate, ma anche che Daenerys e il Nord – nonostante le ingenti perdite – hanno una consapevolezza tutta nuova.

E adesso tutti in marcia verso Approdo del Re.

Di seguito trovae il teaser trailer internazionale dell’episodio 8×04 e più sotto i 40 minuti di making of della 8×03: