Star Trek Discovery: analisi del primo trailer. Cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova serie?
18/05/2017 news di Davide Schito
Dai protagonisti alle tecnologie, dagli alieni alle astronavi, proviamo a decifrare gli indizi a disposizione
E così, finalmente, dopo mesi di speculazioni, il primo teaser trailer di Star Trek Discovery è uscito. È un trailer ad alto impatto visivo che ci fa subito capire che, almeno a livello di qualità degli effetti, l’attesa è stata ampiamente ripagata. Rispetto a quel video di pochi secondi in cui si vedeva una grezza Discovery uscire dal bacino spaziale, ci sono stati enormi passi in avanti.
Pur non lasciando trasparire molti dettagli circa la storia (la quale, a differenza delle serie precedenti, sarà unica e si svolgerà lungo tutto l’arco della stagione, allungata a 15 episodi dai 13 originari), questo “first look” ci dice però parecchie cose su quello che potremo aspettarci. Vediamo di riassumerle in breve.
Come anticipato, Discovery sarà ambientata nella Prime timeline (non in quella alternativa degli ultimi film, quindi, denominata Kelvin timeline), 10 anni prima della serie classica e della missione quinquennale della USS Enterprise comandata da James T. Kirk, quindi nel 2255 circa. Il nome “Discovery” si riferisce presumibilmente a una nave, la USS Discovery: dal trailer non è chiaro se quella che a un certo punto si intravede sbucare da una nebulosa sia proprio la Discovery o se invece si tratti della USS Shenzhou, che stando alle anticipazioni dovrebbe essere l’altra nave della Federazione coinvolta negli eventi.
Ci vengono subito presentati due personaggi: il comandante Burnham (Sonequa Martin-Green) e il capitano Georgiou (Michelle Yeoh), il cui nome non viene però confermato nel trailer. Le due camminano in un deserto sabbioso, forse appartenente al pianeta Vulcano. Burnham ha servito 7 anni agli ordini di Georgiou, presumibilmente sulla Shenzhou, e ora è pronta per il suo primo comando. Sarà la Discovery? La produzione in verità ha annunciato Jason Isaacs in quella parte, quindi questo rimane da vedere. Isaacs, oltretutto, non appare affatto nel trailer.
Un personaggio di una certa importanza è Sarek (James Frain). Vulcaniano, ambasciatore della Federazione e padre di Spock, pare ricoprire un ruolo fondamentale nella vita di Burnham. Soprattutto quando dice a una bambina che le somiglia molto che la sua lingua è troppo umana per imparare a parlare vulcaniano. È quindi verosimile che Burnham, per qualche motivo, pur essendo umana, sia cresciuta su Vulcano. La storia delle sue origini rappresenterà sicuramente uno dei temi della serie. Così come quella “riunificazione” alla quale Sarek accenna.
Un personaggio, invece, che si vede poco ma che attira subito l’attenzione è l’ufficiale scientifico, il cui nome dovrebbe essere Saru (Doug Jones). È un alieno di una razza sconosciuta e una sua frase (“La nostra specie è biologicamente predisposta a un unico scopo: sentire l’arrivo della morte. E io la sto sentendo arrivare ora.”) è particolarmente interessante. Sono telepati, o c’è dell’altro? Nella versione “Netflix” del trailer, più breve e dal montaggio differente, la frase è tagliata e ne rimane solo la seconda parte.
Bryan Fuller, quando era ancora showrunner, aveva annunciato che alcune specie conosciute sarebbero state reimmaginate. A parte Saru, in questo trailer si intravedono altri alieni sul ponte di comando e soprattutto quelli che saranno – tornando quindi alle origini – “gli antagonisti” principali: i Klingon. Il loro aspetto, ancora una volta modificato, ha già causato polemiche nei fan più “conservatori”. Questi Klingon sono infatti privi di capelli (pur mantenendo le creste frontali) e chi ha visto gli ultimi 3 film non ha potuto fare a meno di notare la somiglianza con quelli della Kelvin timeline. Non sappiamo però se i Klingon siano tutti così o se magari quelli mostrati facciano parte di un’etnia particolare. Insomma, prima di gridare allo scandalo, attenderei di vedere se questo cambiamento di look viene in qualche modo giustificato oppure no.
La serie, come detto, è ambientata nel 2255, 90 anni dopo Enterprise, 10 anni prima della serie classica e circa 110 anni prima di “The Next Generation”, “Deep Space Nine” e “Voyager”. Ma è anche stata prodotta nel 2017, quindi è pacifico che la tecnologia non potrà somigliare a quella del 1966. Tra l’altro anche in Enterprise il look della tecnologia e delle navi somigliava più alle serie ambientate nel 24esimo secolo che non a quelle ambientate nel 23esimo. Non c’è quindi nulla di male in questo e anzi, dovrebbe parzialmente consolare del fatto che non si sia scelto di andare avanti con la timeline. Alcuni particolari paiono comunque coerenti con il periodo (per esempio il comunicatore “a conchiglia”).
Le astronavi
Si intravede una sola nave e non si capisce se sia la Discovery o la Shenzhou. In ogni caso è molto diversa da quella del video rilasciato diversi mesi fa – forse proprio per tastare il polso del pubblico – il cui design aveva sollevato non poche perplessità. Questa sembra più massiccia e cattiva, segno che i disegni originali sono stati rivisti e migliorati.
Le uniformi della Flotta Stellare sono completamente diverse rispetto a quelle viste nelle serie precedenti. Il colore richiama il blu delle “tute” di Enterprise ma il taglio è decisamente più militare. Il tradizionale giallo, blu e rosso che identificava l’area di competenza dell’ufficiale è stato sostituito da un più sobrio ed elegante oro, argento e bronzo delle finiture sui fianchi. L’uniforme del capitano ha poi come varianti delle finiture dorate aggiuntive sulle spalle. I gradi sono indicati da piccoli pin in rilievo sul badge, il quale riporta anche il simbolo dell’area di competenza (comando, scienza e ingegneria, medicina) come avveniva nella serie classica. Alcune discussioni aveva sollevato, ai tempi del primo mini-teaser, la forma del badge, poiché nella serie classica quel simbolo non identificava l’intera Flotta Stellare (come in seguito) ma solo l’Enterprise. C’è da dire che non è identico, ma ha una sorta di spaccatura. Magari quello dell’Enterprise discenderà da questo.
Insomma, sono ancora molte le domande a cui questo trailer non risponde. La produzione sta facendo un ottimo lavoro nello stuzzicare la curiosità dei fan e, almeno stando a queste prime immagini, anche nella realizzazione dell’intera serie. Resta da vedere se la storia e le tematiche trattate saranno all’altezza dei notevoli effetti visivi e soprattutto del nome Star Trek. I gusti del pubblico sono cambiati rispetto a 20 anni fa e nonostante i fan siano molti e generalmente conservatori non ci si deve limitare a indirizzarsi solamente a loro; d’altro canto, ripetere un’operazione prettamente “mainstream” per piacere a tutti come accaduto con i film della Kelvin timeline – godibili dal punto di vista visivo e del ritmo ma completamente privi dell’appeal che rende Star Trek un franchise unico per i temi e per il modo in cui vengono trattati – potrebbe rivelarsi un grosso errore.
Non resta che attendere e vedere. Purtroppo una data di uscita certa non c’è ancora. Si parla dell’autunno, sperando non ci siano più ritardi (all’inizio la serie era programmata per gennaio 2017, poi per maggio …).
Una cosa è certa: Star Trek Discovery sta arrivando. Prossimamente, su Netflix.
Di seguito il trailer italiano di Star Trek Discovery:
© Riproduzione riservata