Voto: 7.5/10 Titolo originale: Them , uscita: 09-04-2021. Stagioni: 2.
Them / Loro, stagione 1: la recensione dei 10 episodi, tra razzismo, dolore e horror (su Prime Video)
11/04/2021 recensione serie tv Them di Marco Tedesco
Deborah Ayorinde e Alison Pill sono le protagoniste di un'opera ambiziosa ma troppo 'diretta', che sembra crogiolarsi nell'orrore sociale insensato piuttosto che articolare una critica più profonda e ragionata
Ultimamente vi sarà capitato di avvertire un paio di problemi ricorrenti nei prodotti che proposti in esclusiva sulle piattaforme di streaming che, una volta captati, potrete (ri)scorgere facilmente un po’ ovunque. A monte, la fonte è comune, ovvero i budget messi sul piatto dai vari Amazon Studios, Netflix e Apple per le rispettive produzioni originali, ormai così stravaganti che quasi tutte le serie / miniserie che ne scaturiscono finiscono per presentare tutte un’aura visiva allettante, che – però – funge poi praticamente sempre come sorta di cavallo di Troia televisivo che maschera più o meno abilmente una scrittura sciatta, quando non pessima.
Il primo segnale: appare agli occhi come un grandioso show TV, suona alle orecchie come un grande show TV, ma all’interno della ‘scatola tecnica’? Il nulla. Il secondo: ci sono così tante idee stipate nei (moderatamente pochi) episodi di una stagione che nessuna di esse riesce a emergere davvero e finisce per azzoppare l’intera operazione.
Them degli Amazon Studios – (mini)serie antologica in 10 episodi ben fatta e visivamente accattivante creata dal debuttante Little Marvin, incentrata su una famiglia nera, gli Emory, che si trasferisce in un quartiere completamente bianco nella California del 1953 – soffre proprio di quest’ultimo problema. A prima vista è piuttosto impressionante, ma dopo un paio d’ore i suoi limiti diventano evidenti: nell’assumere il compito non facile e delicatissimo di metter mano alla lunga storia del razzismo negli Stati Uniti e alle diverse forme che ha assunto / assume, cercando al contempo di ‘intrattenere’ gli abbonati con una trama horror, manca il bersaglio su entrambi i fronti.
Them promette molto, intenzionalmente o meno, attraverso i suoi collegamenti estetici e tematici alla cinematografia di Jordan Peele, il cui allegorico Scappa – Get Out ha ‘risvegliato’ il genere nel 2017 (e non sembra un caso che il titolo qui sia un rimando al successivo Us / Noi). E corre anche un rischio enorme nel modo in cui si appoggia senza batter ciglio al cosiddetto ‘black trauma‘ di stampo razziale in un anno che ne è stato orribilmente pieno.
Nella maggior parte dei casi, infatti, questa scommessa non ripaga. Them fa passare i suoi protagonisti attraverso atti di violenza sempre più tremendi, a partire dal primo episodio, in cui un bambino piccolo che viene strozzato a morte da una donna bianca, fino allo stupro di una madre mentre suo figlio viene ucciso. È immediatamente ed estremamente inquietante, con personaggi bianchi che esprimono ad alta voce i loro pensieri razzisti e complottano per cacciare gli Emory fuori città non appena questi vi si trasferiscono, con solo minuscoli segnali di una possibile grazia salvifica.
Nel primo episodio, Them non perde molto tempo prima di creare l’orrore che monterà nelle successive otto ore circa. Non c’è un avanzamento lento verso le sue atrocità, ma una marcia costante. Iniziamo con una sequenza da sogno, quando la matriarca della famiglia, Lucky (Deborah Ayorinde), da sola nella nuova casa, incontra una strana e sinistra anziana donna bianca, prima che si svegli mentre arrivano in città, attirando gli sguardi sbalorditi dei vicini. Il razzismo, da queste parti, non arriva attraverso sussurri sommessi, ma in una conversazione estremamente aperta: fin dal principio, gli abitanti bianchi tramano per cacciare gli Emory fuori città, pronunciando la parola ‘con la n’ a voce alta con noncuranza e facendo vili battute razziste su di loro. Sono apertamente malvagi e spregevoli.
Per quanto riguarda gli stessi Emory, ognuno di loro è afflitto da un trauma passato e ciascuno affronta la propria ‘estraneità’ a East Compton in modi diversi. La figlia adolescente Ruby (Shahadi Wright Joseph) vuole integrarsi in una scuola dove è soggetta ad abusi e suo padre, Henry (Ashley Thomas), allo stesso modo, tenta di tenere la testa bassa nel nuovo lavoro d’ufficio in cui il suo capo esprime occasionalmente commenti razzisti. Lucky, d’altra parte, si metto presto sulla difensiva, puntando una pistola contro i suoi vicini già verso la conclusione del primo episodio dopo che il loro cane è stato trovato morto, apparentemente ucciso da un intruso o da una forza soprannaturale che sembra essere legata alla loro casa.
Ah, giusto, non ne abbiamo fatto menzione? Il Male in Them si palesa non solamente con le spoglie degli esseri umani indicibilmente spregevoli e abbietti che abitano il quartiere, ma anche sotto forma di fantasmi (ovviamente razzisti) che appaiono tra le mura domestiche e che, nel corso della serie, iniziano a possedere diversi membri della famiglia, à la Amityville Horror.
Impossibile inoltre non vedere forti echi del classico La Fabbrica delle Mogli del 1975 sia nel ‘branco’ di donne bianche indistinguibili tra loro presenti nel quartiere inzuppate di colori pastello, sia nella lucentezza fin troppo incontaminata della periferia americana che offusca appena leggermente l’oscurità sottostante. Ad esempio, nel primo episodio Betty (Alison Pill), la leader delle casalinghe, ricorda al marito di quanto lui fosse stato felice alla vista della pulizia dei marciapiedi nel loro quartiere quando si erano trasferiti lì e della minaccia simbolica rappresentata dai nuovi arrivati.
La più grande forza di Scappa – Get Out stava nel rivelare le sottili sfumature razziste di certe ambigue situazioni, dalla feticizzazione da parte del personaggio di Allison Williams degli uomini di colore, all’affermazione di suo padre (Bradley Whitford) che avrebbe votato per Barack Obama per la terza volta, fino al modo in cui quest’ultimo ‘aggiustava’ la sua parlata (in lingua originale, ça va sans dire) per rivolgersi al Chris di Daniel Kaluuya. Insomma, prima di addentrarsi nei territori dell’horror soprannaturale vero e proprio, si prendeva del tempo per pavimentare il film di elementi realistici del razzismo moderno per far imbarazzare il pubblico bianco, sia per averne riconosciuto le modalità che per mera vergogna. Inoltre, fattore non secondario, si concludeva su una nota positiva.
Al contrario, Them è profondamente subdolo (scorretto?), rendendoci semplici spettatori inermi mentre i suoi protagonisti neri diventano vittime impotenti, e – soprattutto – completamente prive di una giustificazione intellettuale. Insomma, un risultato troppo profondamente traumatico per essere piacevole da guardare, per un’opera ambiziosa ma troppo ‘diretta’, che sembra crogiolarsi nell’orrore sociale insensato piuttosto che articolare una critica più profonda e ragionata.
Di seguito – sulle note di Home di Diana Ross – trovate il full trailer internazionale di Them / Loro, nel catalogo di Amazon Prime Video dal 9 aprile:
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