Lo showrunner Greg Daniels (The Office US) orchestra uno show originale che affronta il tema dell'Aldilà fittizio, innestandolo in una cornice più ampia che riflette sul potere e le disparità
Guardare la prima stagione della serie sci-fi Upload su Amazon Prime Video potrebbe provocare una sensazione di deja-vu. Un mondo in cui puoi caricare la tua coscienza dopo la morte su un mainframe che ti permetterà di “vivere” di nuovo? Sì, l’abbiamo visto prima (e, francamente, sviluppato meglio) in Black Mirror, nel memorabile episodio “San Junipero“. Uno sguardo a come una persona egoista inizi a migliorare se stessa nell’Aldilà attraverso nuove relazioni? Sì, quello suona un po ‘come The Good Place, un altro show che prestava maggior attenzione e un arco complessivo più soddisfacente di quello qui offerto. Quindi, perché preoccuparsi di guardare un’altra manciata di episodi (10 in totale) che riprendono, senza ‘migliorarle’ tematiche già viste altrove?
Ebbene, pur coi suoi problemi e l’andamento altalenante, Upload offre sufficiente materiale interessante per convincere lo spettatore a proseguire la visione fino alla fine (e magari chiederne ancora).
Tutto sembra quindi essere al top per il protagonista, fino a quando la sua auto a guida autonoma, presumibilmente sicura e a prova di manomissione, si schianta, lasciandolo con gravi lesioni e una scelta: rischiare un intervento chirurgico o accettare un ‘caricamento’ dentro a Lake View, la più stilosa delle ‘zone’ disponibili – pagata interamente da Ingrid, dal momento che Nathan non ha i soldi per permettersi un tale lusso. Sotto pressione e con poco tempo per scegliere, Nathan accetta così l’upload e tutto ciò che esso comporta.
E’ allora che la faccenda inizia a farsi oscura. Se Upload fosse solamente la storia di un ragazzo morto di recente che cerca di navigare in un Aldilà virtuale, completo di una gamma colorata di altri ‘uploadati’, occupandosi parallelamente del fatto che la sua ragazza abbia essenzialmente in mano le redini del gioco, avrebbe potuto garantire sviluppi intriganti. L’idea che il denaro possa comprare la felicità eterna è una premessa abbastanza complessa da poterci in effetti costruire intorno uno show (Upload è sicuramente interessata alle barriere economiche in questo futuro poi non così lontano, mettendo in evidenza gli eccessi di Lake View rispetto al problema dei pagamenti mensili del ‘canone’, che non tutti quanti posso esattamente permettersi, col rischio che la vita ultraterrena di qualcuno sia in costante bilico) e i personaggi con cui Nathan si trova a interagire in quel locus amoenus sono invero piuttosto interessanti.
Senza contare che la relazione tra Nathan e Ingrid si trasforma presto in uno studio sulle dinamiche del potere, poiché la ragazza deve approvare tutti gli acquisti aggiuntivi che Nathan fa dentro a Lake View (il focus sul capitalismo ‘impazzito’ in questo futuro fa sorridere amaramente), creando un complesso elemento di ‘asservimento’ nella loro relazione romantica già burrascosa. Non puoi rompere una relazione con la persona che paga per la tua esistenza, giusto? Ah, e dal momento che esiste una tecnologia che consente alle persone in vita di interagire fisicamente con gli ‘Uploads’, beh, aggiungere sesso al bizzarro mix rende tutto ancora più cupo e complesso.
L’arco narrativo di Nora potrebbe facilmente occupare una serie a sé stante. La vita dietro le quinte di ciò che serve per rendere felici alcuni di questi ‘uploadati’ è certo affascinante e i rappresentanti del servizio clienti hanno condizioni di lavoro tutt’altro che ideali e non fanno molti soldi (l’ironia del la situazione è chiara e nota). Il padre di Nora è cronicamente malato e rifiuta di accettare un upload (poiché sua madre è morta diversi anni fa senza un upload, lui non vuole esistere in un mondo senza di lei – è tutto abbastanza bello e offre un contrappunto alla cultura del ‘caricamento’, che è breve ma molto interessante). E lei è disillusa a comprare la mancanza di interazione umana reale nel mondo reale. Con il costante spingere e tirare tra i momenti a Lake View e la vita vera di Nora, Upload inizia presto a piegarsi sotto il peso di portare avanti queste due trame.
In definitiva, vale la pena guardare Upload? Tutto sommato, il periodo di clausura forzato che stiamo vivendo grazie al coronavirus in questo caso viene incontro ad Amazon, garantendo agli abbonati del tempo extra per affrontare anche quei prodotti che – in tempi normali – si metterebbero nella lista delle cose non prioritarie da vedere in binge watching. La recitazione è generalmente solida (in particolare Andy Allo ruba la scena a tutti) e ci sono alcune idee interessanti che vibrano all’interno della serie che, ci si augura, verranno esplorate meglio nell’auspicabile seconda stagione (oltre alla struttura a classi sociali di Lake View, abbiamo un ragazzo che cerca disperatamente di poter davvero crescere, ci sono mercati neri da esplorare e l’idea che Upload stia terminando per sempre la loro esistenza artificiale che assomiglia molto al principio della pistola di Chekhov).
Abbiamo già visto altrove questo tipo di storia (come quasi tutto ormai …) e, con un po’ più di attenzione e raffinatezza, Upload potrebbe davvero crescere molto bene. Considerato il passato di Greg Daniels, e la sua verve satirica e pungente, concedergli un po’ di fiducia è pertanto il minimo che si possa fare, visto che le basi ci sono tutte.
Il trailer di Upload, nel catalogo di Amazon Prime Video dall’1 maggio: