Home » Cinema » Horror & Thriller » 28 Giorni Dopo: i quattro finali alternativi e quello divenuto oggi canonico

Titolo originale: 28 Days Later , uscita: 31-10-2002. Budget: $8,000,000. Regista: Danny Boyle.

28 Giorni Dopo: i quattro finali alternativi e quello divenuto oggi canonico

22/06/2025 news di Stella Delmattino

Danny Boyle e Alex Garland immaginorono diverse situazioni, ma solo una fu ben accolta

28 giorni dopo film finale

28 Giorni Dopo non è solo un film horror: è un punto di svolta per il genere zombie. Diretto da Danny Boyle e scritto da Alex Garland, è uscito nel 2002 e ha ridefinito l’apocalisse cinematografica con un realismo crudo, un virus feroce e una narrazione centrata più sull’umanità che sui mostri. Oggi, con l’arrivo nei cinema di 28 Anni Dopo (la recensione), primo capitolo di una nuova trilogia, il film torna al centro dell’attenzione — anche per via dei suoi quattro finali alternativi.

Il film segue Jim (Cillian Murphy), un corriere che si risveglia dal coma dopo 28 giorni per scoprire una Londra devastata. Un gruppo di attivisti aveva liberato degli scimpanzé da un laboratorio, senza sapere che portavano un virus sperimentale: il Virus della Rabbia, capace di trasformare un essere umano in un mostro rabbioso in pochi secondi. Una sola goccia di sangue è sufficiente per infettare, e questo dettaglio sarà cruciale nel valutare uno dei finali alternativi più estremi.

Un horror molto umano

Nonostante la presenza di “zombi” iperveloci e contagiosi, 28 Giorni Dopo è, al suo centro, una storia profondamente umana. Parla di lutto, isolamento, perdita e speranza. La disperazione cresce scena dopo scena — dalla morte improvvisa del padre di Hannah, all’agghiacciante rivelazione che i soldati promettono salvezza solo per attirare donne da sfruttare. In questo contesto, un finale troppo cupo sarebbe sembrato insostenibile. Per questo, il finale cinematografico scelto — pur traumatico — lascia una piccola ma significativa apertura alla speranza.

28 giorni dopo film finale alternativoI tre + uno finali di 28 Giorni Dopo

Durante e dopo la produzione, Boyle e Garland hanno esplorato ben quattro possibili conclusioni per il film. Tre furono girate, una rimase solo su storyboard. Ecco cosa succede in ognuna:

1. Il finale cinematografico (canonico)
Jim, ferito, si risveglia in una casa insieme a Selena e Hannah. I tre riescono a inviare un segnale a un aereo di passaggio scrivendo “HELLO” con dei lenzuoli stesi nei campi. Questa scena è un’eco visiva dell’inizio del film, quando Jim si sveglia da solo in un letto d’ospedale: allora trovava un mondo morto, ora si sveglia in un rifugio dove esiste ancora una possibilità di vita.

2. Il finale freeze-frame
Il taxi dei protagonisti sfonda un cancello… e l’immagine si blocca. Nessuna risposta, solo una chiusura improvvisa e ambigua. Boyle usò questo finale come soluzione temporanea quando il budget del film era finito. Fu mostrando proprio questo montaggio che ottenne nuovi fondi per girare un vero epilogo.

3. Il finale “What if?”
Jim muore in ospedale, mentre Selena e Hannah tentano disperatamente di salvarlo. Ancora vestite con gli abiti imposti dai soldati, non riescono a fermare l’emorragia. Questo epilogo tragico fu giudicato troppo cupo, ma è incluso nei contenuti extra del DVD, introdotto da una schermata con la scritta “What if …?”.

4. Il finale radicale
Mai girato, ma illustrato in storyboard. Jim trascina Frank — il padre infetto di Hannah — in un laboratorio. Un medico rivela che l’unico modo per salvarlo è una trasfusione completa. Jim si sacrifica, dona tutto il suo sangue a Frank, e muore. Boyle decise di abbandonare questo finale: era in contrasto con l’universo del film, dove una sola goccia di sangue è sufficiente per infettare. Una cura tramite trasfusione era troppo semplice, troppo “facile”.

28 giorni dopo film finale alternativo storyboardPerché il finale fu cambiato?

Boyle e Garland hanno spiegato in più interviste che il finale originale — quello con Jim morto — fu accolto molto male nei test screening. Il pubblico lo trovò insopportabilmente disperato. Boyle raccontò che molti spettatori abbandonavano la sala, parlavano, si distraevano. Con l’aiuto di nuovi fondi, i registi girarono allora un finale più aperto, dove la salvezza era incerta ma possibile.

Garland, che aveva scritto un finale più cupo, riconobbe che il cambiamento non tradiva il cuore del film. Anzi, lo rafforzava: Jim sopravvive, ma non è illeso. Il trauma resta, ma una piccola luce si intravede. E quel fragile barlume di speranza è ciò che rende il film ancora più potente.

Quale finale è canonico secondo 28 Anni Dopo?

La risposta è ora ufficiale: il finale cinematografico. Lo ha confermato Alex Garland in un’intervista a Inverse, e la presenza di Cillian Murphy nel prossimo film – The Bone Temple – lo ribadisce. 28 Anni Dopo riprenderà direttamente da quel punto: Jim è sopravvissuto, ed è pronto a tornare.

Non è ancora chiaro se rivedremo anche Selena (Naomie Harris) e Hannah (Megan Burns), ma il nuovo sequel potrebbe chiarire cosa ne è stato di loro — oppure mostrare come la loro assenza abbia inciso sulla psiche di Jim.

E 28 Settimane Dopo?

Non è stato cancellato. Boyle e Garland non lo ignorano, ma 28 Anni Dopo si concentra sulle radici emotive e visive del primo film, tornando a un tono più personale e claustrofobico. Più che un sequel diretto, sarà un ritorno al cuore della saga.

Conclusione

Quando uscì, 28 Giorni Dopo rianimò un genere in coma. Portò velocità, introspezione e un senso di terrore urbano mai visto prima nel cinema horror. Oggi, con l’arrivo di 28 Anni Dopo, non si tratta solo di un nuovo capitolo: è la prosecuzione coerente e maturata di una visione narrativa che ha segnato un’epoca. E grazie ai suoi finali multipli — e alla scelta consapevole di quello giusto — 28 Giorni Dopo resta un esempio perfetto di come un film possa mutare, adattarsi e restare fedele a sé stesso.

Di seguito una clip coi finali alternativi di 28 Giorni Dopo:

the toxic avenger film 2025 remake
28 anni dopo teletubbies
ick film routh
Horror & Thriller

Trailer per Ick: Brandon Routh e Mena Suvari in una horror comedy punk e rétro

di Stella Delmattino

Il regista Joseph Kahn trasforma la nostalgia anni 2000 in un mostro cinematografico

Aaron Taylor-Johnson e Alfie Williams in 28 anni dopo (2025)
Horror & Thriller

28 Anni Dopo: la recensione del film rabbioso di Danny Boyle

di William Maga

Il regista e Alex Garland reinventano il genere tra pandemie, isolamento e riflessioni post-apocalittiche in un'opera visivamente audace e profondamente umana