Titolo originale: Mulholland Drive , uscita: 06-06-2001. Budget: $15,000,000. Regista: David Lynch.
Angelo Badalamenti su Mulholland Drive: “Vi racconto a chi si ispira il mio personaggio del film”
31/01/2019 news di Redazione Il Cineocchio
A pochi mesi dall'uscita nei cinema, il compositore raccontava dove David Lynch avesse preso lo spunto per il suo cameo come Luigi Castigliane
Indissolubilmente legato a doppio filo a David Lynch, il compositore Angelo Badalamenti (classe 1937) è l’autore – tra le altre – delle indimenticabili colonne sonore di Velluto Blu, I segreti di Twin Peaks e Una storia vera. In molti però ricorderanno anche le sue ‘comparsate’ in veste di attore sia nel classico con Isabella Rossellini del 1986 (un pianista) che, soprattutto, in Mulholland Drive del 2001 (la nostra ‘guida all’interpretazione’ del film), dove interpretava il misterioso e potente Luigi Castigliane.
Ebbene, lo stesso Angelo Badalamenti raccontava dettagliatamente così, nel corso di un’intervista a L’Unità del febbraio 2002, la nascita del personaggio:
È stato del tutto imprevisto. David mi chiama al telefono e mi dice: «Angelo, in Mulholland Drive ho una parte per te». Io gli rispondo: «Ma lo sai che non so recitare». «Non devi recitare – risponde lui – devi solo interpretare quel tizio che hai conosciuto, quello che aveva la moglie cantante, ricordi?». E all’improvviso, io mi ricordo. È successo tanto tempo fa. Stavo lavorando con una cantante che una sera mi invita a casa sua, nel New Jersey, per farmi conoscere il marito. Arrivo a destinazione e percorro un viale lungo tre chilometri.
Mentre mi avvicino in macchina, vedo Rolls Royce, Lamborghini, Jaguar. All’entrata, vengo accolto da uno stuolo di maggiordomi e camerieri e cameriere. Mai visto niente del genere. Una villa stupenda, enorme. Vengo accompagnato in una sala da pranzo dove c’è un tavolo lunghissimo, con quattro coperti per i padroni di casa, io e la signora che è con me. La cantante mi presenta suo marito. Io faccio per stringergli la mano ma lui non fa una mossa, si limita a guardarmi fisso senza dire una parola. Ci mettiamo a tavola. Per 45 minuti parla solo la moglie. Il marito è seduto a capotavola, muto.
Per rompere il ghiaccio, gli dico: «Lei ha una casa meravigliosa. Che lavoro fa?». Lui alza lo sguardo e non apre bocca. Passa un’altra mezz’ora senza una parola. Allora riprovo: «La sua casa è davvero straordinaria. Ho notato che avete addirittura delle cascate in cantina. Non è che lavora nell’edilizia?». Lui stava portando il cucchiaio alla bocca. Lo posa e pronuncia tre parole: «Più o meno». La tensione era altissima.
Mezz’ora dopo, dico: «Le rifiniture sono bellissime. Scommetto che lei è un architetto, un ingegnere». Lui faticosamente risponde: «Una specie…» E non parla più finché non me ne vado. Lynch aveva archiviato questa storia nella sua mente e mi ha chiesto di fare esattamente quell’uomo in Mulholland Drive. L’idea del caffé l’ha aggiunta lui: «Voglio che bevi un espresso e poi lo sputi». L’ho bevuto tenendo il mignolo alto, come avevo visto fare a mio nonno. È stato molto divertente.
Un racconto degno del film e un’interpretazione sicuramente memorabile.
Di seguito la storica ‘sequenza del caffè espresso‘ con Angelo Badalamenti aka Luigi Castigliane da Mulholland Drive:
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Fonte: L'Unità