Il regista inglese torna sulle scene con un'opera artigianale, un labirinto ironico fatto di effetti manuali, gioia cinefila e autoindulgenza
Ben Wheatley torna a giocare con il rischio calcolato e con la povertà come scelta estetica: Bulk è il suo “piccolo grande” film in bianco e nero che piega fantascienza, thriller cospirativo e parodia in un labirinto ironico e autocosciente. La premessa è semplice solo in apparenza: un esperimento di teoria delle stringhe fallisce, l’oligarca tecnologico Anton Chambers scompare insieme al suo “collisore cerebrale”, e il giornalista Cory Harlan (Sam Riley) viene rapito per essere arruolato nel recupero, sorvegliato dalla enigmatica Aclima (Alexandra Maria Lara).
Il luogo della prigionia è una casa qualunque, ma dietro le porte si aprono fronti di guerra, salti temporali, trappole e “scorciatoie” narrative; un salotto si spalanca su un campo apocalittico, il tempo si attorciglia, i corridoi nascondono botole e passaggi che sembrano usciti da un sogno geometrico.
Il regista non finge realismo: abbraccia la finzione come forma, celebrando trucchi artigianali, retroproiezioni, modellini e mostri di cartapesta con la serenità di chi espone i fili delle marionette. Qui l’“economia” non è un limite ma un manifesto: l’energia è quella di amici che mettono in scena uno spettacolo in salotto e ti invitano a far parte del gioco. Quando Bulk funziona, la sua gioia contagiosa diventa una dichiarazione d’amore per la fantascienza britannica di ieri (televisioni a pupazzi, paesaggi di carta, sospensioni poetiche) e per il cinema a basso costo che preferisce le idee al volume degli effetti. La fotografia contrastata di nero lucido, i cambi di registro tra noir, farsa, pamphlet e fumetto, la musica che saltella come un vecchio sintetizzatore da sala giochi: tutto concorre a una sinfonia volutamente disordinata che è insieme album di famiglia e catalogo di ossessioni.
Il problema è che non sempre il film paga la promessa. L’autore si diverte a sabotare il racconto dall’interno, disseminando battute metacinematografiche (compreso il cronometro che “garantisce” novanta minuti, perché oltre sarebbe un’indulgenza) e doppi ruoli che svelano le cuciture; a lungo andare, però, la ripetizione di trovate e ammiccamenti può logorare.
Gli attori tengono insieme il caos. Sam Riley ha l’aria stropicciata e l’andatura da “uomo sbagliato” catapultato nel complotto, un volto che restituisce spaesamento e ironia senza perdere dignità; Alexandra Maria Lara è una dominatrice gentile del labirinto, glaciale e divertita; Noah Taylor porta un gusto per il grottesco che fa da valvola comica; Mark Monero incarna il genio miliardario la cui hybris accende la miccia. Sono performance “di compagnia”, dove il piacere del travestimento è parte del discorso: Bulk parla anche della libertà di fare cinema con ciò che si ha a portata di mano, persino con il contenitore dei giocattoli.
Sul fondo, il film è un autoritratto. Dopo l’azzardo industriale del mostro marino in digitale di Shark 2, Wheatley torna al cortile di casa, rivendica la manualità, sfida lo spettatore: accetti di seguirmi anche quando la trama si sbriciola? Se dici sì, scopri un cinema-giostra capace di scintille sincere; se dici no, la giostra ti sembrerà girare a vuoto. È il pregio e il limite dell’operazione: personalissima, sfrontata, autoindulgente.
Bulk è un sorbetto dopo un pasto ipercalorico: rinfresca, pulisce il palato, non sazia. Ma in certi momenti, quando la casa si apre su paesaggi impossibili e il bianco e nero si fa lama, ricorda che il meraviglioso può nascere da una risata, da un cartone ritagliato, da un’inquadratura che finge e lo dichiara.
In definitiva, più che un film “sulla” fantascienza, Bulk è un film “con” la fantascienza: un diario di trucchi e desideri che preferisce l’allegria del cantiere alla solennità della cattedrale. Per alcuni sarà una carezza anarchica; per altri, un esercizio che si compiace del proprio specchio. Ma l’azzardo resta: in tempi di gigantismo digitale, rivendicare il giocattolo è un atto politico.
In attesa di capire quando lo vedremo da queste parti, di seguito trovate il trailer internazionale di Bulk: