Voto: 5/10 Titolo originale: Canary Black , uscita: 10-10-2024. Regista: Pierre Morel.
Canary Black: la recensione del film action di Pierre Morel (su Prime Video)
24/10/2024 recensione film Canary Black di Gioia Majuna
Kate Beckinsale e Ray Stevenson sono al centro dell'ennesimo thriller di spionaggio standard e senza inventiva del regista

Hollywood ha spesso tentato di trasformare attrici protagoniste in figure iconiche del cinema action, ma solo pochi titoli guidati da donne sono effettivamente riusciti a rimanere impresse nel cuore del pubblico. Non sorprendentemente, Canary Black (da non confondersi con la quasi omonima eroina della DC Comics … ) l’ultimo rappresentante del sottogenere appena finito nel catalogo di Prime Video in esclusiva, va ad aggiungersi ai molti cugini generici visti negli ultimi anni.
Anche se l’esperta Kate Beckinsale offre una performance dignitosa, il film non riesce infatti a distinguersi in alcun modo, complice una sceneggiatura prevedibile e una regia che non sfrutta pienamente il suo potenziale.
Nel 2008, Pierre Morel ha avuto un enorme e imprevedibile successo con Io vi troverò, action thriller che ha lanciato la sua carriera. Da allora, però, si è limitato a ripetere la stessa formula, proponendo film come The Gunman (2015), Peppermint (2018) e Freelance (2023).
Con Canary Black, ci troviamo di fronte all’ennesima storia di un personaggio con abilità particolari che affronta minacce dirette e sfide fisiche. Tuttavia, la trama manca di originalità e si appoggia su cliché già visti, non riservando sorprese al pubblico.
Insomma, un prodotto usa e getta che manca di mordente e risulta troppo patinato e convenzionale per suscitare vero entusiasmo.
Guardando Canary Black, la sensazione dominante è quella di un déjà-vu cinematografico. Il rapimento del marito, un elemento centrale della trama, ricorda troppo da vicino quanto già visto ad esempio in Salt, mentre la corsa contro il tempo per salvare il paese potrebbe essere presa direttamente dal franchise di Mission Impossible o da altri mille thriller di spionaggio.
Inoltre, il tema della doppia identità, in cui la protagonista nasconde la sua vera vita al coniuge ignaro, è uno stereotipo trito e ritrito che Hollywood ha sfruttato innumerevoli volte prima. La domanda principale, dunque, è cosa offra Canary Black di nuovo.
Purtroppo, la risposta è molto poco. Non introduce alcun elemento fresco o sorprendente che possa farlo emergere dalla massa di altri film del sottogenere. Ma c’è Ray Stevenson, in una delle sue ultime apparizioni.
La storia è semplice: l’agente della CIA Avery Graves (Beckinsale) deve affrontare una scelta difficile quando suo marito, David Brooks (Rupert Friend), viene rapito da un’organizzazione criminale. Gli antagonisti sono alla ricerca di un progetto segreto chiamato ‘Canary Black’, mettendo Avery di fronte a un dilemma morale: scegliere tra la sicurezza nazionale e la fedeltà personale.
Ad ogni modo, questa premessa, che avrebbe potuto dare vita a una trama avvincente e carica di tensione, si sviluppa rapidamente in una sequenza di eventi prevedibili e privi di profondità.
Soprattutto, Canary Black manca della suspense e delle emozioni che ci si aspetterebbe da un qualsiasi spy thriller. Sebbene la posta in gioco sia molto alta, con la vita del marito e addirittura la sicurezza nazionale in bilico, il dramma rimane superficiale, riducendo il conflitto interno di Avery a una serie di scene d’azione poco coinvolgenti. Questo fa sì che la trama si trasformi così in una semplice prevedibile concatenazione di cliché già visti.
Pierre Morel, pur facendo del suo meglio per catturare la suspense, non riesce a replicare la formula vincente di Io vi troverò. Il problema principale risiede nella trama stessa: un’idea già ampiamente sfruttata, che non riesce a evolversi in qualcosa di più complesso o interessante.
Anche il personaggio di Avery, pur interpretato con carisma da Kate Beckinsale, rimane unidimensionale. La sceneggiatura non esplora appieno le sue motivazioni o il suo conflitto interiore, limitando così la profondità della sua performance.
L’attrice di Underworld, pur dimostrando la consueta abilità nelle sequenze più concitate, sembra essere costretta in un ruolo che non le permette di esprimere appieno le sue capacità. Il suo personaggio, un agente della CIA esperto e determinato, è rappresentato come un’eroina standard, senza particolari sfumature o sviluppo emotivo. Di conseguenza, la 51enne Kate Beckinsale non riesce a elevare il film al di sopra della mediocrità.
In conclusione, Canary Black si rivela il solito prodottino dimenticabile da piattaforma. Potrebbe forse piacere giusto ai fan oltranzisti della protagonista e a quelli di Pierre Morel e dei suoi thriller canonici.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Canary Black, in esclusiva per Prime Video dal 24 ottobre:
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