Home » Cinema » Horror & Thriller » Cimitero vivente: le origini, la recensione del film horror di Lindsey Beer (su Paramount+)

Voto: 5/10 Titolo originale: Pet Sematary: Bloodlines , uscita: 23-09-2023. Regista: Lindsey Anderson Beer.

Cimitero vivente: le origini, la recensione del film horror di Lindsey Beer (su Paramount+)

08/10/2023 recensione film di Marco Tedesco

Pam Grier e David Duchovny sono tra i protagonisti di un prequel troppo frettoloso, che non approfondisce i suoi personaggi o si preoccupa di ricreare le atmosfere care a Stephen King

cimitero vivente le origini film 2023

“A volte, è meglio essere morti” in effetti. Hollywood ha cercato di dare vita uno dei migliori romanzi di Stephen King, Cimitero vivente del 1983, in forma cinematografica, due volte. Entrambe, la prima nel 1989 e la seconda nel 2019 (la recensione), hanno generato malcontento.

Il primo tentativo diretto da Mary Lambert possiede una qualche credibilità grazie alle ambientazioni minacciose del Maine e all’interpretazione di Fred Gwynne nei panni di Jud, il vecchio vicino gentile che nasconde un oscuro segreto, e per una memorabile prova del piccolo Miko Hughes. Invece è meglio non soffermarsi troppo sul suo sequel, Cimitero vivente 2 (1992).

Per la versione più recente, i registi Dennis Widmyer e Kevin Kölsch hanno invece cercato di giocare con le aspettative del pubblico, ma non in un modo che si dimostrasse gratificante, producendo solamente un altro spreco di potenziale e un grande cast (John Lithgow, Amy Seimetz, Jason Clarke).

Ora è il turno di Cimitero vivente: le origini (Pet sematary: bloodlines), prequel del film del 2019 distribuito direttamente su Paramount+, che prova a rispondere a domande che sarebbe stato meglio lasciare avvolte nel mistero. Quando Jud ha scoperto per la prima volta il cimitero indiano di Ludlow capace di riporta in vita tutto ciò che è sepolto lì? Gli abitanti del paese ne erano a conoscenza? Chi si è imbattuto per primo in quel terreno maledetto?

Pet Sematary Bloodlines (2023) posterIl film scritto e diretto dall’esordiente Lindsey Beer scava per rispondere a queste annose questioni e ad altre, ma non abbastanza a fondo.

Ambientato nel 1969, la storia segue il giovane Jud Crandall (Jackson White), una stella del football locale con un futuro luminoso, desideroso di lasciare Ludlow con la sua ragazza Norma (Natalie Alyn Lind).

L’influente padre di Jud (Henry Thomas) lo ha salvato dal Vietnam comprando la sua esenzione dalla leva, ma il ragazzo ne è risentito, con Norma pianifica di unirsi ai Peace Corps in Michigan. “E poi…” dice Norma con nostalgia, “il mondo!”.

Ma le piccole città hanno il loro modo di non lasciar andare mai andare chi non parte quando si presenta l’opportunità. Dopotutto, sappiamo già che Jud passerà la maggior parte della sua vita seduto su una veranda a Ludlow, bevendo birra e fumando sigarette, covando il mistero oscuro al di là dei boschi in quel vecchio cimitero Mi’kmaq.

In vero stile prequel, Cimitero vivente: le origini avrebbe tanto spazio di manovra, servendo come esercizio per riempire ‘i vuoti’. Con questo obiettivo in mente, guardiamo allora passivamente mentre gli eventi cospirano per trattenere Jud a Ludlow. Via allora a Bad Moon Rising dei Creedence Clearwater Revival.

La sceneggiatura non perde tempo con fastidiose nozioni di sviluppo dei personaggi prima di entrare nei dettagli. Tra le prime immagini c’è il Bill di David Duchovny che trascina un corpo al “Cimitero degli animali domestici”, appena oltre la Little God Swamp e oltre la trappola per tenere le persone lontane.

Il figlio di Bill, Timmy, è morto in Vietnam, presumibilmente, ma con l’aiuto del Male che si annida in quel terreno, Timmy tornerà presto dalla tomba. Qualcosa è successo anche al cane di Bill, che ha richiesto il ‘trattamento’ del cimitero, ma cosa è esattamente accaduto, insieme a molti altri dettagli che avrebbero potuto arricchire la storia, sembrano essere stati tagliati da Lindsey Beer e dai suoi montatori (Ken Blackwell e Jan Kovác).

SPOILER Tuttavia, proprio mentre Jud e Norma iniziano il loro viaggio verso la libertà, rischiano di investire il cane di Bill, che sembra insanguinato e stranamente innervosito. Riportano quindi l’animale da Bill, e lì trovano il redivivo Timmy (Jack Mulhern). È allora che la bestia attacca Norma, che deve fare visita all’ospedale e ritardare la fuga verso il Michigan. FINE SPOILER

La regista crea un piccolo gruppo di personaggi di supporto, la maggior parte presenti solo per aumentare il conteggio delle vittime. Fortunatamente, il cast di Cimitero vivente: le origini è composto da solidi caratteristi, che, nonostante abbiano poco da fare nei rispettivi ruoli, donano al materiale un tocco di credibilità.

Pam Grier interpreta Marjorie, una portalettere che, come fanno i portalettere, viene attaccata inevitabilmente da un cane. Forrest Goodluck e Isabella Star LaBlanc sono Manny e Donna, nativi americani locali che fumano marijuana e hanno una connessione spirituale con ciò che sta accadendo.

Samantha Mathis è la madre di Jud, ma o Lindsey Beer ha ridotto la sua parte in sala di montaggio o è scritto per essere invisibile, poiché appare a malapena nel film. Per quanto riguarda il cast principale, Jackson White (Il divario) è un protagonista solido. L’aspetto e le sensibilità molto moderni di Natalie Alyn Lind appaiono invece totalmente anacronistici. David Duchovny è rigido e senza espressione, presente solo per ritirare il suo assegno. Così, la migliore interpretazione spetta a Henry Thomas (E.T. l’extra-terrestre), che garantisce il medesimo impegno appassionato già messo sul piatto nei tanti progetti girati con Mike Flanagan, sebbene lo script non sia in grado di trasmettere la stessa professionalità.

Cimitero vivente: le origini sembra un film che si è sgretolato in post-produzione. Accenni a sottotrame poco sviluppate suggeriscono che quest’opera straight-to-video di 84 minuti fosse una volta molto più lunga e molto più incentrata sui suoi personaggi. C’è una sequenza troncata riguardante gli europei che invasero il territorio Mi’kmaq nel 1674 e “colonizzato” quella terra, dettagliata in un diario tenuto segreto per secoli. Ma è inserita in modo goffo nel film e a malapena serve a stabilire come, anche negli anni ’60, i locali rispettassero il patto dei fondatori per mantenere contenuta la ‘mostruosità’.

Pet Sematary Bloodlines (2023) filmSanno che “è tornata” e si uniscono per fermare il Male in vero stile Stephen King. Tuttavia, così pochi personaggi sono ben sviluppati che è impossibile preoccuparsi. Invece di costruire tensione, il film funziona come una serie di scene di violenza collegate. Quindi il climax di Cimitero vivente: le origini inevitabilmente delude, in parte perché la squadra di cittadini armati e determinati a fermare il Male non potrebbe avere per forza di cose successo dato lo status di prequel del film.

SPOILER E, come previsto, quando si avventurano nei tunnel della terra maledetta sotto il cimitero, il non-morto Timmy, che si muove con la velocità e l’efficienza omicida di un ninja, ci mette poco a sbarazzarsi di tutti quanti. FINE SPOILER

L’esordio di Lindey Beer soffre dello stesso male di quasi tutte le trasposizioni dei romanzi di Stephen King: è impaziente. Affrettandosi per arrivare alle scene più succulente, ignora che gran parte del testo si svolge nella mente del protagonista principale, descrivendo la mente afflitta dal dolore che spinge qualcuno a sfidare le leggi della vita e della morte per placare il proprio dolore.

Al contrario, Cimitero vivente: le origini sembra un film sugli zombie, con Thomas che a un certo punto dichiara: “Devi puntare agli occhi!” per uccidere qualcuno risorto. Il risultato resta professionale grazie al direttore della fotografia Benjamin Kirk Nielsen, e il tasso di gore‘CGI free’ è un punto a favore.

Eppure Cimitero vivente: le origini non è spaventoso o particolarmente coinvolgente perché non ha tempo per i personaggi, l’atmosfera, la psicologia o la suspense. Piuttosto, è un film troppo desideroso di arrivare a uccisioni elaborate, lasciando poco altro per suscitare l’interesse dello spettatore più attento. Insomma, un’altra deludente interpretazione del capolavoro del re del brivido, il cui unico effetto duraturo è la domanda su perché nessuna trasposizione abbia reso ancora piena giustizia a questa storia.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Cimitero vivente: le origini, su Paramount+ dal 6 ottobre: