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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Romancing the Stone , uscita: 30-03-1984. Budget: $10,000,000. Regista: Robert Zemeckis.

Dossier: All’inseguimento della pietra verde di Robert Zemeckis, com’è ingenua l’avventura

08/01/2024 recensione film di Marco Tedesco

Nel 1984, Michael Douglas, Danny DeVito e Kathleen Turner finivano nella giungla in un'opera dal gusto rétro che guardava con simpatia ai classici hollywoodiani degli anni '50

Michael Douglas e Kathleen Turner in All'inseguimento della pietra verde (1984)

Esattamente 40 anni fa, nell’autunno del 1984, Hollywood ammetteva candidamente di non provar alcun timore a guardarsi alle spalle, scoprendo di avere ancora tante cose da imparare da quei vecchi film avventurosi come Le miniere di re Salomone di Bennett e Marton e La regina d’Africa di John Huston in cui, spesso, ragazze, signore e zitelle un po’ petulanti – e poco adatte alle escursioni esotiche –  venivano irretite in viaggi tremendi e pericolosi, garantendo ulteriore grattacapi all’eroico cavaliere di turno.

Ed è proprio questa la situazione di All’inseguimento della pietra verde (Romancing the stone), film prodotto e interpretato da Michael Douglas (reduce da Condannato a morte per mancanza di indizi) accolto all’epoca in patria da un successo di pubblico così vasto che si era addirittura messo subito in cantiere un sequel (Il gioiello del Nilo, diretto però da Lewis Teague, coi medesimi interpreti principali capace di bissare i risultati positivi al botteghino).

L’adesione del pubblico non fu certo insospettabile, considerato che si tratta di un’operazione scaltra, divertente e ‘a orologeria’, con un tic che batte sull’avventura a suspense, fra burroni, liane e coccodrilloni affamati di carne umana, e un tac che ironizza piacevolmente sul tutto, in modo da garantire agli spettatori le due facce dell’operazione, che naturalmente sorride, ma senza il fastidioso effetto nostalgia odierno, sull’ingenuità del cinema di tanto tempo fa.

Allinseguimentodellapietraverde.jpgJoan Wilder (Kathleen Turner) è una scrittrice di successo, che sforna bestseller rosa, con cui parla al cuore di milioni di lettrici, raccontando le storie di un audace eroe e della sua romantica compagna. Ma lei vive ritirata a New York City, le basta fantasticare sulla macchina da scrivere.

Un brutto giorno, però, le arrivano notizie catastrofiche dalla Colombia, dove la sorella è stata sequestrata ed si trova in pericolo di vita in quanto possiederebbe la mappa di un favoloso tesoro. E poiché questo pezzo di carta è stata spedita proprio a Joan, ecco che la nostra signora, vestita di tutto punto si deve mettere in viaggio verso la giungla per salvare la famiglia. Con tutte le complicazioni del caso, poiché naturalmente c’è un’altra banda (e Danny DeVito) pronta a tutto pur di scoprire quelle preziosissime pietre preziose.

Per fortuna la vita, come diceva Alain Resnais, è un romanzo, e Joan incontra un cavaliere. Jack (Douglas), che, dietro compenso, le fa da guida e da salvatore, portandosela con sé in mille disavventure, fra mille intemperie, attaccandosi alle liane e sfuggendo a perfidi che si fanno sempre più perfidi. Il riassuntino verboso non serve, ma servirà dire che, in attesa del lietissimo finale, la coppia assortita proprio come nei film hollywoodiani di una volta, col macho che è pronto a sculacciare la capricciosa femminuccia, ne succedono di belle e bellissime, con fiato (e risate) sospeso.

I pregi di All’inseguimento della pietra verde, tecnicamente molto ben realizzato e furbescamente scritto dall’ex cameriera debuttante Diane Thomas (che venne scritturata addirittura da Steven Spielberg per Indiana Jones e Always, ma che morì tragicamente per un incidente stradale l’anno seguente), sono tutti di puro cinema d’evasione, perché il film è una giostra di avventure tagliate col ritmo incalzante dell’ingenuità in cinemascope, in un dosaggio di situazioni terribili che vengono affiancate a ironiche osservazioni, anche di linguaggio, per cui i meriti questa volta vanno proprio equamente divisi, senza dimenticare i pericolosi e affascinanti paesaggi messicani che fanno da sfondo.

Il semi-esordiente Robert Zemeckis, allievo non casuale del ‘liceo Spielberg’ (il riferimento qui è I Predatori dell’Arca Perduta), dirige All’inseguimento della pietra verde a colpi bassi, senza rinunciare ad alcun effetto, protetto dallo stesso humour che aveva già mostrato in 1964 – Allarme a N.Y. arrivano i Beatles! (1978) e nella sceneggiatura di 1941 – Allarme a Hollywood (1979).

Eppure la sorpresa più grande era – forse – la trent’enne Kathleen Turner, cattiva e seducentissima in Brivido caldo appena un paio di anni prima e che ora, senza rinunciare alle sue straordinarie doti naturali, dimostrava anche molta propensione al brillante. Simpatico e smargiasso, le stava a fianco il lanciatissimo Michael Douglas, cui la giungla calzava a pennello: come produttore, dopo il Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975) e Sindrome cinese (1979), affermò al tempo di voler interpretare un film per piacere ai papà ma anche ai bambini: senza andare tanto per il sottile, raggiunse lo scopo, trasmettendo genuina simpatia al primo colpo.

Di seguito trovate il trailer di All’inseguimento della pietra verde: