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Voto: 5/10 Titolo originale: Mama , uscita: 17-01-2013. Budget: $15,000,000. Regista: Andy Muschietti.

Dossier: La Madre di Andy Muschietti (2013), non la solita storia di fantasmi; anzi si

20/05/2023 recensione film di Marco Tedesco

Nikolaj Coster-Waldau e Jessica Chastain sono i protagonisti dell'horror d'esordio del regista, un'opera dalla premessa intrigante che poi si lascia andare ai cliché

La Madre (Mama), arrivato nei cinema nel 2013, segue un infelice modello che stava emergendo all’epoca nei film horror a basso budget, specialmente quelli con classificazione PG-13. Inizia infatti in modo deciso, ricorrendo a immagini evocative e a un retroscena oscuro per originare un quadro inquietante, ma non riesce a sospingere tali punti di forza fino alla linea del traguardo.

Debolezze narrative e stereotipi si mettono in mezzo e il finale di La Madre scade nel deludente. Prodotto da Guillermo del Toro e diretto dall’esordiente Andrés Muschietti (che sviluppa un suo cortometraggio del 2008), il film – come detto – parte in modo intrigante, ma gradualmente degenera nella ‘solita storia di fantasmi‘ senza vere svolte o sorprese che mantengano davvero vivo l’interesse di chi guarda.

Il prologo è potente e promette molto.

Lamadre.jpgUn uomo, dopo aver sparato a due colleghi di lavoro e alla sua ex moglie, rapisce le sue due giovani figlie (di uno e tre anni) e fugge con loro verso una destinazione sconosciuta. Perde però il controllo della macchina mentre guida troppo veloce su una strada innevata. Dopo l’incidente, si aggira con le bambine per i boschi, finché non arrivano a una capanna fatiscente, la classica casa infestata in mezzo al nulla.

Una volta dentro, mentre si prepara a compiere un duplice omicidio-suicidio, qualcosa emerge dal buio e lo porta via. Le bambine rimangono così da sole con questa creatura come loro unica compagna.

Dopo una ‘pausa’ per i titoli di testa, la storia riprende cinque anni più tardi. Le bambine, Victoria (Megan Charpentier) e Lilly (Isabelle Nelisse), ora hanno otto e sei anni, sono state ritrovate mentre vivevano da sole nel capanno.

Selvagge, diffidenti delle persone e con la tendenza inquietante a muoversi a quattro zampe come i ragni, vengono portate in un istituto dove vengono studiate da uno psichiatra, il dottor Dreyfuss (Daniel Kash), prima di essere affidate allo zio Lucas (Nikolaj Coster-Waldau) e alla sua fidanzata, la goth rocker Annabel (Jessica Chastain).

Annabel non è un tipo materno e improvvisamente avere due bambine tra i piedi non è certo la sua idea di vita perfetta. A peggiorare le cose, le due bambine si portano appresso a “Madre” del titolo, la loro “amica” della baita. Non passa molto tempo prima che Annabel, lasciata sola con le piccole dopo che Lucas è stato ricoverato in seguito a una caduta misteriosa dalle scale, si renda conto che qualcosa non va.

Il film vanta una forte componente emotiva nella relazione che si sviluppa tra Annabel, la matrigna riluttante, e le ragazzine. Ricorda come James Cameron aveva sviluppato l’interazione tra Ripley e Newt in Aliens – Scontro finale: un sottotrama profondamente umana che cerca di arricchire un genere ben codificato.

Qui entra allora in gioco l’importanza di scegliere un’attrice poliedrica come Jessica Chastain. Rende la sua Annabel reale e, proprio perché accettiamo il personaggio, questa relazione, per quanto improbabile, appare autentica. Più lo spettatore si preoccupa del legame tra Annabel e Victoria (e, in misura minore, tra Annabel e Lilly), più è facile trascurare le ovvie debolezze degli altri aspetti di La Madre.

Come è obbligatorio nei film horror PG-13, ci sono molti jumpscare. Andy Muschietti gira anche un piano sequenza da brividi che potrebbe definire il modo in cui ciascuno ricorderà il film. Con la mdp posizionata all’estremità di un corridoio al piano di sopra, ci viene fornita un’immagine a profondità di campo che mette a confronto il soprannaturale con il quotidiano. Questo è il tipo di momento memorabile che permette a un regista di farsi notare.

Per gran parte di La Madre, Andy Muschietti ci stuzzica infatti con visioni oblique della malevola creatura (Javier Botet), scegliendo saggiamente di aumentare la suspense evitando di svelarla completamente. Purtroppo, verso la fine, le comparsate prolungate dissipano l’illusione: la ‘Madre’ diventa così uno spettro insignificante, un effetto speciale malissimo servito dai primi piani e dalle inquadrature più illuminate.

la madre muschiettiAnche il ritmo è un problema. La Madre si dipana lentamente, permettendo agli spettatori di assorbirne l’atmosfera, ma c’è troppo poco nella trama per riempire più di 100 minuti.

Sembra spesso ripetersi e, durante le fasi in cui non succede molto oltre a falene giganti che escono dai muri, La Madre si affida a quei classici spaventi sonori per mantenere gli spettatori attenti.

La potenziale complessità e le sottotrame intriganti introdotte all’inizio vengono o abbandonate o concluse bruscamente e i personaggi iniziano a fare le consuete ‘cose sciocche dei film horror’ che non ci si aspetterebbe da quei titoli che cercano di essere definiti come ‘intelligenti’ o ‘innovativi’. Perché mai qualcuno dovrebbe pianificare di arrivare in una casa infestata dopo il tramonto?

I quindici minuti finali rappresentano il punto più debole di La Madre – non è una cosa positiva per qualsiasi film, ma spesso accade con i film horror. Paradossalmente, il climax appare sia frettoloso che lento. Quasi privo di tensione, si svolge in modo prolungato e insoddisfacente, anche se le scene che conducono alla conclusione sospingono la narrazione a brevi e sbrigative raffiche. La connessione emotiva di Annabel con le bambine conferisce un po’ di peso all’ultima sequenza, anche se molte delle cose che accadono non hanno molto senso.

La solida interpretazione di Jessica Chastain, combinata con un efficace lavoro di riprese, tiene a bada per un po’ le preoccupazioni riguardo alle incongruenze narrative e alle incertezze logiche. La Madre è un film ben realizzato, che pone l’accento sullo stile piuttosto che sulla trama.

Le risoluzioni, soprattutto quelle che spiegano troppo le motivazioni soprannaturali, spesso sminuiscono la forza delle conclusioni nei film horror, e questo difetto comune danneggia anche l’opera prima di Andy Muschietti, un mix di cose che offre qualche brivido interessante e poco altro.

Di seguito trovate il trailer italiano di La Madre: