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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Stardust , uscita: 09-08-2007. Budget: $70,000,000. Regista: Matthew Vaughn.

Dossier, Stardust di Matthew Vaughn (2007): un ritorno al fantasy rétro

09/05/2023 recensione film di Marco Tedesco

Il regista portava al cinema l'omonimo romanzo fantasy illustrato di Neil Gaiman in un'opera rispettosa e dal sapore 80s, impreziosita da un cast divertito e in grande forma

Stardust, tratto dall’acclamato romanzo illustrato di Neil Gaiman e Charles Vess, portava nel 2007 gli spettatori nella mistica terra di Stormhold, dove le stelle camminano, le navi volano e la magia è … reale. Fantasy nella tradizione di La Storia Fantastica (il dossier), il film arricchiva la sua fiaba matura con elementi di romanticismo, horror e commedia e, pur essendo meno stravagante rispetto a quello, cercava il suo pubblico sia tra i giovanissimi che tra gli adulti affezionati al classico di Rob Reiner del 1987.

Prevedibilmente, Stardust adotta la trama dell’opera originale, rendendola splendidamente sul grande schermo. Molto viene comunque cambiato e – inevitabilmente – condensato, ma l’essenziale resta.

Stardust.jpgTristan (Charlie Cox) è un giovanotto inglese che desidera conquistare la mano di Victoria (Sienna Miller). Lei allora stronge un patto con lui: se il ragazzo le porterà una stella cadente caduta sulla Terra, lei rifiuterà il suo altro pretendente in suo favore.

Tristan ovviamente accetta e inizia così un viaggio oltre un muro misterioso fino nel regno di Stormhold, dove la magia è ovunque. La stella caduta, Yvaine (Claire Danes), cammina e parla, ma non è contenta di essere stata buttata fuori dal firmamento. Tristan le promette allora di trovarle un modo per tornare a casa, se lei lo accompagnerà da Victoria.

Anche altri però stanno cercando Yvaine. La strega Lamia (Michelle Pfeiffer) vuole strapparle il cuore per ottenere vita e giovinezza eterne. E Septimus (Mark Strong), l’erede al trono di Stormhold, ha bisogno della collana che Yvaine indossa per completare la sua incoronazione.

Gli amici sono ben pochi, ma uno molto affidabile lo trovano in Capitan Shakespeare (Robert De Niro), che comanda un veliero volante preposto alla raccolta dei fulmini (il segmento ambientato sulla sua nave sembra estrapolato da I Banditi del Tempo di Terry Gilliam).

Sebbene Stardust possa sembrare, a prima vista, un film per famiglie, offre abbastanza contenuti da renderlo una scelta almeno dubbia per i bambini molto piccoli. Ci sono infatti sequenze vagamente orrorifiche, in cui i personaggi muoiono, a volte in modo raccapricciante.

Anche alcune scene umoristiche sono decisamente pensate per un pubblico più adulto, come il travestitismo e l’atteggiamento omosessuale di Capitan Shakespeare. In definitiva, si tratta di una favola nel vero senso del termine, con una buona dose di oscurità che spesso viene epurata da questo genere di adattamenti hollywoodiani (e non è forse un caso che Stardust sia andato male al botteghino: costato 70 milioni di dollari, ne incassò 137 globalmente, di cui appena 38 negli USA).

Come fantasy romantico, Stardust contiene tutti gli elementi richiesti: vero amore, creature mistiche, arringhe magiche, animali che cambiano forma e una missione. Il lato comico invece non è uniforme. Alcuni momenti, come i battibecchi tra i fratelli spettri di Septimus o le buffonate di un caprone trasformato in umano, meritano una risata. Altri, come Capitan Shakespeare che si diverte in modo esagerato e balla in abiti femminili, sembrano appartenere a un altro film (e, in effetti, non facevano parte del romanzo…). Gli elementi più cupi sono a contrario ben modulati. Non sono particolarmente grafici, ma rendono l’idea.

Le scenografie riproducono con successo l’aspetto e le atmosfere descritte da Neil Gaiman. In combinazione con la narrazione fluida di Ian McKellan (in italiano la voce è di Gianni Musy), Stardust trasporta – come detto – gli spettatori in un altro mondo. Gli effetti speciali non sono al livello di quelli de Il Signore degli Anelli, ma la loro applicazione è sufficiente a raccontare la storia.

Il regista Matthew Vaughn (qui all’opera seconda, dopo The Pusher del 2004) si è impegnato molto per rendere Stormhold un’ambientazione fantasy tradizionale (tra l’altro, questo è il film che ha scelto di girare al posto del terzo capitolo degli X-Men, anche se coglierà l’occasione che gli arriverà nel 2011, per il quarto).

Claire Danes e Charlie Cox in Stardust (2007)Il cast è impressionante e comprende molti nomi illustri di entrambe le sponde dell’Atlantico. I protagonisti sono interpretati da una meravigliosa Claire Danes, che brilla come una stella, e da un Charlie Cox sobrio e allora relativamente sconosciuto.

Tra gli americani di alto profilo figurano Robert De Niro, che sembra divertirsi immensamente, e una perfida Michelle Pfeiffer. Il Regno Unito contribuisce con Rupert Everett, Sienna Miller e Ricky Gervais in ruoli di supporto.

E poi c’è il veterano Peter O’Toole, la cui parte consiste nello stare a letto a morire (chi ha visto Venus del 2006 capirà la battuta).

In quegli anni, il successo delle saghe di Il Signore degli Anelli e Harry Potter avevano elevato il fantasy da genere cinematografico di nicchia a genere mainstream, eppure Stardust segnava un po’ un ritorno a come erano i film di questo tipo prima della comparsa di questi serial epici divisi in più parti.

È un tipo di racconto più leggero e ‘semplice’. Nonostante superi di poco la barriera delle due ore, è ritmato e montato in modo tale che la storia sembra sempre procedere, senza che si avvertano fatica o delusione. Insomma, Stardust non sarà visionario come il coevo 300, ma rende comunque onore alle illustrazioni che ne hanno ispirato l’aspetto visivo. È un risultato più gentile e delicato ma, in mezzo a sequel troppo costosi e troppo pubblicizzati, resta(va) un’opera di intrattenimento fresca e gradita.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Stardust: