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Voto: 6.5/10 Titolo originale: 쓰리, 몬스터 , uscita: 20-08-2004. Budget: $77,532. Regista: Park Chan-wook.

Dossier: Three… Extremes, Fruit Chan, Park Chan-wook e Miike per un’antologia horror irripetibile

22/08/2024 recensione film di Marco Tedesco

Tre registi, tre visioni, un viaggio estremo nel lato oscuro dell'umanità, tra moralità distorta e orrore inarrestabile

Three... Extremes (2004) film dumplings ravioli

Three… Extremes è un film antologico del 2004 che ha riunito tre celebri registi asiatici: Fruit Chan, Park Chan-wook e Takashi Miike. Il progetto si distingue per la sua esplorazione dell’horror attraverso tre segmenti distinti, ciascuno dei quali affronta temi profondamente disturbanti e visivamente potenti, riflettendo le diverse sensibilità culturali e artistiche dei filmmaker coinvolti.

Nacque come un esperimento internazionale, volto a dimostrare la diversità e la complessità dell’horror asiatico, offrendo al pubblico occidentale una prospettiva unica e innovativa sul genere. Con segmenti che spaziano dall’orrore corporeo, alla vendetta psicologica, fino alla paura onirica, Three… Extremes è un esempio straordinario di come il cinema del terrore possa essere utilizzato per esplorare i lati più oscuri della condizione umana.

Il titolo stesso suggerisce l’idea di spingere il concetto di horror al suo limite massimo, esplorando i confini della paura, del disgusto e del disagio emotivo. Questo progetto offrì ai tre registi la libertà di esplorare tematiche radicali e controverse, creando storie capaci di sfidare le convenzioni del genere e di offrire riflessioni non banali sulla società e sulla psiche umana.

Three... Extremes (2004) film posterL’idea di realizzare un film antologico di 120 minuti ha permesso di sfruttare al massimo la diversità culturale e artistica del cinema asiatico. Fruit Chan, regista hongkonghese noto per il suo approccio critico e realistico, ha utilizzato il suo segmento per esplorare il tema della bellezza e dell’ossessione per la giovinezza.

Park Chan-wook, regista sudcoreano celebre per le sue storie di vendetta moralmente ambigue, ha invece affrontato la violenza e la giustizia in modo stilizzato e psicologicamente intenso. Takashi Miike, maestro giapponese dell’horror grottesco e surreale, ha portato il suo stile unico in un racconto onirico e simbolico che si concentra sul senso di colpa e il rimorso.

Dumplings di Fruit Chan

Il primo segmento di Three… Extremes affronta un tema inquietante: l’ossessione per la giovinezza e la bellezza eterna. La trama segue Qing, un’attrice di mezza età la cui carriera è in declino a causa dell’invecchiamento. Alla disperata ricerca di un modo per mantenere la sua bellezza, Qing si rivolge a una cuoca misteriosa, Mei, che le offre dei ravioli magici che promettono di ringiovanirla.

Tuttavia, l’ingrediente segreto di questi ravioli sono feti umani abortiti, un dettaglio che scatena orrore e disgusto sia nella protagonista che nello spettatore.

Il tema centrale di Dumplings è l’ossessione per l’apparenza e la superficialità, una critica feroce alla società moderna che idolatra la bellezza e la giovinezza a qualsiasi costo. Fruit Chan utilizza l’horror corporeo per esprimere il terrore psicologico che accompagna l’ossessione di Qing, mostrando come la ricerca della perfezione esteriore possa portare alla corruzione morale e fisica.

La scelta di utilizzare feti umani come ingrediente rappresenta una metafora scioccante e visivamente disturbante della disumanizzazione dell’individuo in una società ossessionata dall’apparenza.

Dal punto di vista stilistico, Chan adotta un’estetica quasi iperrealista, con colori vivaci e una fotografia nitida che contrasta con il contenuto macabro della storia. L’attenzione ai dettagli visivi, come la preparazione dei ravioli o la consistenza della pelle di Qing, amplifica il senso di disagio e repulsione nello spettatore. Il film non risparmia nessun dettaglio crudo, accentuando il degrado morale che accompagna l’ossessione per la bellezza.

Il successo di Dumplings è stato tale che Fuit Chan ha poco dopo trasformato il segmento in un lungometraggio indipendente, esplorando ulteriormente i temi trattati nel corto. Questa estensione ha permesso di approfondire la caratterizzazione dei personaggi e di espandere il commento sociale sulla decadenza della società moderna.

Cut di Park Chan-wook

La seconda porzione si concentra su temi di vendetta, potere e moralità. La storia segue un regista di successo che viene rapito da un attore fallito e psicologicamente disturbato. L’attore costringe il regista a compiere una scelta terribile: uccidere un bambino innocente o assistere alla mutilazione della propria moglie. Park costruisce un intreccio perverso e disturbante, esplorando come la violenza e la vendetta possano distruggere non solo le vite altrui, ma anche l’integrità morale di chi vi è coinvolto.

Three... Extremes (2004) film cutIl tema della vendetta è uno dei pilastri del cinema di Park Chan-wook, presente anche in altri suoi film celebri come Oldboy e Lady Vendetta. In Cut, il regista esplora come la vendetta e l’invidia possano trasformarsi in strumenti di tortura, mettendo alla prova i limiti della moralità umana. Il personaggio del regista è intrappolato in un gioco crudele e sadico, in cui ogni decisione comporta una perdita di umanità.

Dal punto di vista visivo, Cut è un’opera stilisticamente impeccabile. Park utilizza inquadrature simmetriche e una fotografia elegante per creare un senso di ordine e bellezza visiva, che contrasta con la brutalità della storia.

La regia è coreografata come un balletto di violenza psicologica, in cui ogni movimento e ogni scelta visiva rafforzano la tensione crescente. La scenografia claustrofobica contribuisce ad amplificare l’angoscia del protagonista, mentre l’estetica stilizzata crea un effetto ipnotico che cattura lo spettatore fino al finale esplosivo.

Cut affronta anche la questione della giustizia e della punizione, interrogandosi su cosa significhi veramente essere “buoni” o “cattivi” in una situazione estrema. Il dilemma morale al centro della storia sfida lo spettatore a riflettere sulla propria concezione di giustizia e sulla linea sottile che separa il bene dal male.

Box di Takashi Miike

Il terzo mini film di Three… Extremes rappresenta un cambiamento di tono rispetto ai primi due episodi. Mentre Dumplings e Cut sono caratterizzati da un elemento horror più viscerale e sanguinario, Box si avventura in un territorio più psicologico e surreale. La storia segue Kyoko, una scrittrice che vive tormentata dal senso di colpa per la morte della sorella gemella, avvenuta durante l’infanzia. Il film si muove tra sogno e realtà, mentre Kyoko lotta con i suoi traumi passati e con la sua incapacità di distinguere ciò che è reale da ciò che è frutto della sua mente.

Miike utilizza un approccio minimalista e contemplativo in Box, concentrandosi sulla psicologia della protagonista e sul suo senso di colpa irrisolto. La narrazione è frammentata e onirica, con scene che si alternano tra ricordi d’infanzia, incubi e momenti di quiete inquietante. La scelta di mantenere un ritmo lento e riflessivo crea una tensione sotterranea che si accumula gradualmente, portando lo spettatore in una spirale di inquietudine.

Three... Extremes (2004) film boxVisivamente, Box è ricco di simbolismo, con un uso sapiente della luce e dell’ombra per rappresentare lo stato mentale instabile di Kyoko. Miike evita l’uso di scene di violenza esplicita, preferendo creare un’atmosfera di terrore psicologico attraverso immagini suggestive e una narrazione ambigua. La scelta di lasciare molti dettagli della storia non spiegati aggiunge un ulteriore livello di mistero e invita lo spettatore a riflettere sui temi del trauma e della memoria.

Box affronta anche la tematica del senso di colpa e della repressione emotiva. Kyoko è intrappolata in un ciclo di dolore e rimorso, incapace di liberarsi dal passato. La narrazione onirica e frammentata riflette la confusione mentale della protagonista, mentre il confine tra realtà e sogno diventa sempre più sfocato.

Miike utilizza questo approccio per esplorare la natura soggettiva della memoria e come i traumi del passato possano continuare a influenzare il presente.

Three… Extremes venne accolto positivamente dalla critica per la sua audacia e complessità tematica, dimostrando una volta di più come l’horror possa essere utilizzato non solo per spaventare, ma anche per esplorare questioni sociali e psicologiche profonde. I registi coinvolti sono stati elogiati per la loro capacità di coniugare stile e sostanza, creando un’opera che sfida le convenzioni del genere e offre al pubblico un’esperienza visivamente e intellettualmente stimolante.

L’antologia ha avuto un impatto significativo sul cinema horror internazionale, consolidando la reputazione di Fruit Chan, Park Chan-wook e Takashi Miike come innovatori del genere, consacrando l’Asia come una forza dominante sulla scena globale dell’epoca.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Three… Extremes:

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