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Dossier: un lungo giorno al Parma Film Festival 2023

06/12/2023 news di Gabriele Giola

Il nostro resoconto degli incontri con Lino Guanciale, Enzo D'Alò e Leo Ortolani

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Qualche giorno fa si è conclusa la 26ema edizione del Parma Film Festival. L’immagine promozionale del festival di quest’anno è stata affidata al disegnatore Leo Ortolani, nato a Pisa ma cresciuto da sempre a Parma.

Partito il 9 novembre con il docufilm realizzato per le celebrazioni del 50° anno dal Live at Pompeii dei Pink Floyd, il festival è entrato a pieno regime l’11 novembre con la presenza in sala del regista Giorgio Diritti per poi nella giornata successiva offrire una vera e propria full immersion di visioni.

Andando con ordine, la domenica 12 novembre ha visto la presenza al mattino presso il cinema Astra di Parma del regista Enzo D’Alò per la presentazione in anteprima del suo nuovo film Mary e lo spirito di mezzanotte (la nostra recensione).

Il film, che è candidato agli European Film Awards nella categoria Miglior film d’animazione, è frutto di una coproduzione tra Italia e Irlanda.

Basta l’inizio del film, un chiaro omaggio a La gabbianella e il gatto (1998), a immergerci nell’ambientazione del film, stavolta siamo in Irlanda. Il film è infatti preso dal libro “La gita di mezzanotte” di Roddy Doyle, che si ritaglia pure un simpatico cammeo, ovviamente animato, nel film. Seguiamo sullo schermo l’incedere di un riccio e poi facciamo subito conoscenza di Mary.

Parma Film Festival 2023 D'alòQuesta è brevemente la trama: Mary, la protagonista della pellicola, è una bambina di undici anni appassionata alla cucina ed ha una nonna che la sostiene nella sua passione anche quando degli esaminatori saccenti tanto di moda oggigiorno non apprezzano i suoi piatti. Quando però la nonna, ormai anziana, subisce un ricovero in ospedale Mary rimane sconvolta ed aumenta nei suoi confronti le attenzioni da nipote. Ed è a questo punto, senza svelare oltre, che una misteriosa giovane donna compare all’improvviso sul suo cammino e la porterà verso strade non ancora percorse.

Appare quindi il tema del cammino inteso sia come una strada di paese da percorrere, e nel film è narrato proprio come viaggio in macchina, sia come metafora del percorso di crescita di un individuo, in questo caso di Mary, la bambina protagonista.

Percorso che alla fine di tutto la porterà a crescere, a essere più matura.

Il centro del film è però rappresentato e raccontato da quei legami familiari che riescono a conferire al film una sua forte mediterraneità, nonostante l’ambientazione del film sia l’Irlanda.

Legami tra una nipote e una nonna, tra una figlia e una mamma, tra una bambina e una sua nuova amica.

Dunque, un film non solo per i più piccoli ma per tutti. Per chi è stato bambino/a, per chi è stato genitore e per chi è stato nonno/a o per chi dovrà ancora esserlo.

Perché il cuore del film sta proprio nel legame tra una nipote e sua nonna. Di come una misteriosa giovane donna accompagnerà e legherà tre generazioni di una famiglia. Per chi aveva apprezzato Coco (Disney/Pixar, 2017) sicuramente è una visione consigliata.

Analisi del film a parte, occorre però fare i complimenti agli organizzatori per essere riusciti a riempire una sala di bambini. Non era scontato. Anche perché, al termine della proiezione, Enzo D’Alò si è trattenuto per un Q&A proprio con i giovani spettatori, i quali oltre a sincere e spontanee domande sui personaggi del film, come ad esempio quanti anni avesse la protagonista Mary, hanno in alcuni casi portato all’evidenza curiosità sul film e notato particolari nascosti nella storia che solo uno spettatore attento avrebbe potuto cogliere.

Domande che hanno pure portato il buon D’Alò a giustificare il titolo del film, ovvero Mary e lo spirito di mezzanotte, quando il romanzo nella versione in italiano reca per titolo “La gita di mezzanotte”, ma la parte più divertente deve ancora venire, perché la traduzione letterale del libro di R. Doyle, ovvero “A greyhound of a girl”, suonerebbe in italiano come “Un levriero di una ragazza”.

Giusto dire che Enzo D’Alò si è poi concesso pure un lungo firmacopie delle cartoline del film per tutti i presenti che desideravano avere un ricordo della giornata. Davvero generoso.

Parma Film Festival 2023 (3)Il pomeriggio, stavolta presso il Cinema D’Azeglio, è stato invece dedicato all’attore Lino Guanciale.

Inutile dire che la sala del piccolo Cineclub vicino al centro di Parma fosse piena, soprattutto donne, con prenotazioni andate esaurite lo stesso giorno di apertura iscrizioni. Pubblico, e lo si è visto poi nelle domande in sala, che segue Lino anche per il suo lavoro a teatro e non solo per la parte più mainstream e recente della sua carriera.

Motivo della presenza dell’attore in quel di Parma era il ritiro del premio come miglior serie italiana a Un’estate fa (Sky Original, 2023), di cui appunto Lino Guanciale è l’interprete principale.

Dopo un’introduzione con la visione del trailer della serie (prima stagione 8 episodi), è partito il talk e la consegna del premio. Premio che occorre dire consisteva nella riproduzione esatta della “statuetta degli Oscar con le fattezze di Barbie” presente al centro della locandina del festival disegnata da Leo Ortolani.

Momento divertente è stata proprio la premiazione, quando Lino Guanciale ha affermato che sicuramente si trattava del miglior premio, inteso proprio come oggetto, ricevuto sino a quel momento.

Quello che sulla carta del programma doveva essere un veloce incontro e ritiro premio si è invece trasformato in una lunga e piacevole intervista nella quale Lino ha raccontato di sé, di quando ero bambino e trovò nel teatro la strada per vincere la sua timidezza, la scoperta del cinema e della fiction inizialmente snobbate da lui cresciuto “a pane e teatro” ma che poi, una volta entratoci, lo hanno reso riconoscibile da tantissime persone e che gli ha dato la popolarità oppure della scelta ragionata di non fare mai lo stesso ruolo. Sarebbe davvero lungo, e non renderebbe appieno l’emozione, scrivere cosa è stato detto da Lino durante i quasi sessanta minuti di intervista, o meglio di racconto, perché Lino si è davvero raccontato al pubblico.

Basterebbe citare il “racconto” del suo rapporto con Parma, la prima città dove ha portato il teatro nelle scuole, gli anni al Teatro Due quando era agli inizi di carriera, le persone che lo hanno aiutato ospitandolo… Non a caso ho utilizzato la parola racconto, perché è da questo che il pubblico è stato rapito. Non dimentichiamoci che Lino viene dal teatro, e non è un caso che i più grandi attori italiani attuali di cinema (Servillo, Castellitto, Favino tanto per fare dei nomi) vengono dal teatro.

Voglio però citare in chiusura la risposta di Lino, alla domanda di una fan che chiedeva di cosa fosse oggi più orgoglioso fra le tante cose fatte. Dopo un solo secondo di esitazione, è arrivata subito la risposta “Non ho dubbi, se dovessi dirti la cosa di cui sono più orgoglioso è avere dato visibilità a UNHCR“. A questo punto Lino ha raccontato del suo viaggio in Libano, le tende, l’incontro con Ahmed, un giovane padre di famiglia e del suo “People clicks my videos“. Lunghi applausi dalla sala.

Al termine dell’incontro, e finché non è calato il buio della sera e dell’orario di cena, serie di foto con le numerose fan, di cui alcune venute pure fin da Genova, che non volevano altro che immortalarsi in uno scatto con loro attore del cuore.

Parma Film Festival 2023 (2)Arriva la sera e si torna al cinema Astra, è il momento di Leo Ortolani, l’autore parmense del già citato manifesto dell’edizione 2023.

L’incontro parte alle 18:45 ed ha per titolo “IL GRANDE SCHERNO: Leo Ortolani racconta il suo cinema”. Questo perché Ortolani, amante del cinema sia alto che basso, o come avrebbe detto lui stesso, bassissimo, è autore di divertenti strisce sul web a tema cinema, nelle quali realizza delle vere e proprio recensioni dei film a fumetti.

Si inizia spiegando l’origine del disegno del festival di quest’anno, ovvero l’immagine di una statuetta degli Oscar con le fattezze di Barbie e, dietro a lei, un fungo atomico di colore fucsia. “L’idea parte dai due film di grande successo durante la stagione cinematografica 2023: Barbie e Oppenheimer. Le due opere, due sorprese commerciali per un cinema che dopo il Covid stava languendo e che improvvisamente ha fatto il botto in sala, continuano a far discutere su diversi temi, tra cui il femminismo, il patriarcato, i limiti morali della ricerca scientifica.

Giunge poi il momento di vedere e sentire le recensioni dal vivo. Vengono proiettate su schermo una serie di vignette e vengono lette da Leo Ortolani stesso le battute contenute nelle didascalie e balloon.

Anche in questo caso firmacopie dei libri a incontro concluso. Sono le circa le 20.00 e si conclude quella che è una delle giornate più intense del festival.

Il festival è poi continuato nelle giornate successive, alternando sempre le proiezioni tra il cinema Astra e D’Azeglio, salvo rare eccezioni.

Vi sono stati nell’ordine Emma Dante, di cui è appena uscito in sala Misericordia, con una masterclass; Francesco Barilli, parmense pure lui e autore del film cult Il profumo della signora in nero che ha presentato il suo ritorno alla regia Il paese del melodramma con Luc Merenda, attore di numerosi film di genere, citiamo fra tutti Il poliziotto è marcio, nel ruolo inedito della Morte; Linda Cariddi con il suo ultimo film L’ultima notte di amore dove è la moglie calabrese di Pierfrancesco Favino, poliziotto prossimo alla pensione, protagonisti di un ottimo noir diretto da Andrea Di Stefano; Kasia Smutniak attualmente in tour nei cinema d’Italia per la presentazione del suo MUR documentario “sul muro anti migranti”; l’omaggio ad un altro autore parmense, Bernardo Bertolucci, con la proiezione del Piccolo Buddha a 30 anni esatti dall’uscita in sala in una serata evento al Teatro al Parco e per finire il debutto alla regia del giovane Montalbano Michele Riondino con Palazzina Laf, film tratto dal libro “Fumo sulla città” di Alessandro Leogrande.

Di seguito trovate il video saluto di Enzo D’Alò:

 

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