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Voto: 6/10 Titolo originale: Flesh of the Void , uscita: 31-12-2017. Regista: James Quinn.

Flesh of the Void | La recensione del film di James Quinn

04/11/2019 recensione film di Pietro Russo

Il giovane regista austriaco debutta con un horror in bianco e nero che vorrebbe essere estremo e disturbante, ma si risolve in un inutile ermetismo fine a sé stesso

Flesh of the Void film 2017

L’approccio a questo tipo di film è un’operazione consapevole e spesso ingannevole. Chi si mette a guardare cinema (se di cinema si può davvero parlare) dichiaratamente “sperimentale” e “scioccante” sa bene a cosa va incontro e, nel suo profondo, spera di uscirne sì scioccato, ma anche in qualche modo arricchito dall’esperienza dell’estremo e del proibito. Speranze puntualmente disattese.

Presentato in grande stile come «un esperimento estremamente disturbante sulla morte intesa come la peggiore delle cose etc.», Flesh of the Void non aggiunge niente di nuovo al panorama underground del cinema cosiddetto sperimentale. Il giovane autore austriaco, James Quinn, al suo primo lungometraggio, si rifà apertamente ai colleghi predecessori, tra cui spicca E. Elias Merhige e quel suo Begotten del 1990, a cui molto deve Quinn.

Flesh of the Void film poster 2017Girato in uno sporchissimo bianco e nero, con pellicola super8 e 16mm (cosa particolare ma il cui unico scopo ai fini del film sembra una furbissima pubblicità), Flesh of the Void si apre con una serie di immagini di caseggiati, fabbriche ed edifici in malora, sovrastate da una musica stile dark ambient altrettanto lugubre e che ci accompagna per tutti i circa 80 minuti del film. Gli unici dialoghi (frasi anzi) che spezzano ogni tanto la nenia provengono da personaggi fuoricampo che perlopiù si lamentano e si adirano. Seguono e si mischiano una sfilza di scene, più o meno granulate, in cui misteriosi individui mascherati si cimentano in ogni sorta di nefandezze a sfondo violento e/o sessuale, senza un apparente filo conduttore.

Al di là della liceità del mostrare sulla quale non andiamo a impantanarci, è proprio questo il punto più debole del film: l’assenza di una logica. Se Begotten, a modo suo, raccontava una storia, Flesh of the Void non ha una storia. Certo si riconosce un inizio e una fine, c’è un crescendo che ha un suo motivo strutturale, ma James Quinn non va oltre questo. Flesh of the Void si ferma a un ermetismo fine a se stesso. La stessa suddivisione in capitoli sembra un esercizio di stile messo lì perché “dà un tocco di classe”, più che per la funzione di segmentare l’opera in parti con un capo e una coda. Quanto alle efferatezze… superato il disgusto delle prime scene, il resto diventa molto più digeribile. La violenza e le perversioni mostrate non costituiscono nulla di nuovo, smorzate anche dall’assenza di un sonoro interno. Lo sguardo della regia è lontano, manca cioè quel calore che le medesime scene avrebbero se il film fosse dotato di una cornice più costruita (personaggi, trama …).

Basti pensare a robaccia come Nekromantik di Jörg Buttgereit o A Serbian Film di Srdjan Spasojevic, che sono quel che sono, ma in cui le scene “forti” hanno un certo peso proprio perché mediate da un minimo di background sui protagonisti e la storia. Né Flesh presenta quella freddezza tipica dei documentari: ciò che vediamo è ovviamente finto.

Flesh of the Void si colloca dunque in un limbo in cui l’unica cosa che si possa lontanamente considerare trasgressiva sono i primi piani di stampo pornografico. James Quinn, insomma, si limita a rimaneggiare i suoi “maestri”, fa il suo discreto esercizio tingendo l’opera con il suo simbolismo spicciolo, ma in cui lo shock e la provocazione restano sterili. E la curiosità con cui si era partiti presto cede il posto al Vuoto. C’è chi sarebbe capace di scrivere trattati sulla simbologia del film, la raffigurazione della violenza, la legittimità del rappresentabile, le interpretazioni e i significati nascosti … Io preferisco guardare di nuovo Audition di Takashi Miike. E se qualcuno, nonostante tutto, dovesse sentirsi incuriosito, può limitarsi tranquillamente a guardare il trailer, dove potrà trovare il lungometraggio in una comoda versione ridotta.

Di seguito il trailer internazionale di Flesh of the Void: