Il regista inglese debutta al lungometraggio con una survival comedy ipercinetica, ricca di gag e critica sociale
Tre ragazzi costretti in punizione per aver fatto saltare in aria un gabinetto della loro scuola – Dean (Rian Gordon), Duncan (Lewis Gribben) e “DJ Beatroot / Barbabietola” (Viraj Juneja) – sono affiancati dal più morigerato Ian (Samuel Bottomley) nella spedizione per il Duke of Edinburgh Award. Introdotto da un comico spot rétro, il ‘prestigioso’ premio è descritto come un modo per spedire “i giovani delinquenti fuori città”. Una volta arrivati nelle Highlands scozzesi, tuttavia, Ian è l’unico che mostra la volontà di impegnarsi davvero nei principi chiave propugnati dagli organizzatori. La situazione prende però una piega molto più pericolosa del previsto quando il gruppetto ‘proletario’ viene preso di mira dal letale tiratore di ceto alto-borghese che soprannominano “il Duca” (Eddie Izzard), un individuo deciso a sterminare i “parassiti” della società e a tenere sotto controllo la popolazione.
La descrizione del percorso che compiono i giovani scapestrati protagonisti assomiglia a una versione rurale di quello verso il Winchester di L’alba dei morti dementi. L’azione esagerata, l’immaginazione farsesca delle forze di polizia locali e gli oscuri complotti degli anziani di quei luoghi ricordano invece quelli di Hot Fuzz (la recensione). La critica sociale basata sul disprezzo mostrato verso adolescenti ritenuti ‘portatori di problemi’ è infine riconducibile a quella vista in Attack the block di Joe Cornish (non a caso collaboratore di Wright).
Non tutto è derivativo però in Get Duked! C’è, infatti, un tocco visivo distintivo che appartiene solo al regista – esordiente al lungometraggio dopo una vasta esperienza nei videoclip (che qui viene messa spesso sul piatto) – Ninian Doff. Le immagini che descrivono gli sboccati protagonisti dopo aver preso parte al rito del “coraggio del contadino” (funghi allucinogeni mangiati dai conigli, quindi fortemente concentrati nei loro escrementi) sono fantasiose e divertenti. La seguente nottata ‘sopra le righe’ in cui si incontrano – e scontrano – inseguitori assassini, bambini, polizia e comunità di agricoltori è ugualmente girata in modo fantastico, così come i numerosi panorami delle Highlands.
L’aspetto più importante, per un film in cui la componente comedy intende essere molto accentuata (in tal senso la visione in lingua originale è quasi d’obbligo), è che le molte battute disseminate centrano, abbastanza uniformemente, il bersaglio. Ninian Doff – che si è anche occupato della sceneggiatura – dimostra un’eccellente padronanza dei tempi comici e rivela una grande pazienza nel portare a compimento gag allestite molte scene prima e che sembravano aver già pronunciato la loro battuta finale. Il suo approccio visivo consente a queste, come pure alla crescente sensazione di ‘presagi di sventura’, di fluire naturalmente nonostante lo stile ipercinetico – all’inizio, per esempio, la presentazione lampo dei personaggi rende quasi impossibile notare un dettaglio minaccioso, almeno fino a quando il regista non decide di zoomare lentamente proprio quando vuole che lo spettatore lo veda.
Gli elementi satirici sono invece quelli dove Get Duked! si trova meno a suo agio. Detto questo, per la maggior parte del minutaggio vengono comunque gestiti in modo efficace; è solo la conclusione che forse finisce un po’ fuori pista. Le frecciate del film non sono affatto sottili; e come potrebbero esserlo quando Eddie Izzard se ne va in giro in modalità ‘stronzo borghese’ (ma sempre divertente) sparando a ragazzini per la gran parte appartenenti alla classe operaia? La sceneggiatura e i protagonisti contengono altri piccoli elementi, tuttavia, in tal senso. DJ, soprannome completo “DJ Beatroot”, sta infatti disperatamente cercando di legare con Duncan e Dean e ottenere una certa credibilità per la sua musica hip hop, nascondendo il suo background privilegiato. Lo sbuffo derisorio di Dean all’affermazione di Ian che “Se lavori sodo, tutti i tuoi sogni diventeranno realtà!” descrive facilmente un intero background senza dilungarsi in ogni minimo dettaglio. Come accennato, è verso la conclusione del film che la sceneggiatura di Ninian Doff ha chiaramente meno – o forse troppa – fiducia nel suo messaggio.
Get Duked! è, in definitiva, un frenetico viaggio sulle autoscontro, con ottimi tempi comici in salsa british, una spruzzata di consapevolezza sociale e un po’ di sangue (si è beccato l’Rated R), in cui radi colpi a vuoto e i frangenti meno coesi sono compensati dal numero di volte che il debutto di Ninian Doff fa centro.
Di seguito il trailer internazionale di Get Duked!, nel catalogo di Amazon Prime Video dal 28 agosto: