Voto: 5.5/10 Titolo originale: Heretic , uscita: 31-10-2024. Budget: $10,000,000. Regista: Bryan Woods.
Heretic: la recensione del film horror A24 col diabolico Hugh Grant
28/12/2024 recensione film Heretic di William Maga
Il protagonista offre una performance insolita e catalizzatrice in un'opera(zione) della A24 meno audace di quello che sembra
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Durante un’intervista con Variety riguardo al loro ultimo progetto, Heretic, il duo di sceneggiatori e registi Scott Beck e Bryan Woods (noti per aver scritto A Quiet Place nel 2018) hanno discusso della loro decisione di includere un messaggio nei titoli di coda che affermava che nel making del film non è stata utilizzata alcuna Intelligenza Artificiale generativa.
“Non ci facciamo illusioni sul fatto che quando la gente guarderà Heretic dirà, ‘Aspetta, hanno usato l’IA generativa?'”, dice Woods, proseguendo nel sottolineare i rischi posti dalla IA generativa nel cinema: erodere le protezioni per i lavoratori, sovvertirne un uso corretto, gli abusi del copyright e i deep fake, per citarne alcuni.
Le dichiarazioni benevole arrivano un po’ tardi nell’intervista, come se volessero distogliere l’attenzione da una confessione involontaria. Perché, allora, Woods e Beck erano preoccupati che gli spettatori del loro nuovo lavoro potessero individuarci materiale generato dalla IA?
Heretic segue una premessa familiare, prendendo in prestito la sua struttura dai thriller basati sulla necessità di ‘fuga’ come Cube (1997), Il mistero della casa sulla collina (1999), Saw (2004) e The Belko Experiment (2016) — divertenti B-side del genere, senza dubbio, ma non esattamente ricchi di sostanza — mentre concentra il contenuto sulle potenzialità più orrorifiche della religione; o, in questo caso specifico, della sua mancanza.
In particolare, il film vede Sorella Paxton (Chloe East) e Sorella Barnes (Sophie Thatcher), due giovani membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, partire per una giornata di proselitismo; una giornata, si intuisce, non troppo diversa da tante altre, dato che la coppia diventa rapidamente frustrata dall’indifferenza — spesso sfociando in aggressività — mostrata loro (e al messaggio di Dio) dalle persone che incontrano.
La loro ultima fermata per la giornata è la casa di Mr. Reed (Hugh Grant), un uomo affascinante, ma un po’ bizzarro, tipo il mitico Fred Rogers, che insiste affinché si riparino da una tempesta imminente nel suo salotto: ci sarà la torta di mirtilli, promette, e anche — per le regole della loro chiesa — sua moglie, per fare da accompagnatrice alla loro conversazione.
Tuttavia, non appare nessuna moglie, e nonostante i dubbi ovvi che questo susciti nelle menti di Paxton e Barnes, le due continuano a dialogare con Reed che ben presto prende il sopravvento con la sua conoscenza apparentemente profonda di varie religioni mondiali e con riferimenti eclettici a Voltaire, Radiohead, Lana Del Rey, Monopoly e Taco Bell.
Heretic, che dura quasi due ore, procede con il ritmo di una canzone di rock progressivo, ripetendo inquadrature (un primo piano del sorriso affascinante di Grant) e suoni (il ticchettio del timer della porta di Reed) in un’esposizione di potenziale crescente che cammina sul confine della violenza, fino a quando i suoi vari elementi e scenografie diventano così caotici da richiedere che tale violenza venga liberata.
La posizione di Reed, o meglio, la sua convinzione, è rivelata nel titolo del film, anche se non è chiarita nei dialoghi fino a metà: ossia che tutte le religioni organizzate sono una farsa — l’oppio dei popoli, come ha detto un pensatore relativamente conosciuto — e che l’unica vera religione, quella che Reed ha imparato a conoscere, è la religione del controllo.
SPOILER Quando la tensione comincia a sciogliersi, non riesce a essere contenuta, sfociando nel sotterraneo simile a una prigione della casa di Reed. Lì, Reed presenta Paxton e Barnes a una quasi-cadavere che lui afferma essere una profetessa; dopo averla uccisa con una torta di mirtilli avvelenata, dice che verrà resuscitata, una proposta che viene accolta con gradi di fede variabili dalle giovani missionarie. Un ulteriore inciampo nei piani di Reed lo vede commettere un altro omicidio avventato, le cui conseguenze lo portano a rantolare sulla teoria della simulazione con il linguaggio e la convinzione di un pre-adolescente su Reddit. FINE SPOILER
Ed è qui che individuiamo il fallimento essenziale di Heretic: è un’opera di genere piuttosto prevedibile che si finge (in parte grazie alla campagna di marketing della A24) una dialettica horror sofisticata sulla religione. Forse è questo il motivo per cui Beck e Woods temevano che il pubblico potesse pensare che il film fosse, almeno in parte, un prodotto dell’IA generativa: il suo dialogo è al meglio poco ispirato e al peggio sfacciatamente derivativo.
E a differenza di altri horror che sono ugualmente limitati nella forma, nel contenuto e nell’ambientazione, i dialoghi di Heretic, che non impressionano né sostanzialmente né artisticamente, dovrebbero funzionare come il punto centrale, invece di, diciamo, il design di produzione, la color, il trucco o gli effetti pratici.
Ad ogni modo, Hugh Grant è la luce splendente di Heretic, il suo quasi-salvatore, e Beck e Woods fanno un lavoro eccezionale nell’appropriarsi del suo fascino naturale e nel dilatarlo a tale punto di intensità che diventa inquietante e strano.
Nonostante il vantaggio di tono che la sua affabilità inquietante conferisce al film, però, l’attore britannico non è abbastanza per aiutare Heretic a trascendere i suoi confini autoimposti, che sono tanto prevedibili quanto forzati. Insomma, se Heretic doveva essere un baluardo di originalità di fronte all’ondata imminente di IA generativa, allora Woods e Beck ci stanno dando parecchie ragioni per avere paura.
Che poi, a ben vedere, un certo film di Pascal Laugier del 2008 aveva già detto tutto e molto meglio.
Se avete dubbi sul finale o su quello che succede, vi agevoliamo una spiegazione.
Di seguito – sulle note di The air that I breathe degli Hollies – trovate il full trailer italiano di Heretic:
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