Voto: 5/10 Titolo originale: Hold Your Breath , uscita: 12-09-2024. Regista: Karrie Crouse.
Hold Your Breath: la recensione del film horror-storico di Crouse e Joines (su Disney+)
06/10/2024 recensione film Hold Your Breath di Gioia Majuna
Sarah Paulson è al centro di un'opera che prova a integrare con scarso successo la leggenda locale del "Gray Man" nel difficile periodo del Dust Bowl americano
Il tema centrale di Hold Your Breath – appena finito in esclusiva nel catalogo di Disney+ e curiosamente uscito pochi giorni dopo l’arrivo nei cinema di Never Let Go di Aja (la recensione) – ruota attorno alla discesa nella follia provocata dalla perdita di una persona cara. Diretto da Karrie Crouse e Will Joines, è ambientato nel 1933, nell’Oklahoma devastato dalle tempeste di polvere durante il lungo periodo del Dust Bowl, dove le condizioni ambientali estreme minacciano costantemente la vita di chi ci vive.
Nonostante le ottime premesse e la presenza di elementi di horror psicologico, soprannaturale e survival, il film non riesce però a combinare questi spunti in una narrazione organica e coesa, nonostante la forte interpretazione di Sarah Paulson e la cura dei dettagli storici.
La storia segue Margaret (Paulson), una donna che, mentre il marito è lontano in cerca di lavoro, deve occuparsi della fattoria e delle sue due figlie, Rose (Amiah Miller) e Ollie (Alona Jane Robbins). Ma i problemi sono in aumento: la vacca smette di produrre latte e la polvere si infiltra ovunque.
Rose implora ripetutamente la madre di lasciare la casa per cercare il padre, ma Margaret è profondamente legata a quel luogo, segnato dal dolore della morte della sua terza figlia, Ada, deceduta per scarlattina.
Ada è sepolta nella fattoria, sotto l’unica lapide, che Margaret tenta invano di mantenere pulita dalla polvere, in una routine che diventa simbolo della sua incapacità di lasciar andare il passato.
Le condizioni atmosferiche estreme e la costante privazione stanno deteriorando la salute mentale di Margaret. Dopo la perdita di Ada, le sono stati prescritti dei farmaci per il sonno per controllare i suoi episodi di sonnambulismo, ma con il passare del tempo questi diventano sempre meno efficaci.
Margaret inizia ad avere frequenti incubi in cui vede le sue figlie morire soffocate dalla polvere. La situazione precipita ulteriormente con l’arrivo inaspettato di un vagabondo, Wallace Grady (interpretato da Ebon Moss-Bachrach), la cui presenza destabilizza ancora di più l’equilibrio precario di Margaret, fino a portarla a mettere in pericolo le stesse figlie che dovrebbe proteggere.
La sceneggiatura di Crouse, inizialmente intitolata Dust e inclusa nella Black List del 2020, suggeriva un film incentrato sulla devastazione ambientale e sulle conseguenze emotive che questo ambiente estremo ha sulle persone che vi abitano.
Tuttavia, Hold Your Breath aggiunge una componente soprannaturale che a tratti distoglie l’attenzione dall’orrore più naturale e realistico del Dust Bowl. Nella storia, le figlie di Margaret trovano un libro che narra leggende locali, una delle quali parla del “Gray Man“, una figura fatta di polvere che, se inalata, costringe le persone a compiere atti atroci. Questa entità sinistra finisce per manifestarsi effettivamente nella loro realtà, intensificando la tensione.
Visivamente, Hold Your Breath resta comunque di grande impatto. Le scenografie di Tim Grimes riescono a evocare una sensazione gotica, e gli ambienti sono ben costruiti: la casa è minimalista, priva di ornamenti, e il fienile nasconde segreti inquietanti.
Il vero protagonista visivo, però, è la polvere che si accumula continuamente e che Margaret tenta, senza successo, di spazzare via, simbolo della lotta senza speranza che caratterizza la sua vita. Anche la sorella di Margaret, Esther (Annaleigh Ashford), partecipa a questa lotta contro la natura implacabile, ma Hold Your Breath non riesce a esplorare appieno il peso delle responsabilità domestiche che le due donne si trovano a sostenere.
Non c’è parimenti da stupirsi che Sarah Paulson offra una performance di alto livello: la sua capacità di ritrarre una donna che scivola lentamente nella follia, un tema già esplorato in altri progetti come American Horror Story e Ratched, è notevole.
Anche Ebon Moss-Bachrach riesce a brillare come presenza minacciosa, che ricorda figure carismatiche e oscure come il predicatore interpretato da Robert Mitchum in La morte corre sul fiume.
I momenti migliori di Hold Your Breath nascono così dall’interazione tra i due attori, le cui performance si completano a vicenda. Anche le giovani Amiah Miller e Alona Jane Robbins sono convincenti, soprattutto la prima, che si trova a cercare di decifrare cosa sia reale e cosa sia frutto della mente disturbata della madre.
Nonostante questi punti di forza, Hold Your Breath fatica a trovare il suo posto all’interno del genere horror. Punta a creare tensione e paura attraverso l’uso di effetti sonori intensi durante le tempeste di polvere, ma l’effetto si esaurisce presto, diventando ripetitivo.
E anche se il cast riesce a trasmettere l’angoscia mentale dei protagonisti, questo non basta a immergere il pubblico in un’esperienza di terrore convincente. I dettagli storici accurati e la rappresentazione delle difficoltà vissute da chi abitava nell’Oklahoma durante il Dust Bowl sono apprezzabili, ma la componente soprannaturale sembra inevitabilmente fuori luogo, finendo per distrarre dall’intenso dramma umano e storico che la sceneggiatura cerca di raccontare.
Di seguito trovate il trailer doppiato in italiano di Hold Your Breath, a catalogo dal 3 ottobre:
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