I diari del BIFFF 35: giorno 7 da Bruxelles
15/04/2017 news di Alessandro Gamma
Una città fantasma e parecchie visioni da molti continenti
Piccola lezione di geografia.
Bruxelles (anticamente Borsella), è – come molti sapranno – la capitale del Belgio e, de facto, dell’Unione europea. Quello che forse non tutti immaginano però, è che la città sorge su sette colli (già, come Roma): St. Michielsberg, Koudenberg, Warmoesberg, Kruidtuin, Kunstberg, Zavel e St. Pietersberg, che rendono gli spostamenti a piedi piuttosto faticosi (specie quando non si vivono i giorni del BIFFF da semplici turisti e bisogna scarrozzarsi in lungo e in largo zaini con computer ecc. tutto il giorno).
Cosa significa questo preambolo? Serve semplicemente a introdurre la risposta a un paio di quesiti che ci eravamo posti fin dal nostro arrivo, ma che abbiamo voluto aspettare un po’ a decifrare definitivamente per capire se fossero frutto del caso oppure magari dovuti alla differenza tra giorni feriali e festivi. Ci riferiamo in particolare alla situazione del traffico e dei moltissimi palazzi semi deserti che si incontrano girovagando per la capitale. Nel tragitto che ci ha portato dall’aeroporto all’hotel, un tassista – su nostra richiesta motivata da stupore (arriviamo pur sempre da Milano, la cui viabilità anche senza la settimana del Fuorisalone ad aggravarla resta ‘complessa’) – ci aveva detto che la mancanza (e con mancanza si intende proprio una a ogni semaforo) di automobili per le strade era del tutto normale (forse visto il bel tempo gli abitanti sono soliti alle gite fuori porta, questo non lo abbiamo capito …), ma che ci saremmo ricreduti non appena giunto il lunedì, oltretutto che il viale dall’albergo al BOZAR – dove si tiene il Festival – è considerabile come una sorta di circonvallazione. Ebbene, nei cinque giorni feriali trascorsi da allora, abbiamo verificato che ‘trafficato’ da queste parti corrisponde a sei vetture massimo in coda al semaforo … Una cosa su cui riflettere. Una cosa più difficilmente comprensibile è invece la sensazione che gli edifici presenti a Bruxelles (sia abitativi che uffici) siano in grado di contenere un numero di persone moltissime volte superiore a quelle effettivamente presenti in città (secondo le stime gli abitanti sono circa 180.000). Palazzi di cinque o sei piani con luci sempre spente e negozi sfitti o chiusi sono un po’ ovunque nella parte Est dove stiamo noi … Che siano tutti via per le festività pasquali? Difficile … (a scanso di equivoci, il centro è stracolmo – ma di turisti, come come pure il palazzo del cinema dove si tiene il BIFFF)
In ogni caso, chiudiamo questo X-File che forse è tale solo per noi e passiamo al motivo per cui siamo qui: oggi è stata una giornata intensa di visioni più che di interviste (solo una, alla coreana Lee Soo-Youn, tornata alla regia dopo ben 15 anni con Bluebeard, thriller con un paio di twist che rendono praticamente impossibile parlarne senza cadere negli spoiler). In ordine sparso, abbiamo visto il folle ma eccessivamente tirato per le lunghe Meatball Machine Kodoku di Yoshihiro Nishimura, il malatissimo e insostenibile Tonight She Comes di Wojciech Golczewski, la commedia romantica vampiresca hongkonghese Vampire Cleanup Department di Sin-Hang Chiu e Pak-Wing Yan, l’atteso Free Fire di Ben Wheatley con Brie Larson e il thriller argentino – che ricorda vagamente il brutale The Seasoning House – Hypersomnia di Gabriel Grieco.
A domani per la penultima pagina del nostro diario belga.
© Riproduzione riservata